Dal veleno il farmaco
“… l’essere umano, affidato soltanto a sé stesso,
può resistere allo strapotere sia dello Stato che della società, o
degli elementi,
servendosi delle loro regole di gioco, senza esser costretto a
sottomettersi.”
Condizione necessaria di ciò è il mantenimento, secondo la lezione
stoica,
di una signoria interiore
che permetta di mantenere una certa stabilità anche in periodi di
decadenza.
Solo attraverso essa egli potrà, come d'altra parte fece il Waldganger
*
servirsi della Modernità per trascenderla,
rimanendone illeso.
Il veleno, allora, diverrà farmaco.
La sua apolitia **, lungi dall'essere
un atteggiamento passivo,
è il trasferimento di una guerra esterna al proprio interno :
“
l'autodisciplina è l'unica forma di dominio che gli si attagli.”
L'Anarca sublima la lotta esteriore in resistenza spirituale.
Il suo indugiare tra i diversi sistemi politico-spirituali che oggi si
contendono il globo
non ha nulla a che vedere con l'ignavia delle masse.
Queste le parole in proposito di Manuel Venator,
l'Anarca di Eumeswil :
“
In quanto anarca, io sono deciso a non lasciarmi catturare da nulla,
e non prendere in fondo nulla sul serio … non in modo
nichilistico,
ma piuttosto come una sentinella confinaria,
che in terra di nessuno aguzza occhi e orecchie in mezzo alle maree.”
La sentinella in questione temporeggia, sul proscenio del teatro della
storia,
per
attendere il ritorno di quelle potenze mitiche che abitano ogni
tempo,
sebbene nel presente risultino perlopiù celate.
La condotta dell'Anarca sarà pertanto poco appariscente.
Egli cercherà di farsi notare il meno possibile, muovendosi di soppiatto
Egli cercherà di farsi notare il meno possibile, muovendosi di soppiatto
accanto alle spire dei Leviatani e alle tirannie da
panem et circenses :
“
lo Stato sarà, in linea generale, soddisfatto di lui: egli si farà
notare pochissimo.”
Rimanendo in agguato nei domini del potere totalitario, attenderà
il proprio
kairos,
il momento per agire eversivamente
e far definitivamente crollare un potere che già vacilla
pericolosamente.
Per mischiarsi e confondersi tra le pletore della Modernità,
potrà persino partecipare, mantenendo tuttavia un perenne distacco,
di modo da poter abbandonare la nave in caso di naufragio.
Potrà associarsi, portando tuttavia avanti unicamente la propria
causa,
senza legarsi eccessivamente a quegli ambiti di cui si è dichiarato
acerrimo nemico :
“
l'Anarca esplica le proprie guerre anche quando marcia allineato nei
ranghi con gli altri.”
Riflessione su Ernst Jünger ed il suo personaggio dell’Anarca in Eumeswill
dall'area commenti W.I.
💢
* Nell'antica
Islanda il
Waldgänger (letteralmente, colui che passa al bosco), è il proscritto
che si dà alla macchia e conduce una vita solitaria, libera e rischiosa.
Lo scrittore tedesco si rifà a questa tradizione nordica per tracciare
la figura del Ribelle, un tipo d'uomo che sceglie di resistere al
nichilismo desertificante del nostro tempo. Jünger individua nelle
“teorie che tendono ad una spiegazione logica e razionale del mondo”, e
nel “progredire della tecnica”, l'origine dell'assedio all'uomo moderno.
Com'è possibile salvarsi da questa realtà che annienta l'essere, o
perlomeno lo nasconde sotto identità artificiali ? La risposta che
Junger dà è : Incamminandosi lungo la Via del Bosco… " - Parados,
" Dagli antichi ai moderni "
** L'apolitia è la distanza
interiore irrevocabile da questa società e dai suoi valori; è il non
accettare di essere legati ad essa per un qualche vincolo spirituale o
morale. Ciò restando fermo, con un diverso spirito potranno anche essere
esercitate le attività che in altri presuppongono invece tali vincoli.
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L'apripista sta sempre in testa perché a differenza degli altri
riconosce il kairós ( che non è cosa da tutti )
La tendenza dell'opportunista ... consiste invece sempre nell'accodarsi
Come sempre : la pensi ognuno come meglio crede.
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