Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Salite differenziate

Per " salire " la bugia usa l'ascensore, la verità invece si serve delle scale.
È vero che così impiega più tempo, ma quando arriva è sempre devastante. 

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

lunedì 10 agosto 2020

Aborto facilitato

 Aborto facilitato

Eccola la nuova civiltà che avanza

« Queste nuove linee guida sono un passo avanti importante
e rispettano pienamente il senso della legge 194
che è e resta una norma di civiltà del nostro Paese. »

- Roberto Speranza - 

L’Italia fa un passo in avanti
e dice sì all’aborto con la pillola anche senza ricovero obbligatorio.
A essere d’accordo è prima di tutto il ministro della Salute Roberto Speranza
supportato dal parere del Consiglio superiore di sanità
organo di consulenza tecnico-scientifico a cui si era rivolto
dopo che la governatrice umbra Donatella Tesei (Lega)
L’aborto farmacologico, adesso, viene definito
« sicuro e va fatto in day hospital » :
le donne
« possono tornare a casa mezz’ora dopo aver assunto il medicinale ».




E il diritto alla vita del nascituro ? 

Ad un feto

Là nel Museo, fra i poveri avanzi imbalsamati

che all'ospedal dal medico a lungo corteggiati,

e agli abbietti cadaveri rapiti ed alla croce,

la scienza feroce ai posteri serbò;

fra il torso di un ginnastico e una mesta vetrina

dove la mano infusero di un'etica bambina,

vidi una cosa orribile

vidi di un uomo il feto;

quella tomba d'aceto un canto mi cercò.

Era un bel dì di luglio;

dagli ampii finestroni

piovean cadenze e balsami di fiori e di canzoni;

brillavano le mummie nelle corteccie frolle,

e dalle vecchie ampolle frangea scintille il sol.

Il sol che le miriadi dei vermi e degli insetti,

giù, nell'orto botanico, scalda ai fecondi affetti,

e in un bacio affami glia il ciel, lo stagno, il sasso,

e il giovin granchio al passo aiuta, e il nibbio al vol.

Il sol che vide al placido balcone una fanciulla

che, curva fra i garofani,

preparava una culla;

e il più gentil battesimo avea cercato ai santi,

e quattro labbra amanti lo sussurravan già !

Oh dell'alcova fascini

dove un bimbo è aspettato!

Oh pregustati palpiti dell'istante affrettato !

Nacque ? Morì ?

Vergarono una scritta latina,

chiusero una vetrina ...

il resto Iddio lo sa !

Egli che accozza i mistici metri degli universi,

egli che fa degli uomini i suoi superbi versi,

egli vi mesce sillabe mute, e sdegna la lima ?

Incespica a una rima chi il mondo improvvisò ?

Eccoti, o laido sgorbio del poeta celeste !

Dalla tua fiala il dubbio sbuffa le sue tempeste;

gramo corpuccio viscido, tappato in sempiterno,

tu miagoli lo scherno che il Caso all'uom creò !

- Vieni, o lettor dei codici, sù, la sentenza grida;

inchioda a' tuoi paragrafi la mano infanticida !

Tu accusi chi un cadavere fuor dal recinto pose,

che tuoni a chi l'ascose di una fanciulla in sen ?

Areopagista miope, svesti la toga nera;

dà il braccio a questa povera mia Musa passeggera,

e, tu canuto e burbero, noi mesti e giovinetti,

oltrepassiamo i tetti, chiediamone al seren !

Ei ti dirà che brillano

gli astri, e che l'aura è pura,

che raggi il sol diluvia, che immensa è la natura;

che è scintille

la polvere scossa dal nostro piede,

e che talor si vede qualche fiammella errar;

ei ti dirà

che l'ebete mondo gli appar giulivo,

che ha sulla faccia immobile

un punto ammirativo:

che i nostri mar son lucidi, le nostre case bianche,

e che dell'ali stanche eterno è il sibilar !

 

E allora udrai la pallida

compagna a singhiozzare,

e sentirai sull'anima le tenebre piombare,

e noi dei versi apostoli, tu della scienza duce,

nella beata luce barcolleremo insiem !

E chiederem l'Ippocrate che insanguinò le mani,

palpando nelle viscere i patimenti umani;

e ascolterem vocaboli di desinenza achea,

e la superna Idea al fango aggiogherem.

Saprai che, da quest'orride

burle della natura,

tutto un sistema eressero, tutta una legge oscura;

che multiformi eserciti di mostri in lunghe serie

espongono miserie al prossimo che vien.

E ha già segnato il numero il povero bambino,

e un bel nome scientifico, e il cippo cristallino,

prima ancor che sul lugubre letto la madre frema,

e che nell'ansia estrema se ne insudici il sen.

Ed ecco un incolpevole

bimbo che il capo ha tronco,

e inonorati Scevola dall'esil braccio monco,

ed orbi cranii, e faccie

cui sul lercio tessuto del pianto di un minuto

l'orme nessun lavò.

Questo, ironia satanica,

due cuori ha chiusi in petto,

e accanto a lui, crisalide di non terreno affetto,

un corpicin di femmina, stipato di mammelle,

perde la lunga pelle che l'acido succhiò.

Guarda : son due putredini ed eran due gemelli,

concetti insieme al gaudio di chiamarsi fratelli;

guarda : un orrendo bacio nell'almo sen li strinse,

e colla morte avvinse gli sventurati amor...

Madri che avete un pargolo

gaio, ricciuto e bello,

gli anatemi frenatemi del cuore e del cervello;

per chi ha pianto d'angoscia,

per chi di gioia ha pianto,

l'orribile mio canto posso mutare ancor...

Era un bel dì di luglio;

dagli ampii finestroni

piovean cadenze e balsami di fiori e di canzoni;

brillavano le mummie nelle corteccie frolle,

e dalle vecchie ampolle frangea scintille il sol.

Come una freccia argentea,

dalla mesta vetrina,

la man sottile e candida dell'etica bambina

parea segnar nell'aria qualche invisibil cosa :

spirti color di rosa, ali spiegate al vol !

 Emilio Praga -
Penombre
Vespri XXXII


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