Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

T. de Chardin :
" Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "

SAPERE AUDE ! ET SI OMNES EGO NON
Possano le riflessioni di questi giorni trasformarsi in “ricordi d’oro” del tuo domani e accompagnarti ogni giorno nel cammino del Nuovo Anno.

domenica 10 settembre 2017

La sonata al chiaro di luna

La Donna in Nero parla al giovane

https://www.youtube.com/watch?v=5-MT5zeY6CU

[...]
A volte, quando fa sera, ho la sensazione 
che fuori delle finestre passi l’ambulante con la sua vecchia orsa pesante 
dal pelo pieno di lappole e di spine 
sollevando polvere sulla strada del quartiere
una nube solitaria di polvere che incensa il crepuscolo, 
e i bambini sono tornati alle loro case per la cena e non li lasciano piú uscire 
benché dietro i muri loro indovinino i passi della vecchia orsa –
e l’orsa stanca incede nella saggezza della sua solitudine, senza un dove e un perché –
si è appesantita, non riesce piú a ballare sulle zampe posteriori
non riesce a portare la cuffia merlettata per far divertire i bambini, gli sfaccendati, gli esigenti, 
vuole solo stendersi a terra 
lasciando che le calpestino il ventre, giocando cosí il suo ultimo gioco,
mostrando la sua tremenda forza di rinuncia, 
la sua disobbedienza agli interessi altrui, agli anelli nelle labbra, alla necessità dei denti, 
la sua disobbedienza al dolore e alla vita 
con l’alleanza certa della morte – foss’anche di una morte lenta –
la sua estrema disobbedienza alla morte con la continuità e la cognizione della vita 
che con la conoscenza e l’azione sale al di sopra della sua schiavitú. 

Ma chi può giocare fino alla fine questo gioco? 
E l’orsa si rialza e cammina 
obbediente al suo laccio, agli anelli, ai denti, 
sorridendo con le labbra lacere alle monete dei bambini belli e privi di sospetto 
(belli proprio perché privi di sospetto) 
e dicendo grazie. Perché gli orsi invecchiati 
hanno solo imparato a dire: grazie, grazie. 
Lasciami venire con te.
[...]

 - Jannis Ritsos -



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