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giovedì 5 ottobre 2017

Web censurato

Quando la libertà di sapere è un intralcio

si attiva la Libertà vigilata

Oggi in Senato il premier Gentiloni tenterà di far approvare il disegno di legge
che introduce la censura e la schedatura di massa sul web.
E’ un fatto gravissimo.
Ieri ne ho parlato sul blog, lanciando un appello alla mobilitazione,
chiedendo un intervento delle forze di opposizione.
[...]
... da oggi con un regolamento dell’Agcom,
in Italia si sperimenta la notice and stay down
e le piattaforme dovranno rimuovere i contenuti illeciti e impedirne la riproposizione.
Ora, poiché il web è composto di milioni di informazioni che cambiano in nanosecondi
e la maggior parte di questi dati sono all’estero,
non c’è modo di conoscere in anticipo
la riproposizione dei contenuti che la norma vorrebbe censurare,
se non con una tecnica di intercettazione di massa denominata Deep packet inspection.
L’unico modo, insomma, di fare ciò che il governo sta per fare approvare,
è di ordinare ai provider italiani di “ seguire ” i cittadini su internet per vedere dove vanno,
al fine poi di realizzare questo “ impedimento ” alla riproposizione
attraverso un meccanismo di analisi e raccolta
di tutte le comunicazioni elettroniche dei cittadini che intendano recarsi su siti “ dubbi ”.
Questo, naturalmente
senza alcun controllo preventivo da parte di un magistrato.
Dunque :
l’Agcom potrà seguire e memorizzare quel che voi fate.
E, ad esempio,
se giudicherà inopportuni i contenuti di questo blog vi impedirà di leggerlo.
Vi schederanno e vi censureranno.
Capito ?

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[...]
Perché sia chiaro : il terrorismo è una scusa.
Il vero obiettivo sono i cittadini, che i governi devono controllare.
[...]
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Stiamo parlando di circa cinquemila soggetti ( gli internet service provider )
a volte dotati di mezzi minimi,
che avranno in mano tutte le nostre vite digitali,
che oggi sono divenute in realtà le vite reali.
Qualcuno ad esempio potrebbe voler “ bucare ” il profilo di un parlamentare,
di un giornalista scomodo, di un oppositore politico interno e/o esterno,
e sapere a chi ha telefonato e quando e a chi una determinata persona
o che siti internet ha visitato.
Altro che immunità,
questo qualcuno avrà accesso a tutte le conversazioni telematiche,
a tutti i siti visitati e così via.

Si dirà : “ Ma questo vale solo per il terrorismo “, e qui sta il secondo malinteso.
Il provider, infatti, deve comunque raccogliere i dati,
senza sapere se e quando queste informazioni verranno richieste,
né può sapere quest’ultimo il perché gli vengano richiesti i dati :
l’operatore, infatti, se viene raggiunto da una richiesta non la può sindacare,
né l’autorità di polizia può comunicare, per non pregiudicare le indagini,
a un soggetto privato il motivo della richiesta.
[...]



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