Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

giovedì 1 dicembre 2022

Platone e la morale

Platone e la morale


« Di morale si muore » afferma giustamente Alain de Benoist
( Diorama Letterario, n. 365, gennaio-febbraio 2022, p. 4 ).
La sfrenata moralizzazione di ogni situazione ed evento
- rapporti sociali, passioni amorose, guerre, commerci, religioni, cultura -
sta conducendo la vita individuale e collettiva a sprofondare nella censura,
nella superficialità, nella violenza.
Sì, la violenza dei moralisti, che è sempre stata tra le peggiori sue forme.
Un’aggressività che trova nel politicamente corretto il proprio luogo di elezione.
Sino a instillare e instaurare
l’obbligo di credere alle più fantasiose, astratte, superstiziose e grottesche
Tra queste, singolare e insieme emblematico è il rifiuto pressoché assoluto della corporeità,
della sua forza, del suo fondamento per ogni ulteriore elaborazione dell’umano.
Si nega, in poche parole, che il maschio abbia un pene e la femmina una vulva.
Costruzioni culturali ’ vengono definiti questi truismi,
queste evidenze che nessuna percezione sensata dell’umano può mai negare.
I corpi vanno sostituiti con un fantasma;
anche i corpi come tutto il resto, in modo da « prendere congedo dalla realtà,
giocare col proprio corpo e vivere in un mondo di simulacri, di apparenze »
( Giuseppe Giaccio, ivi, p. 16 ).

Per chi coltiva tali prospettive,
il radicamento dell’Europa nell’ontologia greca deve essere dissolto.
In modo che una cultura del tutto iconica come quella nordamericana
possa sostituirsi allo spessore materiale e tangibile della cultura europea.
Poiché ancora oggi è vero che
« ... chi controlla l’Europa controlla il mondo intero »
ancora oggi è questo uno dei principi di fondo della geopolitica
( Marco Iacona, ivi, p. 39 ).
Un continente le cui radici stanno nella grande sintesi platonica dell’esperire e del pensare.
Sintesi talmente pervasiva e fondante
da aver generato i saperi e le esperienze estetiche, politiche, religiose, scientifiche.
Ha ragione Aleksandr Dugin ( per altri versi filosofo un poco bizzarro )
a ritenere che
« chi non conosce o non capisce Platone non può sapere o capire nulla.
Platone è il creatore del terreno fondamentale della filosofia.
La filosofia, a sua volta, è lo sfondo della teologia, della scienza e della politica.
 Platone, quindi, è alla base della teologia, della scienza e della politica »
( Platonismo politico, trad. di D. Mancuso, Edizioni AGA, 2020, p. 81 )
e  ha ragione Carlo Galli a pensare che sia necessario
« fare irrompere nuovamente Platone nel moderno,
proprio perché critico della demagogia imperante nella città »
( Eduardo Zarelli, DL 365, p. 36 )

Perché con Platone la morale sta al posto che le spetta,
senza allagare l’intero territorio della vita che è molto più vasto, profondo, ricco
e labirintico rispetto a ogni norma, regola, imposizione, censura, valore.

Groupement de Recherche et d'Études pour la Civilisation Européenne

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