Monologhi sanremesi
Sintesi di un pensiero che condivido appieno
pur non avendo seguito l'evento richiamato.
Tanto meno il Festival di
riferimento.
👇
Ci sono avvenimenti, fatti, discorsi nei quali, se hai voglia
puoi leggere con straordinaria chiarezza lo spirito di un'epoca.
È certamente il caso del monologo di Chiara Ferragni a Sanremo.
C'è dentro tutto, ma proprio tutto, quello che ci contraddistingue :
Più sei incapace a leggere, scrivere, recitare, cantare, ballare ecc...
più sali in alto e più vieni venerato.
Questo perché ?
Perché le classi
dominanti adottano strategie
per abbassare sempre di più il livello
della cultura popolare.
Dunque servono modelli in cui chiunque, anche il
più mediocre dei mediocri
possa riconoscersi.
Mai vista una
recitazione/lettura più mal fatta, ridicola, patetica
neanche a un
saggio delle elementari.
Quindi prima serata nazionale nella
trasmissione più seguita dell'anno.
Serve un popolo di semi primitivi
per far restare in piedi un sistema basato sullo sfruttamento
sistematico.
2) Delirio narcisistico patologico e autoreferenzialità totale.
Io, io, io, io, io e ancora io. Un mondo di individui soli, tristi,
vuoti, perennemente attaccati a un terminale, in lotta con il resto
del mondo per un tozzo di pane, che hanno bisogno di pompare, oltre
ogni livello di grottesco, il nulla che sono.
3) Sentimentalismo d'accatto / la Narrazione.
Narrazione, quella cosa che ha completamente preso il posto dei
fatti, della realtà, della razionalità. Una sorta di pensiero magico
da poveretti, una globalizzazione della peggior televisione americana
divenuta linguaggio ufficiale del potere. Ti fanno lavorare come uno
schiavo per due soldi ? Ma è bellissimo, sei libero ed è tutta una
meravigliosa avventura. La società dello spettacolo di debordiana
memoria completamente fuori controllo. Un mondo di palloncini e
cuoricini a coprire il puzzo della morte.
4) Vittimismo, piagnisteo. Altro cardine fondamentale
dell'ideologia dominante. La funzione è doppia. Uno : rendere gli
individui sempre più fragili, deboli, incapaci di lottare,
affrontare la vita, sempre rannicchiati in un angolo a piangersi
addosso e dipingersi come oggetti di soprusi, vessazioni di ogni
genere. Quel che esiste lo si ingigantisce a dismisura, il resto lo
si inventa senza ritegno. Tutto è tragedia, offesa, freccia
avvelenata che trapassa il cuore.
Due : fatti fuori i diritti sociali, vero incubo dei padroni,
bisognava inventarsi qualcosa per continuare a mettere in scena la
lotta politica. Ecco dunque i difensori dei diritti dei piagnoni in
eterna guerra con coloro che vogliono negarli. Inutile specificare
che è solo teatrino da poveracci.
- Giorgio Bianchi -
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