Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Salite differenziate

Per " salire " la bugia usa l'ascensore, la Verità invece si serve delle scale.
È vero che così impiega più tempo, ma quando arriva è sempre " devastante

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

domenica 11 giugno 2023

L'arrivo della nave

L'arrivo della nave

Almustafa, l’eletto e l'amato, come un'alba verso il suo giorno,
aveva aspettato per dodici anni nella città di Orphalese
il ritorno della nave che avrebbe dovuto ricondurlo alla sua isola natale.
E nel dodicesimo anno, il settimo giorno di Ielool, il mese del raccolto,
salì sulla collina fuori le mura della città
e guardando il mare vide la nave venire nella nebbia.
Gli si aprirono le porte del cuore, e la sua gioia volò lontano sul mare.
Chiuse gli occhi e pregò nei silenzi dell'anima.


Ma mentre discendeva la collina, fu invaso dalla tristezza, e pensò nel suo cuore :
« Come andarmene in pace e senza pena ?
Ahimè, non senza una ferita nello spirito lascerò questa città.
Lunghi furono i giorni di dolore vissuti dentro le sue mura,
e lunghe furono le notti in solitudine;
e chi può lasciare il suo dolore e la sua solitudine senza rimpianto ?
Troppi frammenti del mio spirito ho seminato in queste vie,
e troppi figli della mia brama camminano nudi fra queste colline,
e io non posso staccarmene senza un peso e un dolore.
Non è un vestito che mi tolgo, quest'oggi,
ma una pelle che strappo con le mie proprie mani.
Né è un pensiero che lascio dietro di me, ma un cuore addolcito dalla fame e dalla sete.
E tuttavia non posso trattenermi più a lungo.
Il mare che chiama a sé tutte le cose mi chiama, e io devo imbarcarmi.
Perché restare, sebbene brucino le ore della notte,
è gelare e diventare cristallo, ed essere fissati in uno stampo.
Vorrei prendere con me tutto quello che è qui. Ma come potrò farlo ?
Una voce non può trascinare la lingua e le labbra che le diedero le ali.
Da sola, deve cercare l'etere.
E sola e senza il nido dovrà volare l'aquila nel sole. »
👇

Così, quando ebbe raggiunto i piedi del colle, si volse ancora verso il mare,
e vide la sua nave approssimarsi al porto, e a prua i marinai, uomini della sua patria.
E la sua anima gridò loro e disse :
« Figli della mia antica madre, oh voi cavalieri dei flutti,
quanto spesso veleggiaste nei miei sogni.
E ora arrivate al mio risveglio, che è il mio sogno più profondo.
Sono pronto a partire, e la mia impazienza aspetta il vento con le vele spiegate.
Solo un'ultima volta respirerò in quest'aria immobile,
un solo sguardo d'amore volgerò ancora alle mie spalle.
E poi sarò tra voi, un navigante fra i naviganti.
E tu, mare immenso, madre insonne,
che sola sei pace e libertà per il fiume e il ruscello,
solo un'ultima curva avrà questo ruscello, solo un altro mormorio questa radura.
E poi verrò da te, goccia senza confini all'infinito oceano. »

E mentre andava, vide da lontano uomini e donne che lasciavano i campi e le vigne
e si affrettavano verso le porte della città.
E udì le loro voci dire il suo nome, e gridare di campo in campo
annunciando uno all'altro l'arrivo della nave.

Almustafa disse a se stesso :
« Il giorno della separazione sarà il giorno del raduno ?
E si dirà che la mia sera fu in realtà la mia alba ?
E che cosa darò a chi ha lasciato l'aratro in mezzo al solco,
o ha fermato la ruota del torchio ?
Diventerà il mio cuore un albero carico di frutti che io possa cogliere e donare ?
E i miei desideri scorreranno come una fontana per riempire le loro tazze ?
Sono io un'arpa che la mano del maestro può pizzicare,
o un flauto che il suo fiato può attraversare ? 
Io sono un cercatore di silenzi;
e quali tesori ho trovato nei silenzi che possa dispensare con fiducia ?
Se questo è il giorno del mio raccolto,
in quali campi ho seminato, e in quali stagioni dimenticate ?
Se è proprio questa l'ora di alzare la mia lanterna, non è mia la fiamma che vi arde.
Vuota e buia alzerò la mia lanterna,
ed il guardiano della notte dovrà riempirla d'olio e dovrà anche accenderla. »

Queste cose egli disse con parole. Ma nel suo cuore molto restò inespresso
perché egli stesso non poteva pronunciare il suo segreto più profondo.
E quando entrò nella città, tutto il popolo venne a incontrarlo,
e gridavano a lui come una sola voce.
E gli anziani della città vennero avanti e dissero :
« Non andartene ancora.
Sei stato un raggio di luce nel nostro crepuscolo,
e la tua gioventù ci ha portato sogni da sognare.
Non sei straniero, e neppure ospite fra noi, ma nostro figlio e il nostro prediletto.
Non permettere ancora che i nostri occhi abbiano fame del tuo volto. »

E i sacerdoti e le sacerdotesse gli dissero :
« Non lasciare che le onde del mare ci separino
e che gli anni trascorsi in mezzo a noi diventino solo un ricordo.
Sei passato fra noi come uno spirito, e la tua ombra ha illuminato i nostri volti.
Molto ti abbiamo amato. Ma il nostro amore è stato muto, e coperto di veli.
Ma ora esso urla a gran voce verso di te, e vorrebbe rivelarsi alla tua presenza.
È sempre accaduto
che l'amore abbia ignorato quanto fosse profondo fino al momento del distacco. »

E altri vennero a pregarlo. Ma egli non rispose. Chinò solo la testa;
e quelli che gli stavano vicino videro le sue lacrime scivolargli sul petto.
E seguito dal popolo, avanzò verso la grande piazza davanti al tempio.
E dal santuario uscì una donna, il cui nome era Almitra.
Ed era una veggente.
Ed egli la guardò con grande tenerezza, perché era stata la prima a cercarlo
e a credere in lui quando era arrivato nella loro città da appena un giorno.
Ed ella lo salutò, dicendo :
« Profeta di Dio che vai alla ricerca delle cose supreme,
a lungo hai scrutato l'orizzonte cercando la tua nave.
E ora la nave è arrivata e tu devi partire.
Profonda è la tua ansia per la terra dei tuoi ricordi, per la dimora dei tuoi più grandi desideri;
il nostro amore non ti legherà, né sarai trattenuto dai nostri bisogni.
Ma questo ti chiediamo, prima di lasciarci, che tu ci parli e ci trasmetta la tua verità.
Noi la trasmetteremo ai nostri figli, ed essi ai loro, e non perirà.
Nella tua solitudine hai sorvegliato i nostri giorni,
e nell'insonnia ci hai udito piangere e ridere nel sonno.
Aprici ora a noi stessi, e rivelaci quello che ti è stato mostrato
di ciò che esiste tra la nascita e la morte. »

Ed egli rispose :
« Popolo di Orphalese, di che posso parlare,
se non di cose che anche in questo momento vi commuovono l'anima ? »

Tratto da : Il Profeta di Gibran Khalil Gibran

Torna all’inizio del post

Nessun commento: