Dolore e albeggiamenti spirituali
La ricerca di un cammino spirituale nasce dalla sofferenza.
Non muove da apparizioni luminose o fenomeni estatici,
ma dal dolore, dalla delusione e dalla confusione.
Perché sfoci in una ricerca spirituale genuina,
la sofferenza
dev'essere qualcosa di più di uno stato che si riceve passivamente dall'esterno.
Deve innescare una comprensione interiore,
una disposizione a scavare al di sotto del superficiale compiacimento
che struttura il nostro rapporto abituale con il mondo,
per cogliere i barlumi di un'insicurezza che perpetuamente si spalanca sotto i nostri piedi.
L'albeggiare di questa intuizione, anche per brevi attimi,
può far precipitare una profonda crisi personale in cui valori e scopi si rovesciano,
preoccupazioni di routine si sfaldano
e le vecchie fonti di gioia si mostrano caparbiamente insoddisfacenti.
Il cambiamento, di primo acchito, non è benvenuto.
Tentiamo di negare la nuova modalità di percezione e di soffocare i dubbi,
ci diamo da fare per allontanare il disagio prefiggendoci nuovi scopi.
Ma la fiamma della ricerca, una volta accesa, continua ad ardere.
Se non ci lasciamo sviare da ritocchi superficiali
o non tentenniamo all'indietro verso una versione rappezzata di ottimismo a tutti i costi,
quel primo barlume di comprensione divamperà di nuovo,
mettendoci una volta di più di fronte alla realtà della nostra condizione esistenziale.
Allora, quando tutte le vie di fuga saranno bloccate,
nascerà l'esigenza genuina di un qualcosa che metta fine una volta per tutte al disagio.
- Bhikkhu Bodhi -
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