Seguaci
La scienza ha i suoi seguaci, la fede una sua gerarchia,
il sapere e i suoi cultori hanno le loro prove.
Due son le scienze, da evitare l'una, da conseguire l'altra.
Due sono i mari, navigabile l'uno e l'altro da temere.
Due giorni ha il tempo, l'esecrabile e il lodato,
e due sono gli uomini, il fortunato e il misero.
Ascolta col cuore quel che senti da un degno di fede,
con l'intelletto osserva, ché la sagacia è un dono.
Senza poggiare il piede ho scalato una vetta,
che per altri che me era ardua da vincere.
Senza mettervi piede sono affondato in mare,
fu il mio spirito a tuffarsi e a bramarlo fu il cuore.
Il suo fondale è di perle, e non lo tocca mano,
ma possono afferrarlo gli arti dell'intelletto.
Ho bevuto quell'acqua senza usare la bocca:
quell'acqua le bocche l'hanno già assaporata.
Già ai primordi il mio spirito ne era assetato,
prima ancora che il corpo vi venisse formato.
Sono orfano e ho un padre in cui mi rifugio,
finché vivo il mio cuore soffrirà a non vederlo.
Sono cieco e ci vedo, sono idiota e sagace,
e i miei detti, se voglio, posso far rovesciare.
Conoscono gli eroi tutto quel ch'io conosco,
e mi fan da compagni: non sono soli i virtuosi.
Si conobbero le anime nostre ai primordi del tempo,
e sono sorti i nostri Soli, in un'èra oscura e buia.
* Al-Ḥusayn Ibn Manṣūr Al-Ḥallāj - Dīwān *
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