Babbo
      N’è passato di tempo 
    
    
      dall'ultima volta che ho potuto udire la tua voce.
    
  
    6 Settembre 2010 
  
  
      Una lunga sofferenza e una lenta agonia 
    
    
      ma sei rimasto la roccia di sempre sino all’ultimo istante
        : 
    
    
      forte … fedele … sincero … e vero. 
    
    
      _____________________________ 
    
    
      Piena notte … una telefonata 
    
    
      e l’inevitabile richiamo si è materializzato. 
    
    
      Una lunga corsa in auto a velocità sostenuta 
    
    
      per vedere manifestarsi sul tuo viso il sonno dei giusti. 
    
    
      Commosso … ho sfiorato più volte il tuo viso.
    
    
      Quante carezze avevo da restituire ! 
    
    
      Ho adagiato parole di conforto nel tuo residuo udire
    
    
      mentre le mie mani impotenti stringevano con dolcezza le
        tue. 
    
    
      E lo facevo dominando il dolore che attanagliava l’anima. 
    
    
      Confortava il pensiero 
    
    
      di saperti da quel momento lontano soltanto all’apparenza. 
    
    
      Di saperti in cammino verso il Luogo in cui chi precede 
    
    
      viene a prendersi cura di chi giungerà a sua volta
        all’approdo. 
    
    
      Confortava il pensiero che col tempo si sarebbe attenuato il
        dolore 
    
    
      e che avrei potuto continuare a parlarti però in altro
        modo. 
    
    
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      Senza di te non sarei mai diventato l’uomo che sono 
    
    
      … e per questo … 
    
    
      ho una sola persona da dover ringraziare. 
    
    
      Ho realizzato una solida base crescendo con i tuoi valori. 
    
    
      E sono contento di averlo fatto 
    
    
      apprendendo le lezioni di vita che mi hai insegnato 
    
    
      e che nessuno potrà mai portarmi via. 
    
    
      “ Sii schivo … povero magari … ma sempre acculturato. “ 
    
    
      Me lo ripetevi in ogni opportuna occasione. 
    
    
      Sono stato il tuo primo figlio 
    
    
      … e seppure ancora troppo giovane forse … 
    
    
      presi a suo tempo la mia strada
    
    
      sapendo che saresti rimasto comunque 
    
    
      un punto di riferimento irrinunciabile e prezioso del mio
        mondo. 
    
    
      E così è stato. 
    
    
      Babbo 
    
    
      Quante immagini mi tornano adesso alla mente quando pronuncio il
        tuo nome. 
    
    
      A volte sento chiaramente la tua voce. 
    
    
      Ma quando mi giro o apro gli occhi dal sonno per poter scorgere il
        tuo viso 
    
    
      fatalmente quel suono si estingue. 
    
    
      Potessi tornare indietro nel tempo 
    
    
      mi piacerebbe poterti dire che fra tutti i padri ancora su di te
        cadrebbe la mia scelta. 
    
    
      Nessuno potrà prendere quel posto nel mio cuore. 
    
    
      I tuoi sorrisi sono stampati nella mia mente 
    
    
      così come nel cuore il ricordo delle tue rinunce e dei tanti
        sacrifici
    
    
      fatti per rendere noi figli contenti ed appagati. 
    
    
      C’è un vuoto enorme adesso. Una ferita che dovrà
        cicatrizzare. 
    
    
      Ma lo sento il tuo incoraggiamento di non perdere tempo sul
        lutto. 
    
    
      Continuare invece a vivere ed amare. 
    
    
      Un giorno ti vedrò di nuovo. Ne sono più che certo. 
    
    
      Lo sapevi anche tu che il movimento è l’amore della materia
    
    
      ma che per noi uomini l’Amore è andare altrove. 
    
    
      Ne parlavamo spesso :
    
    
      la vita in sostanza non è che finzione e illusione. 
    
    
      Soltanto barriere ingannevoli 
    
    
      lungo le strade che convergono verso l’unica Meta. 
    
    
      Sei stato in un corpo che non ha più respiro 
    
    
      e che adesso se ne sta docilmente adagiato in attesa nella nuda
        terra. 
    
    
      Il Signore non dimentica la Sua misericordia 
    
    
      e con il Suo consenso … coccolati tra le Sue braccia 
    
    
      torneremo ancora una volta a respirare. 
    
    
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      Mi parlavi spesso della tua fanciullezza. 
    
    
      Per questo mi sento di trascrivere quel tuo personalissimo ricordo 
    
    … di quando bambino … 
    
      affacciato da una piccola finestra 
    
    
      leggevi sulla targa di pietra sovrastante l’ingresso del vigneto
    
    
      quelle parole rimaste scolpite anche nel tuo animo :
    
  
        Vigna gentil che tanta ambrosia meni 
      
      
        Produci sempre in bella foggia e nuova 
      
      
        Nuovi fior, nuovi frutti e nuove fronde 
      
      
        Né pigro gel, né tempestosa piova 
      
      
        Ti danneggi giammai, né mai ti sfrondi 
      
      
        E il tuo signor nella sua età più vecchia 
      
      
        Possa del vin tuo ber con la secchia. 
      
    
  
      Ad ogni brindisi ne sorridevamo tutti insieme declamandoli. 
    
    
      Perché riguardo al vino … se ne beveva con sobrietà.
    
    
      Sempre di quello buono però. E soprattutto fatto con l’uva.
    
    Arrivederci Babbo. 
      Riposa sereno nella Luce che illumina i Mondi.
    
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