Storia sufi
Un
tale
- in
una notte buia e senza luna -
perse
la chiave di casa proprio davanti al suo portone.
Una
tremula lampada
fissata
in alto sopra la trave che sormonta il portone
disegna
un cerchio di luce in terra
e
l’uomo, chino e in affanno, cerca senza trovare.
Sopraggiunge
uno straniero di passaggio
che
vede l’uomo così affaccendato e, incuriosito,
gli
chiede che cosa stesse facendo.
“ Cerco la chiave della
mia casa. ”
risponde
il tipo senza distogliersi dall’impresa.
“ Se me lo permetti,
vorrei aiutarti ”
ribatte
benevolo lo straniero e completa:
“ … quattro occhi
vedono meglio di due ! ”
E
così i due si rimettono subito all’opera.
Ma
non ci vuole davvero molto tempo
perché
lo straniero si accerti che proprio lì
nello
spazio illuminato dalla lampada
non
vi è alcuna traccia di quella chiave.
Come
mai il poveretto
si
ostina a cercare in quel piccolo fazzoletto di terra illuminata ?
Non
si è accorto che dove cerca non c’è nulla ?
Che
la chiave potrebbe trovarsi altrove ?
“ Perdonami, amico mio ”
gli
chiede flautato lo straniero
che
aggiunge non senza imbarazzo
“ ma da quanto tempo
stai cercando ? ”
“ Da almeno un’ora ”
risponde
senza distrarsi il cercatore.
“ Scusa l’insistenza,
amico mio, ma sempre qui ?
- voglio
dire -
sempre qui sotto la lampada ? ”
“ Sì ! ”
Il
cercatore non dà cenno di interrompere la sua ricerca
quando
l’altro l’incalza con ferma dolcezza :
“ Ma non ti sei accorto
che qui la chiave non c’è ? ”
Solo
allora il cercatore si arresta.
L’uomo
è in ginocchio i glutei poggiati sui talloni,
le
mani sulle cosce, i gomiti larghi a sostenere le spalle stanche.
Alza
il capo
e
il volto si apre in un tenue, grato sorriso
rivolto
allo straniero
“ Certo, amico mio ! Non
sono mica matto !
So benissimo che qui la chiave non c’è.
Ma so anche che solo qui c’è la luce ! ”
E riprese
a cercare.
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