Il Castello
    
      Rocca Calascio
    
  
  
  
    Da lontano sembrano soltanto macerie di sassi 
le vecchie rovine addormentate sulla roccia. 
  
  le vecchie rovine addormentate sulla roccia.
    Forse perché quelle pietre sognano ancora antichi misteri  
conservati nelle oscure profondità della storia.
      
       
  
  conservati nelle oscure profondità della storia.
    Sembrano scolpiti da una forza arcana quegli antichi massi. 
  
  
    La forza invisibile del vento unita al tocco abrasivo della rena 
  
  
    ancora oggi continua a sferzare quelle forme. 
  
  
    Salivo verso di loro  
  
  
    attraversando erbacce e rovi di un antico sentiero  
  
  
    battuto in quei tempi lontani da cavalieri in sella ai loro
      destrieri. 
  
  
    Finalmente raggiungo l’aspra vetta e il suo piccolo pianoro. 
  
  
    Il cuore batte forte in gola … non solo per la lunga salita. 
  
  
    È meraviglia quella che provo 
  
  
    percependo quei bastioni somiglianti alle mie ossa. 
  
  Dovevano essere state forti le porte e le pareti così spesse.
    Così alte e lisce … che nessuno … se non gli uccelli 
  
  
    avrebbero potuto scavalcarle per entrare.  
  
  
    Scale cadute. Pavimenti crollati. Labirinti di pietra. 
  
  
    Resti di torrette  
  
  
    dalle quali poter controllare la pianura sottostante. 
  
  
    L’antica cittadella adesso è stravolta. 
  
  
    Le sue gallerie segrete … messe a nudo.
  
  
  
    Da secoli il castello si è adagiato esposto all’acqua e al vento.
  
  
    Nulla è rimasto tranne quei sassi resi testimoni
  
  
    per condividere con chi sa ascoltare la storia che ha da
      raccontare. 
  
  
    Tremano ancora un po’ le gambe quando tocco il muro.  
  
  
    Nella mente sgombra dai pensieri tutto avviene all'improvviso 
  
  
    come quando sorge l’alba e inizia a fare giorno.  
  
  
    Non ricordo la durata di quella percezione.
      
       
  
  
    Sento
        suonare una musica allegra e il vociare di una festa.  
  
  
    Sembrano profumi  
  
  
    quelli che provengono da dietro un portone di legno 
macchiato e consunto dagli attacchi del Tempo. 
  
  macchiato e consunto dagli attacchi del Tempo.
    Neppure il tempo di attraversare quella soglia 
  
  
    che ad un tratto la musica cessa 
  
  
    e dalle antiche rovine si diffonde il crollo di una pace. 
  
  
    Sento
        uno sfoderare di spade … e grida di guerra mi circondano.
           
  
  
    Sento
        le urla di bambini impauriti 
  
  
    e i sussurri tranquillizzanti delle madri in lacrime.   
  
  
    Un flash luminoso balena dalla lama di una spada 
  
  
    lampeggiando davanti ai miei occhi. 
  
  
    Accecato … arretro e inciampo. 
  
  
    Dietro di me  
  
  
    sento
        uomini cadere tra il fragore dell’acciaio. 
  
  
    Il tempo di rialzarmi e distanziarmi 
  
  
    … e ancora una volta … 
  
  
    una lama velata di sangue lampeggia davanti agli occhi. 
  
  
    L’orrore e il disgusto della guerra afferra la mia mente. 
  
  
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    Mi riprendo. 
  
  
    Il fragore dell’acciaio si è dissolto e l’affanno torna ad essere respiro.
  
    Un ultimo sguardo a quelle rovine 
  
  
    e mi avvio a ritroso sullo stesso sentiero per scendere a valle. 
  
  
  
    C’è calma tutt’attorno ai piedi della collina.
  
  
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