Come le cose appaiono
Le cavalle che mi
portano fin dove il mio cuore vuol giungere
mi accompagnarono,
dopo che mi ebbero condotto e mi ebbero posto sulla via che dice molte cose,
che appartiene alla divinità e che porta per tutti i luoghi che l'uomo sa.
Là fui portato.
Infatti, là mi portarono accorte cavalle
tirando il mio carro, e fanciulle indicavano la via.
L'asse dei mozzi mandava un sibilo acuto, infiammandosi
- in quanto era premuto da due rotanti cerchi da una parte e dall'altra -
quando affrettavano il corso nell'accompagnarmi,
le fanciulle Figlie del Sole, dopo aver lasciato le case della Notte,
verso la luce, togliendosi con le mani i veli dal capo.
Là è la porta dei sentieri della Notte e del Giorno,
con ai due estremi un architrave e una soglia di pietra;
e la porta, eretta nell'etere, è rinchiusa da grandi battenti.
Di questi,
Giustizia, che molto punisce, tiene le chiavi che aprono e chiudono.
Le fanciulle, allora, rivolgendole soavi parole,
con accortezza la persuasero, affinché, per loro,
la sbarra del chiavistello senza indugiare togliesse dalla porta.
E questa, subito aprendosi, produsse una vasta apertura dei battenti,
facendo ruotare nei cardini, in senso inverso,
i bronzei assi fissati con chiodi e con borchie.
Di là, subito, attraverso la porta,
diritto per la strada maestra le fanciulle guidarono carro e cavalle.
E la Dea di buon animo mi accolse,
e con la sua mano la mia mano destra prese,
e incominciò a parlare così e mi disse :
« O giovane, tu che, compagno di immortali guidatrici,
con le cavalle che ti portano giungi alla nostra dimora, rallegrati,
poiché non un'infausta sorte
ti ha condotto a percorrere questo cammino
- infatti esso è fuori dalla via battuta dagli uomini -
ma legge divina e giustizia.
Bisogna che tutto tu apprenda :
e il solido cuore della Verità ben rotonda
e le opinioni dei mortali, nelle quali non c'è una vera certezza.
Eppure anche questo imparerai :
come le cose che appaiono bisognava che veramente fossero,
essendo tutte in ogni senso. »
mi accompagnarono,
dopo che mi ebbero condotto e mi ebbero posto sulla via che dice molte cose,
che appartiene alla divinità e che porta per tutti i luoghi che l'uomo sa.
Là fui portato.
Infatti, là mi portarono accorte cavalle
tirando il mio carro, e fanciulle indicavano la via.
L'asse dei mozzi mandava un sibilo acuto, infiammandosi
- in quanto era premuto da due rotanti cerchi da una parte e dall'altra -
quando affrettavano il corso nell'accompagnarmi,
le fanciulle Figlie del Sole, dopo aver lasciato le case della Notte,
verso la luce, togliendosi con le mani i veli dal capo.
Là è la porta dei sentieri della Notte e del Giorno,
con ai due estremi un architrave e una soglia di pietra;
e la porta, eretta nell'etere, è rinchiusa da grandi battenti.
Di questi,
Giustizia, che molto punisce, tiene le chiavi che aprono e chiudono.
Le fanciulle, allora, rivolgendole soavi parole,
con accortezza la persuasero, affinché, per loro,
la sbarra del chiavistello senza indugiare togliesse dalla porta.
E questa, subito aprendosi, produsse una vasta apertura dei battenti,
facendo ruotare nei cardini, in senso inverso,
i bronzei assi fissati con chiodi e con borchie.
Di là, subito, attraverso la porta,
diritto per la strada maestra le fanciulle guidarono carro e cavalle.
E la Dea di buon animo mi accolse,
e con la sua mano la mia mano destra prese,
e incominciò a parlare così e mi disse :
« O giovane, tu che, compagno di immortali guidatrici,
con le cavalle che ti portano giungi alla nostra dimora, rallegrati,
poiché non un'infausta sorte
ti ha condotto a percorrere questo cammino
- infatti esso è fuori dalla via battuta dagli uomini -
ma legge divina e giustizia.
Bisogna che tutto tu apprenda :
e il solido cuore della Verità ben rotonda
e le opinioni dei mortali, nelle quali non c'è una vera certezza.
Eppure anche questo imparerai :
come le cose che appaiono bisognava che veramente fossero,
essendo tutte in ogni senso. »
Poema
sulla Natura
Frammento 1
- Parmenide -
Frammento 1
- Parmenide -
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