Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

mercoledì 11 maggio 2016

Una volta ogni cosa

Iniziate nel castello dei principi Della Torre e Tasso a Duino nel 1912
continuate in Spagna e a Parigi fino al 1914
le dieci elegie di questa raccolta furono terminate a Muzot, nel Vallese, nel 1922.
Con La terra desolata di Thomas Stearns Eliot e Anabasi di Saint-John Perse
questi versi
contribuirono a determinare il clima poetico dominante in Europa negli anni Venti.
Essi costituiscono altresì  l'ultima e più importante opera di Rilke
e rappresentano il momento più intenso della sua ispirazione.


[ ... ]
Una volta ogni cosa, soltanto una volta.
Una volta e non più.
E una volta anche noi.
Né più mai.
Ma essere stato una volta,
anche se solo una volta :
essere stati terreni,
sembra irrevocabile.
[ ... ]


- Rainer Maria Rilke -
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La prima
ruota intorno al mistero dell'uomo nella sua incomunicabilità,
in dimensione verticale e in dimensione orizzontale.
L'uomo non può adoperare e non può essere adoperato.
La seconda
verte sull'uomo nella sua labilità, fragilità, inconsistenza.
La terza
afferma che l'esistenza si dà unicamente
nel piccolo mondo di ciò di cui l'uomo è consapevole;
non appena si va più a fondo, tutto si perde nell'indefinito.
La quarta
definisce che l'essere uomo sta nel guardare e nell'essere guardato.
La quinta
asserisce che l'uomo è preda di una potenza impersonale
che si comporta con lui come l'energia con l'ingranaggio di una macchina.
La sesta
asserisce che per l'uomo è impossibile dialogare anche con l'eroe,
perché egli deve correre per la sua strada sulle vie del mondo.
 
La settima
afferma che anche la conquista più eclatante e pura
non riesce a chiamare una determinata persona.
L’ottava
dichiara che l'esistenza dell'uomo non è capace di guardare verso l'aperto.
 
La nona
sostiene che la felicità non giustifica l'esistenza dell'uomo. 
La decima
asserisce il concetto
che il dolore rappresenta il fondo portante dell'esistenza umana.

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