[...]
Il ritorno alla terra
che non vuole essere solo un risarcimento simbolico alla bellezza del nostro territorio,
ma un cammino a ritroso
per vedere quanto esso abbia ancora da offrire
in un momento storico lacerato dalla globalizzazione economica e dei costumi.
[...]
Oggi
chi arriva in città dai paesini con parenti che fanno questo per vivere,
se ne vergogna.
“ Non si costruivano case così grandi e così belle se non per grande dignità.
La verità - aggiunge - è che per costruire una cultura ci vogliono secoli
e per distruggerla basta una generazione. ”
Aggiunge :
“ La terra italiana è patrimonio dell’Unesco, che di per sé già vuol dire tutto,
l’Italia ha lasciato che qualcun altro si appropriasse del suo patrimonio. ”
Ferretti racconta di come ha deciso di non tornare nella sua terra ad allevare cavalli,
ma su tutto, con una semplice raffigurazione
descrive in cosa consiste la degenerazione della nostra civiltà :
“ Io credo che abbia più probabilità di sopravvivere una piccola comunità,
magari piccolissima, che ancora sa fare i funerali,
piuttosto che una grande che, in Chiesa, quando entra il feretro, applaude. ”
Nessun commento:
Posta un commento