Breve storia della Verità - 6
Medicina e Verità
Si chieda a qualsiasi medico, generalista o specialista, di definire la
salute.
Se risponde “ assenza di malattia ”
Se invece risponde “
ordine e armonia a tutti i livelli di corpo e anima ”
il soggetto è seguace di
Ippocrate.
Seguiamo prima gli insegnamenti di quest’ultimo
( che storicamente vennero molti secoli prima di quelli di Paracelso
)
Ippocrate (460-375 a.C.)
mantenne che le cosiddette “ malattie ” non sono che sintomi di
disordine metabolico :
le sostanze tossiche prodotte durante il metabolismo
invece di essere espulse come dovrebbero,
vengono ritenute da un difettoso sistema emuntore.
L’intestino, i reni, i polmoni e la pelle non funzionano come
dovrebbero.
I sintomi di malattia sono
innumerevoli, e per di più infinitamente diversi.
Quelli della salute, al contrario, sono sette, facilmente gestibili.
Eccoli :
1. L’appetito vero, cioè da stomaco vuoto
( quello falso appare anche a stomaco pieno ma viziato : si beva acqua
per farlo sparire )
2. Il sonno, tempestivo e profondo;
3. La defecazione, inodora
se si è digerito il 100% delle sostanze digeribili, completamente
separate dalle scorie;
4. La minzione, che se registra un pH 8 è sintomo di salute perfetta;
5. La forma fisica, che permette di raddoppiare il ritmo cardiaco senza ansimare;
6.
La sudorazione, inodora e libera.
Se la si impedisce con depilazioni o anti-perspiranti,
si rischia il cancro alla mammella, anche in uomini.
7. La chiusura delle ferite, praticamente istantanea.
Da ciò segue che nel momento in cui un sintomo di salute sparisce,
è tempo di prendere rimedi, senza i quali arriva la malattia.
Questa non è che la reazione del corpo
per liberarsi di tossine indebitamente ancora dentro di esso.
A non riuscirci, è una intossicazione crescente fino alla morte.
Questa visione olistica di salute/malattia ricevette un colpo mancino
ad opera di Teofrasto Bombasto von Hohenheim detto
Paracelso (1493-1541),
che scoprì come fosse più facile ( e remunerativo )
trattare i sintomi con medicamenti vari piuttosto che le cause.
E da lì venne il montaggio correntemente conosciuto
come “ medicina ufficiale ” o “ moderna ”
I suo principio di base è che le malattie sono effetti di attacchi da
microorganismi.
In un dibattito un tempo famoso
tra Louis Pasteur (1822-1895)
e
Antoine Béchamp
(1816-1908),
quest’ultimo riuscì a convincere il primo
che “ il microorganismo è niente, il substrato è tutto ”
ma troppo tardi, sul letto di morte.
La medicina moderna continua ad applicare cerotti sulle ferite,
ritardandone la guarigione,
a uccidere cellule “ cancerogene ” con la chemioterapia,
che uccide il 95% dei pazienti,
a darsi alla caccia di “ virus ”, “ batteri ” e altri
microorganismi
credendoli “ cause ” di malattia,
e altre intraprese che sarebbe troppo lungo anche menzionare.
Se esaminasse i suoi principi alla luce della filosofia Scolastica,
scoprirebbe che la malattia, che è disordine e disintegrazione per
definizione,
non può essere effetto di invasione da esseri viventi, che sono ordine e
unità.
E ritornerebbe così alla saggezza di Ippocrate,
allontanandosi dalla follia di Paracelso, che morì a 48 anni
dopo aver bevuto un intruglio che si illudeva fosse elisir di chissà che
cosa.
Silvano Borruso
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