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Poi,
dopo averci rifilato dagli scaffali dei supermercati un bel po’ di universale merda,
minando le nostre produzioni alimentari e compromettendo seriamente la nostra salute,
ci fanno pagare come lusso l’opportunità di spalarla via
acquistando a prezzo maggiorato gli alimenti che non la contengono.
E così,
l’assenza in un determinato commestibile di quell’olio di palma sinora accolto a braccia aperte, diviene un richiamo pubblicitario seducente
quanto un bel paio di chiappe in una reclame di mutande.
E tutto l’olio di palma che ci siamo sinora ingurgitati ?
Dov’erano i ministri e le “minestre” della salute,
i loro consulenti sanitari, i nutrizionisti, e soprattutto i media,
quando le congreghe politico-industriali, sconsideratamente,
aprivano le porte del mercato alimentare nostrano ad un simile schifo,
raccontandosi e raccontandoci che in fondo non faceva poi tanto male ?
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E cosa dice invece al riguardo la scienza ?
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Ciò che il consumatore deve fare, sostiene il professore,
è "... regolarsi in maniera tale che acidi grassi saturi non superino il 10% nella dieta giornaliera
( per quanto riguarda la popolazione generale ) "
Quello che conta, infatti,
" ... non è il singolo alimento ma il pattern nutrizionale che si segue.
Ovviamente sta al singolo individuo fare attenzione."
[...]
Un'altra criticità - sottolinea il professore - è legata ai " ... contaminanti
che si formano durante i processi di raffinazione,
ovvero quando l'olio viene trattato a una temperatura superiore ai 200 gradi."
Queste sostanze, però, " non sono intrinseche all'olio,
ma si presentano durante questi processi."
Ad ogni modo
"... l'industria alimentare sta affrontando questo problema
e sta cercando di individuare processi di raffinazione che non producano questi contaminanti." rassicura Silano.
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La pensi ognuno come meglio crede
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