Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

martedì 2 maggio 2017

Singolarità tecnologica...

... di cui aver paura ?

[...]
Tra 28 anni
l’intelligenza degli esseri umani verrà moltiplicata miliardi di volte
rispetto alle originarie potenzialità biologiche,
attraverso la fusione con l’intelligenza artificiale creata dall’uomo stesso.
Si tratta di quella che Kurzveil, nel suo libro The singularity is near,
ha definito la “ quinta epoca ” :
quella della fusione tra la tecnologia e l'intelligenza umana,
 con la tecnologia che padroneggia i metodi della biologia
( inclusi quelli dell’intelligenza umana ).
In altre parole,
il 2045 segnerà il passaggio dall’intelligenza biologica
a una combinazione di intelligenza biologica e artificiale.
[...]
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[...]
Il primo teorico della Singolarità Tecnologica che si è ispirato alla Legge di Moore
- che postula come la capacità di calcolo dei computer
cresca esponenzialmente raddoppiando ogni due anni -
è stato però il matematico e scrittore Vernor Vinge,
secondo il quale le potenzialità sempre crescenti dei computer ci consentiranno,
a un certo punto,
di costruire calcolatori più intelligenti di quanto noi stessi possiamo esserlo.
Questi computer, a loro volta,
saranno in grado di costruire computer ancor più intelligenti,
dando vita a un loop di computer intelligenti che costruiscono computer più intelligenti
che sfuggirà completamente al controllo dell’uomo. 
Tutto ciò era stato in qualche modo anticipato già nel 1954
in un racconto * dello scrittore di fantascienza Fredric Brown,
in cui si immagina la costruzione di un supercomputer galattico.

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*
Traduzione e libero adattamento personale dell'originale

Dwan Ev saldava con l’oro la connessione finale
come fosse una cerimonia.
Gli occhi di una dozzina di telecamere lo inquadravano
e l’etere profondo riversava in tutto l'universo
la dozzina di immagini di quello che stava facendo.

Si tirò su e annuì a Dwar Reyn,
poi si spostò in una posizione accanto all'interruttore
che una volta premuto avrebbe completato il contatto.

L'interruttore avrebbe connesso tra loro
tutte le spaventose macchine da calcolo di tutti i pianeti popolati dell'universo
… novanta miliardi di pianeti …
inserendole nel supercircuito
che le avrebbe trasformate in un unico supercalcolatore :
un congegno cibernetico
che avrebbe combinato tutta la conoscenza di tutte le galassie.

Dwar Reyn parlò brevemente ai trilioni di spettatori che ascoltavano.
Poi … dopo una pausa silenziosa … disse :
" Adesso tocca a te … Dwar Ev. "

Dwar Ev schiacciò l'interruttore.
 Ci fu un potente ronzio per l'aumentata potenza
dovuta ai novantasei miliardi di pianeti collegati.
Le luci si illuminarono e poi si abbassarono lungo tutto il kilometrico pannello.
Dwar Ev si avvicinò … e dopo un profondo respiro disse :
" L'onore di fare la prima domanda è tua … Dwar Reyn."

" Grazie " disse Dwar Reyn.
 " Sarà una domanda a cui nessuna singola macchina cibernetica
è mai stata in grado di rispondere. "

Si voltò per rivolgersi alla macchina e chiese :
 " C'è un Dio ? "

Una voce possente rispose senza esitazione
non emettendo neppure un semplice clic da un solo relè
" Sì, adesso c'è un Dio. "

La paura improvvisa lampeggiò sul volto di Dwar Ev.
Fece un salto per spegnere l'interruttore.
Un balenio di fulmini da un cielo senza nuvole lo colpì
e fuse l'interruttore chiuso.


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