Morte del padre
Durante una recente seduta
della Camera dei Deputati,
la presidente Laura Boldrini
ha inviato " … un saluto molto
sentito
a Celeste
Costantino, la nostra collega che ha fatto una bambina
che si chiama
Bianca e che sta bene : un saluto a mamma e bimba. "
Dall'Aula sono arrivati i
giusti applausi per la neo madre
ma il deputato Antonio
Palmieri
ha subito chiesto perché
escludere dagli auguri il padre della bambina.
La domanda ha trovato la
pronta risposta della Boldrini :
" Come dice ? Il papà non è parte in causa in
questo caso.
Scusate, la
bambina è stata fatta da Celeste Costantino,
è nostra
collega e noi ci rivolgiamo a lei, essenzialmente a lei. "
Una replica che non ha
convinto proprio tutti i presenti in aula
e che ha suscitato la
reazione ironica di Daniele Capezzone
il quale ha chiesto la
parola " … per fare gli
auguri anche al marito
o al compagno
della nostra parlamentare, visto che crediamo,
dopo ampia
riflessione,
che anche il
papà abbia avuto un qualche ruolo nella nascita della bimba. "
Insomma, l’ennesima “ boldrinata
”
alla quale ormai siamo
tristemente rassegnati.
Ma cosa ha lasciato realmente
intendere la presidente della Camera
con quella infelice
affermazione ?
Il passaggio non è affatto da
sottovalutare
perché rivela un
atteggiamento socio-culturale ormai diffuso
nel decadente Occidente : la
morte del padre ( celeste e terreno ).
Il parricidio dell’Occidente,
ed in particolare dell’Europa
inizia già con la Rivoluzione
del ’68,
quando uno degli slogan più
diffusi fra i giovani era “ vietato vietare ”.
Quegli anni furono per molti
una stagione esaltante
che in realtà provocò un
forte strappo nella società
segnando la trasformazione
del Capitalismo da borghese-conservatore
ad uno liberale e
consumistico, da una società del risparmio
a quella del desiderio e del
consumismo.
Chi analizzò bene questa
trasformazione
fu il filosofo marxista
Michel Clouscard il quale, in questa metamorfosi,
ravvisò anche una
trasformazione della morale in cui lo sballo ed il piacere
dovevano ridare vivacità alle
nuove esigenze del Mercato.
Il Capitale
non si poteva più sostenere
su una deregolamentazione economica
ma aveva bisogno anche di una
liberalizzazione della morale,
poiché qualsivoglia regola
rappresenta di fatto un freno
alla creazione di nuovi mercati,
tra cui quelli molto
fruttuosi dell’alcool, droghe e sesso.
Clouscard aveva ben capito
l’alto costo di una tale liberalizzazione
per questo in quegli stessi
anni venne ostracizzato a sinistra
e tutt’oggi la sua opera ai
più è sconosciuta.
Uccidere simbolicamente il
padre
significa negare qualsiasi
rapporto con la radice,
con la visione della realtà e
con il senso del limite.
Lo aveva capito molto bene
anche l’intellettuale nostrano Pier Paolo Pasolini,
il quale scriveva che « …
la condanna radicale e indiscriminata
che essi
[ i figli ] hanno
pronunciato contro i loro padri
- che sono la
storia in evoluzione e la cultura precedente –
alzando contro
di essi una barriera insormontabile,
ha finito con l'isolarli,
impedendo loro,
coi loro padri, un rapporto dialettico.
Ora, solo
attraverso tale rapporto dialettico
- sia pur
drammatico ed estremizzato –
essi avrebbero
potuto avere reale coscienza storica di sé,
e andare
avanti, ‘ superare ’ i padri.
Invece
l'isolamento in cui si sono chiusi
- come in un
mondo a parte, in un ghetto riservato alla gioventù –
li ha tenuti
fermi alla loro insopprimibile realtà storica :
e ciò ha
implicato - fatalmente - un regresso.
»
Le parole della Boldrini,
alla luce di due pensatori
impertinenti come Clouscard e Pasolini,
cominciano a prendere un
senso ed una forma
prima celati dalla goffaggine
di certe affermazioni :
checché ne dicano femministe
incallite ed i nuovi sacerdoti del gender,
bisogna riconoscere
che questa volontà di
sciogliere ogni rapporto di autorità
ha una sua lucida logica
determinata da precise esigenze del Mercato.
Infatti, i cittadini più sono
isolati e chiusi nel loro egoismo,
più sono vulnerabili al
condizionamento
sempre più immorale e
aggressivo del marketing.
Non solo,
se l’autorità - il padre -
non sa più comandare,
né i subalterni - i figli -
sanno più obbedire,
allora ci sarà anche sempre
meno società, vivremo in una Babele.
Eppure, anche una partita di
pallone ha bisogno di regole
e di un arbitro che le faccia
rispettare senza, per questo,
essere considerato un
tiranno.
Al massimo può essere un “ cornuto
”
e infatti ci saranno sempre
gli arbitri meno capaci e anche quelli corrotti,
ma questi casi non riescono a
compromettere minimamente
l’importanza e la necessità
di questa figura.
Evidentemente il caos è
funzionale al Mercato perché, come intuì Pasolini,
« Il potere è divenuto un
potere consumistico,
infinitamente più efficace
nell'imporre la propria volontà
che qualsiasi altro potere al
mondo.
La persuasione a seguire una
concezione edonistica della vita
ridicolizza ogni precedente
sforzo autoritario di persuasione. »
Ma non solo, come sostiene lo psicanalista Luigi Zoja,
« Ogni perdita di paternità è
perdita di civiltà. »
- di Giorgio Arconte -
www.stanza101.org
Nessun commento:
Posta un commento