Quando la pubblicità non è progresso
C’è una malattia, tipica dei nostri tempi, devastante,
che lascia intatto il corpo
corrodendo con la massima ferocia la mente degli individui.
Questa malattia si chiama “ Consumismo ”
[...]
[...]
Tra piogge di slogan ( claim, si dice claim ! ),
che ormai scandiscono le nostre vite più dei nomi dei nostri parenti più prossimi,
parallelismi tra il mondo della pubblicità moderna e la propaganda nazista,
nonché tra multinazionali e gerarchie militari;
tra le verità sputate in faccia al lettore con il più spietato cinismo ...
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" Sono un pubblicitario : ebbene sì, inquino l’universo.
" Sono un pubblicitario : ebbene sì, inquino l’universo.
Io sono quello che vi vende tutta quella merda.
Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai.
Cielo sempre blu, ragazze sempre belle,
una felicità perfetta, ritoccata in Photoshop.
Immagini leccate, musiche nel vento.
una felicità perfetta, ritoccata in Photoshop.
Immagini leccate, musiche nel vento.
Quando, a forza di risparmi,
voi riuscirete a pagarvi l’auto dei vostri sogni,
voi riuscirete a pagarvi l’auto dei vostri sogni,
quella che ho lanciato nella mia ultima campagna,
io l’avrò già fatta passare di moda.
Sarò già tre tendenze più avanti,
riuscendo così a farvi sentire sempre insoddisfatti.
Il Glamour è il paese dove non si arriva mai.
Io vi drogo di novità,
e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova.
C’è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente.
Farvi sbavare è la mia missione.
Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità,
perché la gente felice non consuma.
La vostra sofferenza dopa il commercio. “
Lire 29.600
Feltrinelli - 2001
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