Si dice che il testamento biologico non sia eutanasia.
È vero.
Ma da questo a quello il passo potrebbe essere breve.
È la relativa penultima « finestra di Overton » al riguardo.
La scelta di Marina
( comunque da rispettare )
[...]
Il guaio è che
in nome di questa libertà molti saranno costretti a morire prima del tempo.
Perché non è vero che grazie alla legge sulle Dat chi vorrà potrà farsi uccidere
e chi no morirà sicuramente di morte naturale
curato e accudito fino all’ultimo come desidera.
Questa norma, infatti,
creerà una mentalità efficientista e di abbandono terapeutico,
facendo sentire i malati che vogliono vivere fino a morte naturale
come un peso inutile.
Perciò,
pur sperando che si sia convertita nella frazione di secondo successiva alla sedazione,
il suo gesto finale ha una gravità dalle conseguenze enormi su tutta la società,
che oggi più che mai
è bisognosa non di aguzzini che offrano la mano per redigere “testamenti biologici”,
ma di testimoni capaci di dare tempo, energie, amore, compagnia
e quindi la vita, per la vita di ogni malato.
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Ciò premesso ...
Attiva la fantasia e metti in collegamento i neuroni
immaginando le potenzialità intrinseche in quella tecnologia.
Nello specifico ... l'uso aberrante che ne potrebbe derivare.
Il passaggio dal DAT all'eutanasia vera e propria
potrebbe così diventare soltanto questione di tempo e di lavoro
per « psicologi allineati al Sistema »
Persuasori
dell'accettazione di avere come « percezione della dipartita »
magnifici scenari onirici cerebrali
indotti con l'utilizzo di Intelligenze Artificiali miniaturizzate.
Come dire :
" Fuori dalle balle ... però felicemente "
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[...]
... scandire le tappe verso l’imposizione di un modello ormai internazionale
in cui la vita umana, nelle sue forme più deboli e fragili
deve essere scartata ed eliminata. Ovviamente nel nome del progresso.
Fa particolare impressione in questo contesto
andare a rileggere la prefazione che nell’aprile del 1997 Joseph Ratzinger
- più tardi, Papa Benedetto XVI -
scrisse al libro del docente e filosofo belga Michel Schooyans,
“ Nuovo disordine mondiale ”
tradotto e pubblicato in italiano dalle Edizioni San Paolo nel 2000.
L’allora cardinale, commentando il libro di Schooyans
- studioso molto acuto, acerrimo nemico delle politiche neomalthusiane
ossessionate dalla riduzione della popolazione mondiale -
identifica perfettamente l’impianto ideologico e il paradigma antropologico
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