Disfacimento di una civiltà
Un evento inesorabile ?
“ Siamo in guerra, anche se non si sentono spari.
Nessuno sa più quello che sta succedendo, ma tutti credono ancora di saperlo :
e vivono come in tempo di pace, limitandosi a scavalcare macerie. ”
- Giorgio Cattaneo -
La lotteria dell'Universo
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Brani ripresi dal Libro citato
La verità
La verità è che siamo fuori di qualche trilione.
Lo so, ammise il supremo contabile; ma il problema, come sempre, è politico.
Occorre ben altro che il pallottoliere :
servono narrazioni, e il guaio è che i narratori ormai scarseggiano.
Il Supremo aveva superato i sessant’anni ed era cresciuto al riparo dei migliori istituti
poi l’avevano messo alla prova
per vedere se sarebbe stato capace di premere il pulsante.
Intuì che premere il pulsante era l’unico modo per restare a bordo
e lo premette.
Quando poi vide la reale dimensione del dramma, ormai era tardi :
c’erano altri pulsanti, da far premere ad altri esordienti.
Si fece portare un caffè lungo, senza zucchero, e provò il desiderio selvaggio di tornare bambino. Rivide un prato senza fine, gremito di sorrisi e volti amici, tutte persone innocue. Devo proprio aver sbagliato mondo, concluse, tornando alla sua contabilità infernale.
Tungsteno
L’isoletta era prospera e felice, o almeno così piaceva ripetere al governatore
sempre un po’ duro d’orecchi con chi osava avanzare pretese impudenti
specie in materia di politica economica
magari predicando la necessità di sani investimenti in campo agricolo.
Il popolo si sentì magnificare le virtù del nuovo super-caccia al tungsteno
ideale per la difesa aerea.
Ma noi non abbiamo nemici, protestarono. Errore : potremmo sempre scoprirne.
Il dibattito si trascinò per mesi. I contadini volevano reti irrigue, agronomi
serre sperimentali, esperti universitari in grado di rimediare alle periodiche siccità.
Una mattina il cielo si annuvolò e i coloni esultarono.
Pioverà, concluse il governatore, firmando un pezzo di carta
che indebitava l’isola per trent’anni
giusto il prezzo di un’intera squadriglia di super-caccia al tungsteno.
Stiamo pensando
Stiamo pensando alla situazione nella sua inevitabile complessità
alle sue cause, alle incidenze coincidenti ma nient’affatto scontate.
Stiamo pensando a come affrontare una volta per tutte
la grana del famosissimo debito pubblico, voi capite, il debito pubblico
che è come la mafia, la camorra, l’evasione fiscale, l’Ebola,
gli striscioni razzisti negli stadi
la rissa sui dividendi della grande fabbrica scappata oltremare
l’abrogazione di tutto l’abrogabile.
Perché abbiamo perso ?
Stiamo pensando a come non perdere sempre, a come non farvi perdere sempre.
Stiamo pensando, compagni.
E, in confidenza, di tutte queste problematiche così immense, così universali
così globalmente complicate, be’, diciamocelo: non ne veniamo mai a capo.
Il fatto è che non capiamo, compagni. Non capiamo mai niente.
Ma, questa è la novità, ci stiamo finalmente ragionando su.
Stiamo pensando.
Una friggitoria di meningi – non lo sentite, l’odore ?
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[...]
Se la civiltà moderna un giorno dovesse crollare sotto la spinta degli appetiti disordinati che essa ha inoculati nella massa, bisognerebbe esser ciechi per non vedere, in ciò, il giusto castigo del suo vizio d’origine o, per esprimersi senza fraseologie morali, il «rimbalzo» della sua stessa azione proprio nel dominio in cui essa si è esercitata. È detto nel Vangelo: « Chi di spada ferisce, di spada perisce » ; chi ha scatenato le forze brute della materia perirà schiacciato da queste stesse forze, di cui ha cessato di essere davvero il signore dal momento in cui le ha messe imprudentemente in moto e di cui egli non può nemmeno presumere di frenare indefinitamente a marcia fatale. Forze della natura o forze delle masse umane, o le une e le altre insieme, poco importa; son sempre le leggi della materia che qui agiscono e esse travolgono inesorabilmente chi ha creduto di dominarle senza essersi elevato di là dalla materia. L’Evangelo dice in più: « Ogni casa divisa in sé stessa crollerà ». Questo detto si applica a perfezione al mondo moderno, con la sua civilizzazione materiale che, per la sua stessa natura, non può che suscitar dovunque lotte e divisioni. La conclusione è fin troppo facile a trarsi e non occorre passare ad altre considerazioni per predire, senza tema di errore, che questo mondo va incontro ad una fine tragica, a meno che un cambiamento radicale, sviluppantesi fino ad una vera e propria revulsione, non si produca a breve scadenza.
[...]
- René Guenon -
La crisi del mondo moderno
7 - Una civiltà materiale
Ed Mediterranee - 1972
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