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martedì 26 marzo 2019

Il torpore dei tanti a vantaggio dei pochi

Discorso di Licinio Macro, tribuno della plebe

(1)
Se voi, Quiriti, non valutaste a sufficienza la differenza
tra i diritti ereditati dai vostri antenati e la schiavitù apprestatavi da Silla
dovrei lungamente parlare e spiegarvi quante volte e in seguito a quali offese
la plebe attuò una secessione in armi dal senato
e creò i tribuni della plebe come per rivendicare i propri diritti.
(2)
Ora mi resta soltanto da esortarvi
e da guidarvi sulla strada che credo sia quella giusta per conquistare la libertà.
(3)
Non mi sfugge quanta sia la potenza della nobiltà, che da solo, senza potere
con un simulacro di magistratura, cerco di spodestare dal suo dominio
né quanto più liberamente
agisca una banda di criminali rispetto agli onesti isolati.
(4)
Ma oltre alla speranza che nutro in voi e che ha sconfitto la mia paura
credo che per un uomo valoroso
sia preferibile una battaglia per la libertà con esito sfavorevole
che non aver combattuto affatto.
(5)
Tutti gli altri magistrati nominati per tutelare i vostri diritti
hanno rivolto contro di voi la loro forza e il loro potere
allettati da favori, speranze, compensi
e preferiscono delinquere a pagamento
che non comportarsi bene gratuitamente.
(6)
Così tutti sono caduti in potere di pochi, i quali
con la scusa delle necessità militari si sono impadroniti dell’erario
degli eserciti, dei regni, delle province
e si sono fatti un baluardo delle vostre spoglie
mentre voi, moltitudine, come bestie offrite voi stessi
al dominio e allo sfruttamento dei singoli
spogliati di tutto quello che vi hanno lasciato i vostri antenati
tranne il diritto di voto
attraverso il quale una volta nominavate dei difensori
adesso nominate dei padroni.
(7)
Così tutti hanno cambiato campo
ma presto, se riconquisterete i vostri diritti
la maggior parte torneranno da voi.
È ben raro, infatti, il coraggio di difendere le proprie idee :
tutti gli altri appartengono al più forte.
(8)
Dubitate forse di trovare ostacoli
se vi muovete con impeto concorde
quando hanno avuto paura di voi
anche quando eravate pigri e sonnacchiosi ?
Non è forse vero che Gaio Cotta
console uscito dal seno stesso della nobiltà
per nessun altro motivo che per paura
ha restituito ai tribuni della plebe una parte dei loro diritti ?
E sebbene Lucio Sicinio
il primo che osò parlare del potere dei tribuni
mentre voi bofonchiavate in silenzio, sia stato sopraffatto
tuttavia i vostri nemici ebbero paura dell’impopolarità
ben prima che voi nausea delle offese ricevute.
(9)
Di questo non mi meraviglierò mai abbastanza, Quiriti :
avete ben capito che le vostre speranze sono vane.
Dopo la morte di Silla
che vi aveva imposto una schiavitù feroce, credevate finiti i vostri mali
ma ecco che è spuntato Catulo, molto più feroce.
(10)
Poi scoppiò un tumulto durante il consolato di Bruto e Mamerco
Poi Gaio Curione
spinse il suo potere fino a uccidere un tribuno innocente.
(11)
Avete visto l’anno scorso
con quanta violenza Lucullo attaccò Lucio Quinzio
e quanti disordini si vanno adesso sollevando contro di me !
Ma tutto sarebbe stato inutile
se loro avessero avuto intenzione di mettere fine al loro dominio
prima che voi alla vostra schiavitù :
tanto più che in queste guerre civili, sia pure con altre parole
le due parti si sono contese il dominio su di voi.
(12)
Per questo motivo furono limitati nel tempo gli altri conflitti
divampati dalla licenza, dall’odio, dall’ingordigia
mentre è rimasto costante
l’obiettivo perseguito dalle due parti
e strappato a voi per il futuro : il potere dei tribuni
l’arma che i nostri padri avevano allestito in difesa della libertà.
(13)
Io dunque vi esorto e vi prego di riflettere
e di non cambiare per ignavia il senso delle parole
chiamando tranquillità la schiavitù.
E del resto, di questa tranquillità non c’è modo di godere
se il delitto sconfiggerà la giustizia e l’onore;
ci sarebbe stato solo se voi foste rimasti totalmente acquiescenti.
Ma adesso se ne sono accorti, e se non vincerete
vi terranno in servitù più stretta
perché ogni offesa è tanto più sicura dell’impunità quanto più è grave.
(14)
Qual è dunque la tua proposta ? Chiederà qualcuno di voi.
Per prima cosa, che abbandoniate questo modo di comportarvi
con l’animo pigro e la lingua svelta
pensando alla libertà solo finché siete in assemblea.
(15)
Poi – non vi invito a quelle azioni virili
grazie alle quali i vostri antenati ottennero i tribuni della plebe
l’accesso alle magistrature patrizie
votazioni libere non sottoposte alla ratifica dei patrizi –
dal momento che tutta la forza sta in voi, Quiriti
e sta nella vostra facoltà compiere o no a vostro vantaggio
gli ordini che adesso subite a vantaggio di altri
aspettate forse consiglio da Giove
da qualche altro dio ?
(16)
I grandi ordini dei consoli e i decreti del Senato
siete voi a ratificarli obbedendo, Quiriti
e siete voi di vostra iniziativa
a favorire e aumentare l’arbitrio perpetrato contro di voi.
(17)
Io non vi esorto a vendicarvi delle offese, ma a desiderare la pace
e, volendo
non la discordia civile come loro mi calunniano, ma la fine di essa
richiedo ciò che ci appartiene secondo il diritto delle genti
e se vorranno ostinarsi a trattenerlo
vi propongo non la guerra né la secessione
ma semplicemente che smettiate di offrire il vostro sangue.
(18)
Detengano e amministrino le cariche a modo loro
cerchino il trionfo, affrontino pure Mitridate, Sertorio e il resto degli esiliati
con i ritratti dei loro antenati : chi non ha parte dei frutti
resti fuori anche dalle fatiche e dai pericoli.
(19)
Ma forse con questa improvvisa legge frumentaria
si vogliono ripagare i vostri carichi.
Con essa hanno valutato a cinque moggi la libertà di tutti voi
non più della razione di un carcerato.
Allo stesso modo
che quelli con una razione così povera sono sì tenuti in vita
ma le loro forze si infiacchiscono, concessioni così piccole
ingannano con esili speranze l’ignavia di ciascuno
senza liberarvi dalle preoccupazioni familiari.
(20)
E anche se fosse un’offerta ampia
dal momento che ve la darebbero come prezzo della schiavitù
quale viltà non sarebbe cadere nell’inganno
e dover ringraziare l’offensore di ciò che è vostro ?
(21)
Attenti agli inganni
in nessun altro modo possono avere la meglio contro tutti voi
e nemmeno lo tenteranno.
Per questo, da un lato vi apprestano delle lusinghe
dall’altro vi rimandano all’arrivo di Gneo Pompeo
– colui che un giorno, quando la loro paura era al massimo
portarono a spalla in trionfo
e adesso che non hanno più paura lo calunniano.
(22)
E non si vergognano, questi presunti vindici della libertà
di non avere il coraggio di far cessare l’ingiustizia
ovvero di difendere i loro diritti
solo perché, tanti come sono, gli manca un uomo.
(23)
E io credo per certo che Pompeo, quel giovane pieno di gloria
preferisca arrivare al potere col vostro soste­gno
piuttosto che complice della loro tirannide
e sarà tra i primi a difendere il potere dei tribuni.
(24)
Un tempo, Quiriti
i singoli cittadini trovavano difesa nella collettività
adesso tutti la trovate in un uomo solo
e nessun uomo da solo poteva dare o togliere questi diritti.
(25)
Ho detto abbastanza
e del resto, non è l’igno­ranza che vi inceppa.
(26)
Piuttosto vi ha preso una specie di torpore
per cui restate insensibili alla gloria come all’infamia
e avete dato tutto in cambio dell’attuale bonaccia
pensando di avere libertà più che sufficiente
solo perché la frusta rispar­mia le vostre schiene
e siete liberi di muovervi
per concessione dei vostri ricchi padroni.
(27)
Diritti che i contadini neppure hanno :
vengono uccisi nelle lotte fra i potenti
o mandati nelle province come dono ai magistrati.
(28)
Si combatte dunque e si vince a vantaggio di pochi
e qualunque sia l’esito
la plebe è sconfitta e lo sarà ogni giorno di più
se avranno maggiore impegno loro nel mantenere la tirannide
che voi nel reclamare la libertà ”

- Sallustio - 
Historiae, III, 48
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