Discorso di Licinio Macro, tribuno della plebe
(1)
Se voi, Quiriti, non valutaste a
sufficienza la differenza
tra i diritti ereditati dai vostri
antenati e la schiavitù apprestatavi da Silla
dovrei lungamente parlare e spiegarvi
quante volte e in seguito a quali offese
la plebe attuò una secessione in armi
dal senato
e creò i tribuni della plebe come per
rivendicare i propri diritti.
(2)
Ora mi resta soltanto da esortarvi
e da guidarvi sulla strada che credo sia
quella giusta per conquistare la libertà.
(3)
Non mi sfugge quanta sia la potenza
della nobiltà, che da solo, senza potere
con un simulacro di magistratura, cerco di
spodestare dal suo dominio
né quanto più liberamente
agisca una banda di criminali rispetto
agli onesti isolati.
(4)
Ma oltre alla speranza che nutro in voi
e che ha sconfitto la mia paura
credo che per un uomo valoroso
sia preferibile una battaglia per la
libertà con esito sfavorevole
che non aver combattuto affatto.
(5)
Tutti gli altri magistrati nominati per
tutelare i vostri diritti
hanno rivolto contro di voi la loro
forza e il loro potere
allettati da favori, speranze, compensi
e preferiscono delinquere a pagamento
che non comportarsi bene gratuitamente.
(6)
Così tutti sono caduti in potere di
pochi, i quali
con la scusa delle necessità militari si
sono impadroniti dell’erario
degli eserciti, dei regni, delle
province
e si sono fatti un baluardo delle vostre
spoglie
mentre voi, moltitudine, come bestie
offrite voi stessi
al dominio e allo sfruttamento dei
singoli
spogliati di tutto quello che vi hanno
lasciato i vostri antenati
tranne il diritto di voto
attraverso il quale una volta nominavate
dei difensori
adesso nominate dei padroni.
(7)
Così tutti hanno cambiato campo
ma presto, se riconquisterete i vostri
diritti
la maggior parte torneranno da voi.
È ben raro, infatti, il coraggio di
difendere le proprie idee :
tutti gli altri appartengono al più
forte.
(8)
Dubitate forse di trovare ostacoli
se vi muovete con impeto concorde
quando hanno avuto paura di voi
anche quando eravate pigri e
sonnacchiosi ?
Non è forse vero che Gaio Cotta
console uscito dal seno stesso della
nobiltà
per nessun altro motivo che per paura
ha restituito ai tribuni della plebe una
parte dei loro diritti ?
E sebbene Lucio Sicinio
il primo che osò parlare del potere dei
tribuni
mentre voi bofonchiavate in silenzio,
sia stato sopraffatto
tuttavia i vostri nemici ebbero paura
dell’impopolarità
ben prima che voi nausea delle offese
ricevute.
(9)
Di questo non mi meraviglierò mai
abbastanza, Quiriti :
avete ben capito che le vostre speranze
sono vane.
Dopo la morte di Silla
che vi aveva imposto una schiavitù
feroce, credevate finiti i vostri mali
ma ecco che è spuntato Catulo, molto più
feroce.
(10)
Poi scoppiò un tumulto durante il
consolato di Bruto e Mamerco
Poi Gaio Curione
spinse il suo potere fino a uccidere un
tribuno innocente.
(11)
Avete visto l’anno scorso
con quanta violenza Lucullo attaccò
Lucio Quinzio
e quanti disordini si vanno adesso
sollevando contro di me !
Ma tutto sarebbe stato inutile
se loro avessero avuto intenzione di
mettere fine al loro dominio
prima che voi alla vostra schiavitù :
tanto più che in queste guerre civili,
sia pure con altre parole
le due parti si sono contese il dominio
su di voi.
(12)
Per questo motivo furono limitati nel
tempo gli altri conflitti
divampati dalla licenza, dall’odio,
dall’ingordigia
mentre è rimasto costante
l’obiettivo perseguito dalle due parti
e strappato a voi per il futuro : il
potere dei tribuni
l’arma che i nostri padri avevano
allestito in difesa della libertà.
(13)
Io dunque vi esorto e vi prego di
riflettere
e di non cambiare per ignavia il senso
delle parole
chiamando tranquillità la schiavitù.
E del resto, di questa tranquillità non
c’è modo di godere
se il delitto sconfiggerà la giustizia e
l’onore;
ci sarebbe stato solo se voi foste
rimasti totalmente acquiescenti.
Ma adesso se ne sono accorti, e se non
vincerete
vi terranno in servitù più stretta
perché ogni offesa è tanto più sicura
dell’impunità quanto più è grave.
(14)
Qual è dunque la tua proposta ? Chiederà
qualcuno di voi.
Per prima cosa, che abbandoniate questo
modo di comportarvi
con l’animo pigro e la lingua svelta
pensando alla libertà solo finché siete
in assemblea.
(15)
Poi – non vi invito a quelle azioni
virili
grazie alle quali i vostri antenati
ottennero i tribuni della plebe
l’accesso alle magistrature patrizie
votazioni libere non sottoposte alla
ratifica dei patrizi –
dal momento che tutta la forza sta in
voi, Quiriti
e sta nella vostra facoltà compiere o no
a vostro vantaggio
gli ordini che adesso subite a vantaggio
di altri
aspettate forse consiglio da Giove
o da
qualche altro dio ?
(16)
I grandi ordini dei consoli e i decreti
del Senato
siete voi a ratificarli obbedendo,
Quiriti
e siete voi di vostra iniziativa
a favorire e aumentare l’arbitrio
perpetrato contro di voi.
(17)
Io non vi esorto a vendicarvi delle
offese, ma a desiderare la pace
e, volendo
non la discordia civile come loro mi
calunniano, ma la fine di essa
richiedo ciò che ci appartiene secondo
il diritto delle genti
e se vorranno ostinarsi a trattenerlo
vi propongo non la guerra né la
secessione
ma semplicemente che smettiate di
offrire il vostro sangue.
(18)
Detengano e amministrino le cariche a
modo loro
cerchino il trionfo, affrontino pure
Mitridate, Sertorio e il resto degli esiliati
con i ritratti dei loro antenati : chi
non ha parte dei frutti
resti fuori anche dalle fatiche e dai
pericoli.
(19)
Ma forse con questa improvvisa legge
frumentaria
si vogliono ripagare i vostri carichi.
Con essa hanno valutato a cinque moggi
la libertà di tutti voi
non più della razione di un carcerato.
Allo stesso modo
che quelli con una razione così povera
sono sì tenuti in vita
ma le loro forze si infiacchiscono, concessioni
così piccole
ingannano con esili speranze l’ignavia
di ciascuno
senza liberarvi dalle preoccupazioni
familiari.
(20)
E anche se fosse un’offerta ampia
dal momento che ve la darebbero come
prezzo della schiavitù
quale viltà non sarebbe cadere
nell’inganno
e dover ringraziare l’offensore di ciò
che è vostro ?
(21)
Attenti agli inganni
in nessun altro modo possono avere la
meglio contro tutti voi
e nemmeno lo tenteranno.
Per questo, da un lato vi apprestano
delle lusinghe
dall’altro vi rimandano all’arrivo di
Gneo Pompeo
– colui che un giorno, quando la loro
paura era al massimo
portarono a spalla in trionfo
e adesso che non hanno più paura lo
calunniano.
(22)
E non si vergognano, questi presunti
vindici della libertà
di non avere il coraggio di far cessare
l’ingiustizia
ovvero di difendere i loro diritti
solo perché, tanti come sono, gli manca
un uomo.
(23)
E io credo per certo che Pompeo, quel
giovane pieno di gloria
preferisca arrivare al potere col vostro
sostegno
piuttosto che complice della loro
tirannide
e sarà tra i primi a difendere il potere
dei tribuni.
(24)
Un tempo, Quiriti
i singoli cittadini trovavano difesa
nella collettività
adesso tutti la trovate in un uomo solo
e nessun uomo da solo poteva dare o
togliere questi diritti.
(25)
Ho detto abbastanza
e del resto, non è l’ignoranza che vi
inceppa.
(26)
Piuttosto vi ha preso una specie di
torpore
per cui restate insensibili alla gloria
come all’infamia
e avete dato tutto in cambio
dell’attuale bonaccia
pensando di avere libertà più che
sufficiente
solo perché la frusta risparmia le
vostre schiene
e siete liberi di muovervi
per concessione dei vostri ricchi
padroni.
(27)
Diritti che i contadini neppure hanno :
vengono uccisi nelle lotte fra i potenti
o mandati nelle province come dono ai
magistrati.
(28)
Si combatte dunque e si vince a
vantaggio di pochi
e qualunque sia l’esito
la plebe è sconfitta e lo sarà ogni
giorno di più
se avranno maggiore impegno loro nel
mantenere la tirannide
che voi nel reclamare la libertà ”
- Sallustio -
Historiae, III, 48
______________________________
______________________________
Nessun commento:
Posta un commento