Vitalità
[...]... ciascuno avverte che tutti i suoi atti, mentali o materiali,
emanano come da una sorgente,
da un occulto tesoro di energia vivente che è il fondo del suo essere.
E avverte inoltre che questo tesoro è quantitativamente determinato,
e a volte sembra diminuire e altre volte riempirsi, come un torrente,
fino ad un certo livello massimo.
E non solo percepisce questo suo fondamentale tesoro di energia,
ma, entrando in contatto con un altro uomo,
nota anche, ed è ciò che più sorprende, la quantità e la qualità della vitalità altrui.
Chi non lo ha esperimentato ?
Separandoci da una persona
con cui abbiamo conversato per un buon lasso di tempo, ci sentiamo tonificati.
E non perché quella persona sia molto intelligente,
né perché si sia mostrata caritatevole: non le dobbiamo né un insegnamento né un favore.
Senza dubbio, usciamo dal contatto con essa rinfrescati, pieni di fiducia in noi stessi,
ottimisti, saturi di impulsi e pienezza, con una ferma fiducia nell’esistenza.
Se vogliamo analizzare i motivi di questo irrobustimento e aumento di vitalità
non ne troviamo uno concreto.
Ma ci sono altre persone la cui vicinanza, per breve che sia,
ci lascia malconci ed estenuati, pieni di sfiducia
e come se l’esistenza avesse preso un sapore amaro.
Separandoci da esse siamo più deboli e, per così dire, abbiamo perso calorie.
E in effetti esistono due categorie di esseri,
alcuni dotati di vitalità traboccante, che si mantengono sempre in super attivítà;
altri, di vitalità insufficiente, sempre in deficit.
L’eccesso degli uni ci contamina favorevolmente, ci corrobora e nutre;
il difetto degli altri ci assorbe vita, ci deprime e ci consuma.
ci lascia malconci ed estenuati, pieni di sfiducia
e come se l’esistenza avesse preso un sapore amaro.
Separandoci da esse siamo più deboli e, per così dire, abbiamo perso calorie.
E in effetti esistono due categorie di esseri,
alcuni dotati di vitalità traboccante, che si mantengono sempre in super attivítà;
altri, di vitalità insufficiente, sempre in deficit.
L’eccesso degli uni ci contamina favorevolmente, ci corrobora e nutre;
il difetto degli altri ci assorbe vita, ci deprime e ci consuma.
Come, e attraverso quali meccanismi questo avvenga, lo ignoriamo,
però il fatto non consente dubbi.
Né in fondo, è così inatteso, perché la vita, tra tutte le realtà dell’universo,
è precisamente l’unica che si contagia. Al punto che, in una delle sue caratteristiche
la vita andrebbe definita come ciò che è capace di contagiare e contagiarsi.
Sempre è contagiosa, la corporea e la spirituale, la buona, che si chiama salute,
e la cattiva, che si chiama infermità .
Si contagia la molta vita e si contagia la poca vita;
tra forti ci irrobustiamo, tra deboli ci estenuiamo.
Si contagia persino la bellezza, contrariamente a ciò che dice il volgo;
si contagiano la vecchiaia e la gioventù .
« Poiché il re David era vecchio e attempato, lo coprivano di vesti ma non si riscaldava.
Dissero pertanto i suoi servi :
- Cercate per il mio signore il re una fanciulla vergine, perché stia dinanzi al re,
e lo ripari dal freddo e dorma al suo fianco, e riscalderà il mio signore il re -
- Cercate per il mio signore il re una fanciulla vergine, perché stia dinanzi al re,
e lo ripari dal freddo e dorma al suo fianco, e riscalderà il mio signore il re -
E cercarono una bella fanciulla per tutto il territorio di Israele,
e trovarono Abisag Sunamita, e la portarono al re.
E la fanciulla era bella, riscaldava il re e lo serviva, ma il re non la conobbe mai. »
La leggenda è caratteristica dello spirito che regna nella Bibbia,
dove sempre sono superlativamente mescolati dolcezza e crudeltà mitezze e crimini.
Questa scena, contemporaneamente patetica e perversa,
ci avvicina al profondo mistero della trasfusione vitale.
La bruna gioventù della fanciulla ebrea si trasferisce nel corpo caduco del vecchio re,
che rivive per alcuni momenti e quasi può come nei tempi fiorenti,
fare la sua danza di fronte all’arca.
e trovarono Abisag Sunamita, e la portarono al re.
E la fanciulla era bella, riscaldava il re e lo serviva, ma il re non la conobbe mai. »
La leggenda è caratteristica dello spirito che regna nella Bibbia,
dove sempre sono superlativamente mescolati dolcezza e crudeltà mitezze e crimini.
Questa scena, contemporaneamente patetica e perversa,
ci avvicina al profondo mistero della trasfusione vitale.
La bruna gioventù della fanciulla ebrea si trasferisce nel corpo caduco del vecchio re,
che rivive per alcuni momenti e quasi può come nei tempi fiorenti,
fare la sua danza di fronte all’arca.
Ma questa è una leggenda e niente più.
Non lo è invece, la recente osservazione di Carrel e Ebeling, secondo cui,
introducendo un estratto di tessuto embrionale in una coltivazione di cellule congiuntive,
queste si sviluppano in forma giovanile,
e viceversa decadono sottoposte al siero di un animale vecchio.
È ormai passato molto tempo da quando Ranke riuscì , mediante lavaggi,
ad isolare da un muscolo stanco
sostanze con le quali si produce la fatica in un altro muscolo fresco.
Per non parlare dei tentativi che si compiono ora di ringiovanimento sperimentale.
Tratto dal saggio :
Vitalità, anima e spirito
Non lo è invece, la recente osservazione di Carrel e Ebeling, secondo cui,
introducendo un estratto di tessuto embrionale in una coltivazione di cellule congiuntive,
queste si sviluppano in forma giovanile,
e viceversa decadono sottoposte al siero di un animale vecchio.
È ormai passato molto tempo da quando Ranke riuscì , mediante lavaggi,
ad isolare da un muscolo stanco
sostanze con le quali si produce la fatica in un altro muscolo fresco.
Per non parlare dei tentativi che si compiono ora di ringiovanimento sperimentale.
Tratto dal saggio :
Vitalità, anima e spirito
- José Ortega y Gasset -
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