I bevitori di stelle
Le notti che non c'è la luna,
le lucide notti d'estate che il cielo la terra importuna
col lampo d'innumeri occhiate, occhiate di stelle !
E le cose
(che troppo si sentono addosso le tante pupille curiose)
mal dormono un sonno commosso,
È allora che vengono fuori,
e, a un fiume che sanno, in pianelle,
s'avviano giù i bevitori di stelle per bere le stelle,
le stelle piovute in riflessi nell'acqua.
Bocconi, alla scabra si gittano, sponda,
e sott'essi han liquido un cielo alle labbra.
E bevono, bevono
e dalla profonda quïete del fiume
si vedon fiorire essi a galla
— offerto al lor giubilo —
il lume dei mondi lontani,
e le ghiotte sorsate s'affannano a bere,
nell'acqua ove nuota, la notte, il fosforo e l'or delle sfere.
Le turbe beate son esse
di quelli che vivon di sogni, d'azzurro, di terre promesse,
di limbi siderei,
d'ogni castel che si dondola in aria,
di quei che le fate morgane richiaman con nuvola varia,
e le principesse lontane.
- Ernesto Ragazzoni -
I bevitori di stelle e altre poesie
Scriptorius 1997
Nessun commento:
Posta un commento