Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

mercoledì 5 giugno 2019

I Segni, la realtà e le illusioni

La realtà è fatta di Segni che vanno interpretati

prof. Francesco Lamendola


Che cos'è un segno ?
Per il vocabolario, il segno, dal latino signum, è qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno
da cui si possano trarre indizi, deduzioni, conoscenze e simili ( Treccani )
[...]
La definizione che danno i semiologi
è un po' diversa da quella che vige nell’uso della lingua di tutti i giorni, e cioè :
qualcosa che sta per qualcos'altro, a qualcuno, in qualche modo.
[...]
Il segno è un rimando, non è la cosa.
La siccità non è la cosa, o meglio non è tutta la cosa,  ma il segno di un'altra cosa :
la mancanza di precipitazioni.
...
Ciascun segno può essere interpretato in modo differente da soggetti diversi; non solo :
ogni segno può essere interpretato in maniere differenti anche dallo stesso soggetto,
in momenti o situazioni diversi.
...
La manifestazione del segno è sempre qualcosa che avviene in un contesto preciso,
in uno spazio e in un tempo determinati, cioè che avviene in una particolare maniera,
la quale non è universale, ma specifica.
[...]
Il segno, pertanto, non è la cosa, ma è il modo in cui la cosa si rende manifesta.
Un quadro, un trattato scientifico, un film, un brano musicale,
sono manifestazioni di una idea o di un sentimento,
o di un insieme di idee e sentimenti, che avvengono per mezzo di segni.
[...]
I segni non solo solamente di carattere visivo :
è evidente che ve ne sono per ogni organo di senso, e che una persona cieca, ad esempio,
si trova a vivere non già in un mondo sprovvisto di segni,
ma in un mondo fatto di segni uditivi, olfattivi, gustativi e tattili.
[...]
Sia l’uomo antico, greco o romano, sia l’uomo medievale,
consideravano perfettamente normale osservare il mondo alla ricerca di segni
per capire come la realtà andasse letta:
non si fermavano all’aspetto esteriore delle cose, ma ne cercavano il senso profondo.
E non si limitavano a indagare la dimensione cosciente dell’esistenza,
scrutavano anche quella inconscia, ad esempio il mondo onirico.
Nella Bibbia
si narra di come Giuseppe sapesse spiegare al faraone il significato profondo dei suoi sogni;
e quando un altro faraone volle proibire agli ebrei la partenza dall’Egitto,
le dieci piaghe che si abbatterono sul Paese del Nilo
furono chiaramente interpretate dagli egiziani
come il segno di un intervento divino a favore della richiesta di Mosè.
Ma l’uomo moderno, che rifiuta ogni interpretazione mitica del mondo,
si è scordato che il mondo ci parla per mezzo di segni :
così ha “ scoperto ”, o piuttosto riscoperto, la semiologia,
ma, secondo il suo abito intellettuale, ne ha fatto una scienza “ positiva ”,
rigorosa, nettamente staccata dalle precedenti concezioni mitiche.
È stato un grave errore, perché il mito è universale,
ha a che fare con l’inconscio e si esprime, appunto, per mezzo di segni;
mentre gli uomini moderni
hanno preteso di poter interpretare i segni, dei quali è disseminata la realtà,
esclusivamente con il loro approccio logico-razionale.
[...]
il senso dei segni non è qualcosa di meccanico e formale,
ma scaturisce dalla relazione profonda che esiste fra i segni e il significato,
e il significato non può essere compreso
se non dall’interno dell’universo concettuale che lo ha generato.
Ma come potrebbe fare questo l’uomo moderno,
convinto com’è di possedere lui solo un universo concettuale degno di questo nome,
mentre tutte le altre civiltà non hanno saputo elaborare, nel migliore dei casi,
che degli universi concettuali primitivi, incompleti,
viziati da un’insopprimibile tendenza alla magia e alla superstizione ?
...
Il moderno semiologo
non solo è un tecnico, che si porta dietro ovunque vada la mentalità del tecnico;
è anche un riduzionista per antonomasia.
La sua stessa specializzazione
lo porta a una visione frammenta, parcellizzata, atomizzata, del reale :
vede le foglie, ma sovente gli sfugge la foresta.
...

Documento originale ...

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Illusioni

Simone Weil



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