Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

domenica 28 luglio 2019

Inno alla Materia

Inno alla Materia

« Benedetta sii tu, aspra Materia, sterile gleba, dura roccia
tu che cedi solo alla violenza
e ci costringi a lavorare se vogliamo mangiare.

Benedetta sii tu, pericolosa Materia, mare violento,
indomabile passione,
tu che ci divori se non t’incateniamo.

Benedetta sii tu, potente Materia,
Evoluzione irresistibile, Realtà sempre nascente,
tu che, spezzando ad ogni momento i nostri schemi,
ci costringi a inseguire, sempre più oltre, la Verità.

Benedetta sii tu, universale Materia,
durata senza fine, Etere senza sponde,
triplice abisso delle stelle, degli atomi e delle generazioni,
tu che travalicando e dissolvendo le nostre anguste misure,
ci riveli le dimensioni di Dio.

Benedetta sii tu, impenetrabile Materia,
tu che, ovunque tesa tra le nostre anime e il Mondo delle Essenze,
ci fai languire dal desiderio di forare il velo senza cucitura dei fenomeni.

Benedetta sii tu, mortale Materia,
tu che, dissociandoti un giorno in noi,
c’introdurrai necessariamente nel cuore stesso di ciò che è-
Senza di te, o Materia, senza i tuoi attacchi, senza i tuoi strazi
 noi vivremo inerti, stagnanti, puerili, ignoranti di noi stessi e di Dio.
Tu che ferisci e medichi, tu che resisti e pieghi,
tu che sconvolgi e costruisci, tu che incateni e liberi
Linfa delle nostre anime, Mano di Dio, Carne del Cristo,
o Materia, io ti benedico.

Ti benedico, o Materia, e ti saluto,
non già quale ti descrivono, ridotta o sfigurata,
i pontefici della Scienza e i predicatori della Virtù,
un’accozzaglia, dicono, di forze brutali e di bassi appetiti,
ma quale tu mi appari oggi, nella tua totalità e nella tua verità.

Ti saluto, inesauribile capacità d’essere e di trasformazione
In cui germina e cresce la Sostanza eletta.
Ti saluto, universale potenza di ravvicinamento e d’unione,
che lega tra di loro le innumerevoli monadi
e in cui esse convergono tutte sulla strada dello Spirito.
Ti saluto, sorgente1 armoniosa delle anime,
cristallo limpido dal quale è tratta la Gerusalemme nuova.
Ti saluto, Ambiente divino, carico di potenza Creatrice,
Oceano mosso dallo Spirito,
Argilla impastata e animata dal Verbo incarnato.

Credendo di rispondere al tuo irresistibile appello,
gli uomini, spesso,
si precipitano per amor tuo nell’abisso esterno dei piaceri egoistici.
Un riflesso li inganna, oppure una eco.

Lo vedo adesso.
Per raggiungerti, o Materia, bisogna che,
partiti da un contatto universale con tutto ciò che, quaggiù, si muove,
sentiamo via via svanire nelle nostre mani
le forme particolari di tutto ciò che stringiamo,
sino a rimanere alle prese con la sola essenza
di tutte le consistenze e di tutte le unioni.

Se vogliamo possederti, bisogna che ti sublimiamo nel dolore
dopo averti voluttuosamente stretta tra le nostre braccia.

O Materia,
tu regni sulle vette serene ove i santi pensano di evitarti.
Carne così trasparente e mobile
che non ti distinguiamo più da uno spirito.

Portami su, o Materia,
attraverso lo sforzo, la separazione e la morte,
 portami dove sarà finalmente possibile
abbracciare castamente l’Universo. »

Pierre Teilhard de Chardin
tratto da ;
Inno dell’universo

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