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martedì 18 agosto 2020

L'illusione protratta

L'Illusione protratta

Esemplare intervista
e conseguente limpida manifestazione di un pensiero
che sintetizza perfettamente l'attuale momento storico nazionale
in cui ci stiamo dibattendo senza un'apparente e possibile via d'uscita.
Se ne consiglia la lettura e rilettura e rilettura
... nonché approfondimenti conseguenti ...
agli appagati portatori di aromatici affettati oculari.

👇
. . .
Nell’antica Roma agli attori era fatto divieto di fare politica
e questo per una ragione molto seria :
degli attori si conosceva, ma anche si temeva,
la capacità di suggestionare ed influenzare il popolo.
Lo stesso valeva, ed a maggior ragione, per i comici.
Una categoria, questa, certo non minore, di quell’arte
anzi superiore nella capacità di impressionare la plebe
e per questo, a ragione, temuta.
. . .
Nella Roma di oggi è l’opposto di quanto era nella Roma antica.
Non è all’arte comica che si vieta la politica
ma è la politica che si sottomette o insegue l’arte comica.
Del resto, le grandi maschere italiane appaiono nel Seicento
nella decadenza e nella sottomissione allo straniero
di quella che è stata una grande civiltà.
. . .

Prima ha parlato di sottomissione. Cosa intende con questo termine ?

Questo è ciò che riguarda Roma. Cosa c’entra Atene ?

Cosa sta accadendo, dunque ?

E questa è la parte più remota della storia, che però ci parla anche di oggi.
Cosa ci insegna invece il passato più recente ?

E cosa c’entrano
il metodo di Schacht e le parole di Keynes con i giorni nostri ?

Queste misure però, almeno così è stato detto
furono necessarie per salvare l’euro e l’Europa ...

Eppure, la Chiesa con l’Enciclica Quadrigesimo anno
aveva già messo in guardia da tutto questo. Come è possibile ?

Uno scenario pessimo.
Vero è che la storia non si fa con i se, ma si sarebbe potuto evitare tutto ciò ?

Quale era dunque il vostro obiettivo ?

Ma che rapporto c’è con la pandemia ?

E che cosa accadde al GLS ?

Se non sbaglio, all’epoca, alla guida dell’Fsb c’era Mario Draghi
il quale, recentemente, ha scritto un editoriale sul Financial Times
in cui afferma che ci troviamo davanti a una tragedia di dimensioni bibliche
. . .
Nella Genesi l’umanità sfida la divinità erigendo una torre verso il cielo.
La reazione divina prende forma e corpo nella perdita della “ lingua unica ”.
 Tolga lingua unica e metta “ pensiero unico
ed è questo che è successo e sta succedendo.
La pandemia non conta tanto per i suoi effetti sanitari
quanto per i suoi effetti sistemici :
la rottura del meccano mentale globale con effetti di discontinuità
effetti che vediamo appena iniziati, geopolitici e politici, sociali ed economici.
. . .

Un disastro, insomma ...

Che fare allora ?
. . .

C’è stato un momento nella storia simile a quello che è durato trent’anni
e che è stato spazzato via dalla pandemia :
Il popolo è ebbro, non ascoltano leggi, necessità e giudici.
I costumi sommersi da un frastuono confuso. Ogni giorno è una festa sfrenata.
La festa per tutte le feste.
E i giorni consacrati all’umile culto divino si sono ridotti a uno solo ”.
Questo, romanticamente, è Hölderlin (Emp. I, vv. 188-196)
. . .

Cambierebbe qualcosa ?


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