Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

martedì 18 agosto 2020

L'illusione protratta

L'Illusione protratta

Esemplare intervista
e conseguente limpida manifestazione di un pensiero
che sintetizza perfettamente l'attuale momento storico nazionale
in cui ci stiamo dibattendo senza un'apparente e possibile via d'uscita.
Se ne consiglia la lettura e rilettura e rilettura
... nonché approfondimenti conseguenti ...
agli appagati portatori di aromatici affettati oculari.

👇
. . .
Nell’antica Roma agli attori era fatto divieto di fare politica
e questo per una ragione molto seria :
degli attori si conosceva, ma anche si temeva,
la capacità di suggestionare ed influenzare il popolo.
Lo stesso valeva, ed a maggior ragione, per i comici.
Una categoria, questa, certo non minore, di quell’arte
anzi superiore nella capacità di impressionare la plebe
e per questo, a ragione, temuta.
. . .
Nella Roma di oggi è l’opposto di quanto era nella Roma antica.
Non è all’arte comica che si vieta la politica
ma è la politica che si sottomette o insegue l’arte comica.
Del resto, le grandi maschere italiane appaiono nel Seicento
nella decadenza e nella sottomissione allo straniero
di quella che è stata una grande civiltà.
. . .

Prima ha parlato di sottomissione. Cosa intende con questo termine ?

Questo è ciò che riguarda Roma. Cosa c’entra Atene ?

Cosa sta accadendo, dunque ?

E questa è la parte più remota della storia, che però ci parla anche di oggi.
Cosa ci insegna invece il passato più recente ?

E cosa c’entrano
il metodo di Schacht e le parole di Keynes con i giorni nostri ?

Queste misure però, almeno così è stato detto
furono necessarie per salvare l’euro e l’Europa ...

Eppure, la Chiesa con l’Enciclica Quadrigesimo anno
aveva già messo in guardia da tutto questo. Come è possibile ?

Uno scenario pessimo.
Vero è che la storia non si fa con i se, ma si sarebbe potuto evitare tutto ciò ?

Quale era dunque il vostro obiettivo ?

Ma che rapporto c’è con la pandemia ?

E che cosa accadde al GLS ?

Se non sbaglio, all’epoca, alla guida dell’Fsb c’era Mario Draghi
il quale, recentemente, ha scritto un editoriale sul Financial Times
in cui afferma che ci troviamo davanti a una tragedia di dimensioni bibliche
. . .
Nella Genesi l’umanità sfida la divinità erigendo una torre verso il cielo.
La reazione divina prende forma e corpo nella perdita della “ lingua unica ”.
 Tolga lingua unica e metta “ pensiero unico
ed è questo che è successo e sta succedendo.
La pandemia non conta tanto per i suoi effetti sanitari
quanto per i suoi effetti sistemici :
la rottura del meccano mentale globale con effetti di discontinuità
effetti che vediamo appena iniziati, geopolitici e politici, sociali ed economici.
. . .

Un disastro, insomma ...

Che fare allora ?
. . .

C’è stato un momento nella storia simile a quello che è durato trent’anni
e che è stato spazzato via dalla pandemia :
Il popolo è ebbro, non ascoltano leggi, necessità e giudici.
I costumi sommersi da un frastuono confuso. Ogni giorno è una festa sfrenata.
La festa per tutte le feste.
E i giorni consacrati all’umile culto divino si sono ridotti a uno solo ”.
Questo, romanticamente, è Hölderlin (Emp. I, vv. 188-196)
. . .

Cambierebbe qualcosa ?


Torna all’inizio del post

Nessun commento: