Il fuoco e la famiglia
Una volta di un paese non si contavano gli abitanti, ma i fuochi.
Ogni fuoco una famiglia
ogni famiglia quattro, cinque, sei persone intorno al focolare.
Magari anche di più.
Come se quel fuoco rappresentasse lo spirito stesso della famiglia e dei suoi antenati.
Ogni fuoco una famiglia
ogni famiglia quattro, cinque, sei persone intorno al focolare.
Magari anche di più.
Come se quel fuoco rappresentasse lo spirito stesso della famiglia e dei suoi antenati.
[...]
I fuochi spenti dei paesi abbandonati
sono l’emblema di ciò che è stato messo da parte dall’attuale modello di sviluppo :
sono un vuoto, un’assenza, non solo materiale.
Rappresentano tutto ciò di sacro che oggi non c’è più
ma del quale avvertiamo un’inconscia e indicibile nostalgia ...
sono l’emblema di ciò che è stato messo da parte dall’attuale modello di sviluppo :
sono un vuoto, un’assenza, non solo materiale.
Rappresentano tutto ciò di sacro che oggi non c’è più
ma del quale avvertiamo un’inconscia e indicibile nostalgia ...
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Forse è bene che i paesi abbandonati rimangano vuoti, che restino un monito.
Ma qualcuno li deve vedere, li deve sentire, perché forse così
riuscirà a sentire e a vedere il vuoto che si porta dentro.
Bisogna vedere i fuochi spenti per avere nostalgia del fuoco.
E per avere il desiderio di riaccenderlo.
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