Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

domenica 21 marzo 2021

L'attesa

L'attesa

Erano mesi e mesi che aspettavano quel momento
avendo a volte il dubbio che in realtà non si potesse avverare.
Era difficile : sia logisticamente … sia combinare il periodo.

Avrebbero preferito un luogo neutrale dove per entrambi non esistesse il Passato.
Ma per una serie di ragioni questo non fu possibile
e per non rimandare all’ infinito quell’ incontro atteso da così tanto tempo
... dopo varie proposte ...
decisero per un luogo caratteristico e un po’ defilato
non lontano dalla residenza di lei.

🔆

Non era preoccupata
però faticò non poco a dormire la notte precedente l’incontro.
Poi … una telefonata mattutina per definire gli ultimi accordi
la tranquillizzò totalmente.

Quando spense il cellulare
sì trovò a sorridere per il tono vagamente serio che aveva accompagnato le loro battute
… come a ribadire l’un l’altro …
che dopotutto si stava verificando una cosa naturalissima
 e quasi senza importanza.

Ma entrambi sapevano che così non era.

👇

Il preludio di un incontro su cui si fa tanto affidamento è sempre molto strano :
sembra di stare sospesi nell’aria in un limbo d’attesa dove non riesci quasi a pensare.

A metà pomeriggio lui raggiunse il luogo concordato
conoscendone a priori la bellezza vetusta ma pur sempre affascinante.
Gliene aveva parlato … e lui … meticoloso come sempre si era documentato :
un antico maniero patrizio del 1600 come ce ne sono tanti in quella regione
recuperato e trasformato in elegante hotel
con un’apprezzata cucina per raffinati buongustai. 

Aveva visto le immagini :
isolato in mezzo al verde e circondato da un parco plurisecolare.
 Un luogo certamente molto bello
… però …
assolutamente inadatto per tamponare possibili esasperazioni di emotività.

Raggiunse facilmente con la macchina il Palazzo
parcheggiò ... scese lentamente
e iniziò a passeggiare tranquillo col suo solito passo d’attesa.

💧

 Quando lei giunse all’imbocco della stradina che portava all’ingresso principale
il cuore l’avvertì che lui era già li.
E infatti lo vide subito.
O meglio … lo riconobbe immediatamente.
La stazza era quella e l’atteggiamento d’attesa pure :
sguardo fisso in un punto preciso
mani incrociate sul petto e nessun sorriso visibile sulle labbra.

Parcheggiò la macchina e gli fece un cenno con la mano
tanto per confermargli che … sì … era lei
e che non c’ era bisogno si allarmasse a cercare altrove.

 Preoccupazione inutile la sua.

Gli si avvicinò velocemente. Lui più lentamente.
Non perché non fosse agile … ma ... così
forse perché dava corpo ad un suo pensiero inconscio
che lei riusciva in qualche modo comunque a recepire.
Perché avere fretta ? Si poteva parlare ancora di fretta ?

Tutto questo rimuginava il cervello di lei in quei pochi istanti che li separavano.
Flash ... flash mentali … di pensieri anche inopportuni.

Si fermarono l’uno di fronte all’altro.
Si guardarono ... finalmente rilassati la mente e il cervello.
S’illuminarono i volti … e un sorriso sbocciò sulle labbra di entrambi.
Riuscì a dirgli un : “ Ciao “ con voce ferma e sommessa … quasi stanca.
Lui ricambiò con la stessa parola … con tono potente ma dolce.

E fu così … che lei per prima lo abbracciò.
Con calma … con molta calma.
Appoggiò prima la testa contro il petto
e poi lentamente gli passò le braccia intorno alla vita.

A quel punto l’abbraccio all’unisono avvenne.
Fu interminabile … silenzioso … solo percettibilmente ondeggiante.
Passarono minuti. Quanti ? Non lo so.

Non si baciarono
sapendo che se lo avessero fatto non avrebbero più smesso.

🔆

Chi sta leggendo si aspetta la continuazione del racconto.
Invece lo termino qui
dando un fermo improvviso all’immaginazione
come se una mano invisibile avesse preso una decisione al mio posto.
E io
… che quella mano ho riconosciuta …
ho compreso che il resto del racconto non appartiene né a lei
... né a me.

Il perché lo si sa :
noi umani siamo una istituzione
che da sempre ha contro di sé la Necessità e la Fortuna.

Al'An
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