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" Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "

SAPERE AUDE ! ET SI OMNES EGO NON
Quando hai a che fare con un arrogante, tieni ben presente che quello è il primo sintomo della sua ignoranza !

domenica 21 marzo 2021

L'attesa

L'attesa

Erano mesi e mesi che aspettavano quel momento
avendo a volte il dubbio che in realtà non si potesse avverare.
Era difficile : sia logisticamente … sia combinare il periodo.

Avrebbero preferito un luogo neutrale dove per entrambi non esistesse il Passato.
Ma per una serie di ragioni questo non fu possibile
e per non rimandare all’ infinito quell’ incontro atteso da così tanto tempo
... dopo varie proposte ...
decisero per un luogo caratteristico e un po’ defilato
non lontano dalla residenza di lei.

🔆

Non era preoccupata
però faticò non poco a dormire la notte precedente l’incontro.
Poi … una telefonata mattutina per definire gli ultimi accordi
la tranquillizzò totalmente.

Quando spense il cellulare
sì trovò a sorridere per il tono vagamente serio che aveva accompagnato le loro battute
… come a ribadire l’un l’altro …
che dopotutto si stava verificando una cosa naturalissima
 e quasi senza importanza.

Ma entrambi sapevano che così non era.

👇

Il preludio di un incontro su cui si fa tanto affidamento è sempre molto strano :
sembra di stare sospesi nell’aria in un limbo d’attesa dove non riesci quasi a pensare.

A metà pomeriggio lui raggiunse il luogo concordato
conoscendone a priori la bellezza vetusta ma pur sempre affascinante.
Gliene aveva parlato … e lui … meticoloso come sempre si era documentato :
un antico maniero patrizio del 1600 come ce ne sono tanti in quella regione
recuperato e trasformato in elegante hotel
con un’apprezzata cucina per raffinati buongustai. 

Aveva visto le immagini :
isolato in mezzo al verde e circondato da un parco plurisecolare.
 Un luogo certamente molto bello
… però …
assolutamente inadatto per tamponare possibili esasperazioni di emotività.

Raggiunse facilmente con la macchina il Palazzo
parcheggiò ... scese lentamente
e iniziò a passeggiare tranquillo col suo solito passo d’attesa.

💧

 Quando lei giunse all’imbocco della stradina che portava all’ingresso principale
il cuore l’avvertì che lui era già li.
E infatti lo vide subito.
O meglio … lo riconobbe immediatamente.
La stazza era quella e l’atteggiamento d’attesa pure :
sguardo fisso in un punto preciso
mani incrociate sul petto e nessun sorriso visibile sulle labbra.

Parcheggiò la macchina e gli fece un cenno con la mano
tanto per confermargli che … sì … era lei
e che non c’ era bisogno si allarmasse a cercare altrove.

 Preoccupazione inutile la sua.

Gli si avvicinò velocemente. Lui più lentamente.
Non perché non fosse agile … ma ... così
forse perché dava corpo ad un suo pensiero inconscio
che lei riusciva in qualche modo comunque a recepire.
Perché avere fretta ? Si poteva parlare ancora di fretta ?

Tutto questo rimuginava il cervello di lei in quei pochi istanti che li separavano.
Flash ... flash mentali … di pensieri anche inopportuni.

Si fermarono l’uno di fronte all’altro.
Si guardarono ... finalmente rilassati la mente e il cervello.
S’illuminarono i volti … e un sorriso sbocciò sulle labbra di entrambi.
Riuscì a dirgli un : “ Ciao “ con voce ferma e sommessa … quasi stanca.
Lui ricambiò con la stessa parola … con tono potente ma dolce.

E fu così … che lei per prima lo abbracciò.
Con calma … con molta calma.
Appoggiò prima la testa contro il petto
e poi lentamente gli passò le braccia intorno alla vita.

A quel punto l’abbraccio all’unisono avvenne.
Fu interminabile … silenzioso … solo percettibilmente ondeggiante.
Passarono minuti. Quanti ? Non lo so.

Non si baciarono
sapendo che se lo avessero fatto non avrebbero più smesso.

🔆

Chi sta leggendo si aspetta la continuazione del racconto.
Invece lo termino qui
dando un fermo improvviso all’immaginazione
come se una mano invisibile avesse preso una decisione al mio posto.
E io
… che quella mano ho riconosciuta …
ho compreso che il resto del racconto non appartiene né a lei
... né a me.

Il perché lo si sa :
noi umani siamo una istituzione
che da sempre ha contro di sé la Necessità e la Fortuna.

Al'An
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