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giovedì 20 maggio 2021

Globalismo che uccide

Globalismo che uccide

Patria dove sei ?


In questo momento si sente la mancanza di una riflessione da parte cattolica
su un tema oggi molto trascurato o quasi abbandonato
il tema della nazione e della sua identità.
Anche il Magistero della Chiesa, compreso quello pontificio
non sembra sufficientemente concentrato su questo punto.
Però le migrazioni
l’attività degli organismi internazionali, la geopolitica, il nuovo globalismo
lo ripropongono come tema urgente.

Provo a tornare indietro con la memoria
e mi sembra di ricordare che dopo Giovanni Paolo II
il tema della nazione sia stato messo da parte
mentre sono prevalse le riflessioni sulla globalizzazione.
Giovanni Paolo II ne aveva parlato nella Centesimus annus per esempio.
Al paragrafo 24 aveva detto che l’uomo non lo si comprende
partendo dal settore dell’economia, come era avvenuto nei regimi comunisti
ma proprio dalla cultura della nazione in cui egli vive
e che lo pone davanti alla domanda fondamentale, la domanda su Dio.
C’è quindi un nesso naturale e originario tra cultura della nazione e religione :
anche le nazioni, come di conseguenza le singole persone
si danno una loro identità misurandosi con il problema religioso e, così facendo
costituiscono l’humus naturale anche per la costruzione della identità personale dei cittadini.

Le riflessioni di Giovanni Paolo II
erano certamente segnate dall’esperienza polacca di intensa compenetrazione
tra religione cattolica e identità nazionale
ma non era ad essa circoscritta, erano riflessioni a carattere universale.
Molto profondo, in particolare il tema della memoria in rapporto all’identità
che Giovanni Paolo II sviluppò soprattutto nel libro “ Memoria e identità ”.
La nazione nasce dalla memoria della sua storia e dei suoi valori
ed anche la Chiesa vive di memoria che, in questo caso, si chiama la Tradizione.

Nella memoria della Chiesa però, spiegava il Santo Papa
è compresa la memoria dell’intera umanità
quella stessa memoria che Maria “ meditava nel suo cuore ”.
Nella memoria della Chiesa sono presenti le memorie di tutte le nazioni
ed è per questo che l’evangelizzazione
incontra non solo singole persone ma popoli nazioni e culture.

Credo si possa dire che dopo questi approfondimenti di Giovanni Paolo II
il tema sia stato però sostanzialmente messo da parte
mentre maggiore attenzione è stata portata alla società globale
largamente presente sia nella Caritas in veritate

La trascuratezza del tema della nazione, però, può contenere dei pericoli.
Il primo è di elaborare un pensiero condiscendente
verso l’ideologia globalista degli organismi internazionali
con un cedimento improvvido verso lo stesso linguaggio della nomenclatura ONU.
Di recente ci sono stati già degli esempi in questo senso
e suona certamente male l’espressione “ diritti riproduttivi
in bocca ad un diplomatico della Chiesa cattolica.
Come è noto
il globalismo ha anche un’anima illuminista, positivista, massonica.
Kant e Comte volevano un’etica universale e una religione civile universale
come anche Ban Ki-moon.

Nel globalismo, in altre parole
è presente il pericolo del sincretismo etico e religioso
che punta all’ONU delle religioni o alla religione dell’ONU.
Questo accade
quando si pensa al genere umano come una somma disorganica di individui.
Se, invece, il genere umano viene pensato anche come un insieme di nazioni
allora il pericolo è vinto.
La tendenza, anche cattolica
a considerare buono tutto quanto è sovranazionale è sbagliata.
La dimensione sovranazionale deve essere sussidiaria a quella nazionale.

Un secondo pericolo
consiste nel pensare come automaticamente buona e positiva
la società multiculturale e multireligiosa
che ormai viene imposta e programmata dai centri di potere internazionale.
E’ chiaro che una simile società
sarà anche distruttiva delle nazioni e della loro identità culturale
e, per il legame tra religione cattolica e nazioni visto sopra
sarà negativa anche per la religione cattolica.
Quando addirittura
la creazione forzata di società multiculturali
non sia proprio lo strumento per trasformare la religione cattolica stessa.

Il terzo pericolo riguarda le politiche migratorie.
La dimenticanza della nazione porta a pensare
che gli immigrati siano solo individui
e che dai confini non entrino anche culture, religioni e porzioni di nazioni.
Si tende quindi a dimenticare il diritto delle nazioni alla propria identità.
Un tempo il magistero queste cose le diceva con chiarezza.
Ora vengono dette in modo più sfumato o non vengono dette per niente.
Le migrazioni impongono doveri evangelici di accoglienza
ma sarebbe sciocco limitare la cosa a questo.
Ci sono anche altri livelli del problema
ed uno non secondario è proprio quello della identità delle nazioni.

- Stefano Fontana -
La Nuova Bussola Quotidiana 



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A room of Quit

Quando diranno : « Pace e sicurezza »
allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta;
e non scamperanno.

( 1a Tessalonicesi 5-3 )


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