Il gioco del tira e molla
mi scrivi che oggi è di voga un nuovo gioco sociale :
il gioco del tira e molla.
Che gli hai scritto recentemente
... e che ...
conoscendomi da tempo mi chiedi un parere da amico.
Riporto :
[...]
«
Si tratta di un gioco solo apparentemente semplice da frequentare
ma è un pericoloso azzardo praticarlo.
È un gioco dove gli antagonisti
devono possedere un forte sangue freddo e uno sprezzo del pericolo
dinnanzi alla possibilità di perdere tutto quello che si possiede.
Ma non devi temere per il contenuto del portafogli :
quello non interessa a nessuno.
Non è sufficiente porsi ad un capo della corda
ed iniziare a tirare o a mollare a secondo delle scelte tattiche
non ha importanza la strategia che si sceglie, l'importante è non perdere di vista la posta
perché troppo doloroso sarebbe il perdere, il rimanere senza altro da
puntare
per cercare una inutile rivincita.
Qui non vince nessuno.
In genere gli attori del gioco perdono entrambi tutto senza più
appelli.
Qui regna sovrana la solitudine.
Qui si gettano via anni di affetto e di complicità senza alcun
riscatto.
Te lo dico in metafora. Che forse meglio capirai.
Scendevo lungo un piccolo rigagnolo d'acqua
quando fui avvolta da una nebbia sottile e diafana
che per un tempo a me sconosciuto mi prese e mi smarrì;
ma continuai ad andare avanti
e all'improvviso mi trovai in una radura sormontata dalla chioma di un
sicomoro.
Al centro di essa si ergeva un altare fatto di foglie e muschi
profumati,
attorno volavano le farfalle e cinguettavano uccellini nascosti tra le
fronde.
Una leggera musica mi spinse ad avvicinarmi attratta da qualcosa di
magico.
Come una disperata
cercai tra i rami dell'altare, tra le fronde, tra gli alberi
circostanti;
ma inutilmente ... non c'era nessuno ad aspettarmi o da trovare.
Il gioco del tira e molla ci aveva allontanati troppo
spossati e persi a noi stessi reciprocamente.
Il non volere infastidire
il non volere piegarsi per primi ci ha piegati per sempre.
Ora il gioco ha preteso il suo prezzo ! »
composte in un tormento che si palesa evidente.
So che comprenderai perfettamente la sintesi del mio
pensiero.
Da amico sincero e imparziale quale mi consideri
... e lo sono ...
giunti al punto di rottura insanabile a cui siete arrivati
mi sento di risponderti con la stessa immagine :
non seguire più in futuro " sentieri che penetrano nebbie."
Non farlo.
Su quegli altari non si trovano mai " fauni " che attendono.
Non chiederti quanti e quali sogni poter ancora inventare
e quante e quali vite rivivere per poterli gustare.
Però non dimenticare nulla.
Conserva le gemme di felicità vissuta nel cassetto a scomparsa del passato
ma tieni sempre in serbo anche perle di veleno
... per uccidere slanci senza meta.
Non ci sono risposte a domande illusorie.
Va bene così.
Guarda il fiume Reno che ben conosci : scorre a valle nonostante
tutto.
Non possono esserci sassi in grado di fermare le sue acque
né pendenze tanto ripide da indurlo a tornare indietro.
Non chiedere mai a nessuno di voltarsi
solo per avere l’illusione d’immaginarlo risalire il monte.
Non chiedere mai a nessuno di girare la testa.
A tempo debito ... mi auguro
avremo occasione di approfondire verbalmente.
Riguardati mi raccomando.
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