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mercoledì 23 febbraio 2022

La coscienza

La coscienza

Comunicare il sapere parlando


È naturale che uno comunichi ad altri quello che crede di sapere.
A tal fine quello che si esige da lui
è che sappia veramente ed esponga con chiarezza quello che sa.
Chi ascolta poi dev'esser disposto ad ascoltare
a discutere e ad imparare, con mente attenta e con animo schietto.

C'è anche un altro modo di parlare : quando uno dice non soltanto quello che sa
ma quello di cui è personalmente convinto;
convinto nel senso specifico, profondo di questa parola.
Egli dice dunque delle cose, delle quali si può essere veramente «investiti»
delle verità che toccano da vicino.
In questa convinzione è entrata la persona vivente;
altrimenti non si potrebbe parlar di convinzione.
Perciò, quando il discorso è di tal natura
da chi parla si esige che la sua persona si trasfonda veramente nella parola;
dall'uditore invece che sappia di esser messo di fronte ad una parola personale
e che egli stesso prenda un atteggiamento personale
abbia cioè rispetto e disposizione a discutere seriamente.

Più in là ancora vi è finalmente un terzo modo di parlare :
quando uno dice non soltanto quello che sa;
parla non soltanto di quello che forma la sua convinzione;
ma parla di « ciò che dobbiamo fare »
In questa cosa si tratta del destino umano;
di ciò che trova la sua ultima espressione religiosa nella parola :
la salvezza dell'anima.
Un tal parlare non basta che sia fatto con serietà e con senso di responsabilità.
Per essere veramente alla sua altezza
dev'essere un'intesa tra chi parla e chi ascolta, nel senso che
entrambi vogliano veramente trattare assieme di quello « che dobbiamo fare »
[...]
Viviamo in un tempo, nel quale l'avvilimento dell'onore che spetta allo spirito
è diventato una pratica comune, che non impressiona più in modo particolare.
Per accorgersene
basta dare uno sguardo attento a quanto riguarda l'educazione pubblica
con le sue conferenze, discussioni e riviste e coi suoi giornali;
basta osservare l'andazzo seguito nel trattare di cose spirituali
il linguaggio che in ciò si usa... 
Se vi è un compito di vera formazione
è ben quello di tornare ad erigere in questo caos delle barriere,
di tracciare dei confini, di separare ambiente da ambiente,
di distinguere gradi gerarchici degli spiriti,
di far sentire quello che di volta in volta è richiesto
da chi vuol cogliere qualche cosa di spirituale.

- Romano Guardini -




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