Gaio Mario
L'homo novus
[...]
Quando nel 107 a.C.
le popolazioni germaniche dei Cimbri e dei Teutoni invasero i territori romani
iniziò l'epopea di Gaio Mario.
Invocato come salvatore della patria
fu eletto console mentre si trovava in Africa nel 105 a.C.
Mobilitò un esercito
ricostruendo la fiducia delle legioni dopo diverse sconfitte degli anni precedenti
e iniziò una serie di azioni di presidio contro i popoli stanziati ai confini dell'Italia
che facevano scorribande tra Gallia e Spagna.
L'obiettivo era costruire le linee logistiche per difendere l'Italia, dare morale alle truppe
e convincere i popoli invasori a dividere le forze.
Così fu.
Per Mario fu possibile affrontare i nemici separatamente e
rintuzzati i tentativi di invasione
sfruttare l'elemento sorpresa.
Quando nel 107 a.C.
le popolazioni germaniche dei Cimbri e dei Teutoni invasero i territori romani
iniziò l'epopea di Gaio Mario.
Invocato come salvatore della patria
fu eletto console mentre si trovava in Africa nel 105 a.C.
Mobilitò un esercito
ricostruendo la fiducia delle legioni dopo diverse sconfitte degli anni precedenti
e iniziò una serie di azioni di presidio contro i popoli stanziati ai confini dell'Italia
che facevano scorribande tra Gallia e Spagna.
L'obiettivo era costruire le linee logistiche per difendere l'Italia, dare morale alle truppe
e convincere i popoli invasori a dividere le forze.
Così fu.
Per Mario fu possibile affrontare i nemici separatamente e
rintuzzati i tentativi di invasione
sfruttare l'elemento sorpresa.
[...]
In Giulio Cesare
si fu soliti dire nei decenni successivi, coesistevano molti Gaio Mario
tanto e tale
era il valore militare a cui era associato l'homo novus diventato salvatore dell'Urbe
a capo di un esercito identificato non più solo con la classe guerriera
ma con lo Stato in quanto tale.
Uno Stato difeso, espanso, preservato per secoli dall'opera delle legioni.
Sempre più universale e proprio per questo autenticamente romano.
si fu soliti dire nei decenni successivi, coesistevano molti Gaio Mario
tanto e tale
era il valore militare a cui era associato l'homo novus diventato salvatore dell'Urbe
a capo di un esercito identificato non più solo con la classe guerriera
ma con lo Stato in quanto tale.
Uno Stato difeso, espanso, preservato per secoli dall'opera delle legioni.
Sempre più universale e proprio per questo autenticamente romano.
[...]
Dalla svolta di Mario che salvò Roma da Cimbri e Teutoni
non si sarebbe più tornati indietro.
non si sarebbe più tornati indietro.
" Io non posso, per conquistare la vostra fiducia
vantare ritratti o trionfi o consolati dei miei antenati
ma se necessario
posso mostrare lance, stendardi, falere, altre decorazioni militari
e infine le cicatrici che mi attraversano il petto.
Questi sono i miei ritratti, questa è la mia nobiltà :
non mi è stata lasciata in eredità come la loro
ma l'ho conquistata a prezzo di innumerevoli fatiche e pericoli.“
- Gaio Mario -
citato in Gaio Sallustio Crispo
La guerra di Giugurta
vantare ritratti o trionfi o consolati dei miei antenati
ma se necessario
posso mostrare lance, stendardi, falere, altre decorazioni militari
e infine le cicatrici che mi attraversano il petto.
Questi sono i miei ritratti, questa è la mia nobiltà :
non mi è stata lasciata in eredità come la loro
ma l'ho conquistata a prezzo di innumerevoli fatiche e pericoli.“
- Gaio Mario -
citato in Gaio Sallustio Crispo
La guerra di Giugurta
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