Promemoria ottimista per tempi pessimi
C’è un dato di fatto con cui bisogna iniziare a fare i conti.
Anzi, con cui deve iniziare a fare i conti
chiunque si accorga di pensarla quasi sempre in modo diverso, divergente
oppositivo rispetto alla filosofia delle “regole”, delle “restrizioni”
degli “obblighi” oggi dilagante.
E anche rispetto all’agenda del futuro, e al programma del presente
sponsorizzato da tutte le istituzioni pubbliche transfrontaliere
e da tutte le aziende private multinazionali.
Parliamo quindi di una minoranza assai ristretta della popolazione :
i riottosi, i renitenti, i resistenti.
In una parola
tutti quelli boicottati dal Sistema ed etichettati dalla Matrice a vario titolo
e a seconda della bisogna
ieri come “populisti” o “sovranisti”, oggi come “negazionisti”, “no-vax”
eccetera eccetera.
Gente che non nega un bel niente
che dice sì alla libertà più che no ai vaccini
e ha memoria di come le parole “popolo” e “sovranità” campeggino in bella mostra
nell’articolo 1 della Costituzione.
Gente che magari usa semplicemente il cervello a un voltaggio un po’ più elevato
di quello rasoterra dei format televisivi alla moda
o di quello da scuola materna dei telegiornali dell’ora di cena
o di quello ebete e emotivamente isterico dei divi della musica pop.
Ecco
tutti costoro sono spesso lodevolmente animati dalle migliori intenzioni
di poter “cambiare il mondo”, di sovvertire “il corso degli eventi”
di “rivoluzionare” le cose.
È un istinto caparbio
tipico delle anime (più) evolute e delle coscienze (più) critiche.
Molte delle svolte “miracolose” della storia furono innescate, o assecondate
da personaggi di tal fatta, impastati della stessa tempra.
E tuttavia, c’è un dato di fatto
- per tornare al punto da cui siamo partiti -
con cui tutti i “dispersi”
(il nuovo vocabolo con cui il mainstream ha deciso di battezzare
chi non si fa “battezzare” dal vaccino) devono fare i conti.
Ed è questo :
lì fuori c’è una massa sterminata di persone
- una maggioranza non solo silenziosa, ma soprattutto non pensante -
alla quale va bene tutto così com’è.
E per la quale la verità è quella raccontata dai tigì di punta
non esistono mai secondi fini e progetti occulti
l’autorità fa solo il bene del popolo
obbedire è sempre meglio che riflettere
e sopravvivere molto meno scomodo che vivere.
Questa constatazione è dolorosa ma necessaria.
Implica il fare pace con traguardi grandiosi, lodevoli
ma (almeno temporaneamente) impossibili.
Un proverbio soltanto è in grado di sintetizzare la situazione :
non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
E non c’è miglior vittima di chi non vuol essere salvato.
A tutti i (pochissimi) altri
spetta comunque un compito costruttivo, e positivo, su cui concentrarsi :
non già (e non solo) tentare di cambiare tutto il mondo
quanto piuttosto sforzarsi di costruirne uno di nuovo per quanto piccolo :
fatto di relazioni con chi ci sta, di complicità con chi ha capito
di connivenze con chi ha ancora l’uso della ragione.
Non è un atteggiamento disfattista, ma realista.
Si può ancora, si deve sempre, lavorare per la costruzione di micro-comunità di “svegli”.
I quali andranno a caccia di “risvegliati” o di “risvegliandi”
con la stessa tenacia con cui i plotoni alpini di Figliuolo
a partire dall’autunno prossimo venturo, andranno a caccia dei “dispersi”.
In un mondo diretto a precipizio verso l’abisso
piccoli obbiettivi di “rivoluzione” personale e collettiva
possono compensare la frustrante sensazione (la pericolosa tentazione) di arrendersi
perché non c’è più nulla da fare.
Anche se è vero, merita comunque di combattere affinché non sia mai vero per tutti.
Al resto penserà la manzoniana provvidenza.
Che, credeteci, esiste.
- Francesco Carraro -
Giugno 2021
Scenari economici
👇
Un invito alla riflessione e al conseguente agire
considerando che a tutto questo si è nel frattempo aggiunta
la sciagura di una guerra dalle conseguenze imprevedibili.
Nessun commento:
Posta un commento