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T. de Chardin :
" Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "

SAPERE AUDE ! ET SI OMNES EGO NON

domenica 25 settembre 2022

Sciopero elettori

Sciopero elettori

Una cosa mi colpisce prodigiosamente ( oserei dire che mi stupefà )
ed è che nel preciso momento in cui scrivo
dopo le innumerevoli esperienze, dopo gli scandali quotidiani
possa ancora esistere nella nostra cara Francia
( come dicono alla commissione bilancio ) un elettore, un solo elettore
- questo animale irrazionale, inorganico, allucinante -
che acconsenta a distogliersi dai propri affari, dai propri sogni o piaceri
per votare a favore di qualcuno o qualcosa.
Quando si rifletta per un solo istante, tale sorprendente fenomeno
non è fatto per sconcertare le più sottili filosofie e confondere la ragione ?
Dov’è il Balzac che ci darà la fisiologia dell’elettore moderno ?
e lo Charcot che ci spiegherà l’anatomia e la mentalità di questo incurabile demente ?
Lo aspettiamo.

Capisco che un truffatore trovi sempre degli azionisti
la Censura dei difensori, l’Opèra-Comique dei dilettanti
il Constitutionnel degli abbonati, Carnot dei pittori
che celebrino il suo ingresso rigido e trionfale in una città della Linguadoca (…)
Ma che un deputato o un senatore, o un presidente di Repubblica
o chiunque tra tutti gli strani burloni che reclamano una funzione elettiva
quale che sia, trovi un elettore, vale a dire l’essere non sognato
il martire improbabile che vi nutra col suo pane, vi vesta con la sua lana
vi ingrassi con la sua carne, vi arricchisca col suo denaro
con la sola prospettiva di ricevere, in cambio di questa prodigalità
delle bastonate in testa, dei calci nel didietro
quando non siano colpi di fucile nel petto
in verità tutto ciò supera le nozioni già parecchio pessimiste
che fin qui mi ero fatto dell’umana stupidità in generale
e della stupidità francese in particolare, il nostro caro ed immortale sciovinismo !

Beninteso, qui parlo dell’elettore avvertito, convinto, dell’elettore teorico
di colui che immagina, povero diavolo, di agire da libero cittadino
di dispiegare la propria sovranità, di esprimere le sue opinioni
di imporre - ammirevole e sconcertante follia - programmi politici e rivendicazioni sociali;
e non dell'elettore " che se la dà " e che se ne sbatte, di colui
che nei " risultati della sua onnipotenza "
vede solo una bisboccia alla pizzicheria monarchica
o uno spasso al vino repubblicano.
La sua peculiare sovranità è di ubriacarsi a spese del suffragio universale :
E’ nel vero, poiché questo solo gli importa, e del resto non si cura.
Sa quel che fa. Ma gli altri ?

Ah ! sì gli altri ! I seri, gli austeri, il popolo sovrano, (…)
per quanto ostinati, orgogliosi, paradossali
com’è che non si sono da molto tempo scoraggiati e vergognati del loro operato ?
Come può accadere che si incontri da qualche parte
anche in fondo alle lande perse di Bretagna
persino nelle inaccessibili caverne delle Cevenne e dei Pirenei
un buonuomo così stupido, così irragionevole, così cieco rispetto a ciò che vediamo
così sordo a quanto diciamo, da votare azzurro, bianco o rosso
senza che nulla l’obblighi, senza che lo si paghi o che lo si faccia ubriacare ?

A qual barocca sensazione
a quale misteriosa suggestione obbedisce quel bipede pensante
dotato, si pretende, di una volontà, e che se ne va, fiero del proprio diritto
sicuro di compiere un dovere
deporre in un’urna elettorale qualsiasi una scheda qualsiasi
poco importa il nome scrittovi sopra ?
Cosa deve dirsi, tra sé e sé, che giustifichi o soltanto spieghi quell’atto stravagante ?
Che cosa spera ?

Perché, alla fin fine, per consentire a darsi dei padroni avidi che lo spolpano e lo bastonano
bisogna che si dica e che speri qualcosa di straordinario che noi non sospettiamo.
Bisogna che, attraverso potenti deviazioni cerebrali, le idee di deputato
corrispondano in lui a idee di scienza, di giustizia, di dedizione, di lavoro e di probità (…)

Eppure lungo i tanti secoli da che il mondo dura
che le società s’evolvono e susseguono, simili l’un l’altra, un solo fatto domina ogni storia :
la protezione per i grandi, l’annientamento per i piccoli.
 Egli non arriva a comprendere di avere una sola ragion d’essere storica
vale a dire pagare un mucchio di cose di cui non godrà mai
e morire per delle combinazioni politiche che non lo riguardano affatto.

Che gli importa che sia Tizio o Caio a chiedergli i soldi e sequestrargli la vita
dal momento che è obbligato a privarsi dei primi e a dare l’altra ?
Ebbene, no !
Tra i suoi ladri e carnefici, lui ha delle preferenze, e vota per i più rapaci e feroci.
Ha votato ieri, voterà domani, voterà sempre.
Le pecore vanno al macello. Non si dicono niente, loro, e niente sperano.
Ma almeno non votano per il macellaio che le ucciderà, e per il borghese che le mangerà.
Più bestia delle bestie, più pecora delle pecore
l’elettore nomina il proprio carnefice e sceglie il proprio borghese.
Ha fatto delle Rivoluzioni per conquistarne il diritto.

* * *

O buon elettore, inesprimibile imbecille, povero diavolo !
Se, invece di farti prendere nelle assurde tiritere
che ogni mattino ti sciorinano i giornali grandi e piccoli,
azzurri o neri, bianchi o rossi
e che sono pagati per aver la tua pelle;
se, invece di credere alle chimeriche lusinghe con cui si accarezza la tua vanità
con cui si circonda la tua penosa sovranità da straccione
se, invece di fermarti, eterno babbeo, davanti alle pesanti frodi dei programmi;
se leggessi talvolta, in un angolino, Schopenhauer e Max Nordau
due filosofi che la sanno lunga su te e i tuoi padroni
forse impareresti cose utili e stupefacenti.
E forse, dopo averli letti
saresti meno pressato a rivestirti di un’aria grave e di un abito nuovo
per correre poi verso le urne omicide dove, qualunque nome tu deponga
tu scegli in anticipo il nome del tuo più mortale nemico. (…)

Soprattutto ricorda che l’uomo che sollecita i tuoi suffragi
è perciò stesso, un disonesto
poiché in cambio della situazione e della fortuna verso cui lo spingi
egli ti promette un mucchio di cose meravigliose che non ti darà
e che, d’altronde, non ha il potere di conferirti.

L’uomo che innalzi non rappresenta né la tua miseria, né le tue aspirazioni
proprio nulla di te;
rappresenta solo le proprie passioni e i propri interessi, contrari ai tuoi. (…)
Quindi rientra a casa, buonuomo, e fa lo sciopero del suffragio universale.
Non hai niente da perderci, te lo garantisco;
e per un certo periodo ciò potrà divertirti.
Presso la tua porta, chiusa ai postulanti di elemosine politiche
osserverai svolgersi la bagarre, fumando silenziosamente la pipa.

E se esiste, in un luogo ignorato
l'onest’uomo capace di governarti e amarti, non rimpiangerlo.
Sarebbe troppo geloso della sua dignità per mischiarsi alla lotta fangosa dei partiti
troppo fiero per ricevere da te un mandato
che tu accordi soltanto al cinico audace, all’insulto e alla menzogna.

Te l’ho detto, buonuomo, rientra a casa e fa sciopero.

" Le Figaro ", 28 novembre 1888

( trad. di Jean Montalbano )

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Elettori del Belpaese : loro sì che se ne intendono



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