Olivetti
La sede della Olivetti a Cupertino in California, quello che dell’Italia non si racconta …
Vale la pena di ricordare che la Olivetti aprì una sede a Cupertino nel 1972,
quando Jobs era ancora un fricchettone impiegato in Atari
e Wozniak pianificava il resto della sua vita in HP.
Mi piace ricordare questi dettagli non tanto per spacconeria campanilistica,
quanto per dare l’idea dell’enorme vantaggio che l’azienda di Ivrea sugli americani
( in Europa non c’era partita,
Olivetti negli anni ‘80 fu primo produttore di Pc e terzo al mondo,
creando i primi portatili con processori micro ) che arrivano dopo su certe “ visioni ”,
grazie a noi italiani, che non siamo solo pizza e mandolino
come una certa vulgata mediatica ha descritto il Paese ed i suoi abitanti negli ultimi 30 anni.
Ai giovani va spiegato cosa fosse la Olivetti, chi fosse Faggin ( inventò il touch…)
e che contributo diede il nostro Paese alla rivoluzione informatica
( la NASA copiò un calcolatore, un elaboratore italiano, per mandare l’Apollo sulla Luna …
in tempi in cui il termine computer non lo utilizzava nessuno …
" elaboravano ” le macchine a quel tempo, per utilizzare l’italiano …)
Paradossale che a scuola tutto questo non sia nei programmi…
In Europa nessuno può vantare ciò che fece la Olivetti,
industria gioiello che fu ridimensionata a partire dal 1992,
ovvero da quando partì la svendita degli ori di famiglia.
Un Italia troppo forte economicamente non andava bene a certe latitudini.
Va riscoperta la storia industriale del Paese, perché, come sosteneva Enrico Mattei,
gli italiani devono esportare tecnologia ed idee e non braccia.
Insomma ... all’estero non si va per fare gli straccioni.
L’italiano medio
è all’oscuro della vera natura dell’Italia post 1945, a questo va posto rimedio.
profilo di Marco Pugliese, Giornalista-Analista
Franco Tatò :
“ La Olivetti regalò agli americani il futuro dell’Italia ”
di chi conosce molto bene le questioni richiamate
di cui se ne consiglia la lettura.
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