Indurre o abbandonare
  Roma 2024
    La questione è già stata discussa su diversi fronti e diversi
      piani:
  
  
    Esegetico, Teologico, Storico, Cattolico, Ermeneutico, linguistico
      ecc...
  
    Io non affronterò la questione su questi ambiti, del resto a me
      lontani,
  
  
    ma piuttosto mi lascerò guidare dallo Spirito, se vorrà illuminarmi
  
  
    e proverò a fare qualche riflessione per quanto è nelle mie
      conoscenze.
  
  
    Ancora una premessa:
  
  
    forse la “gnosi cristiana” ci darà anche una mano in questa direzione
  
  
    sebbene questa visione darà fastidio agli “integralisti”
      cattolici.
  
  
    Ma del resto il Cristo è universale, per fortuna non è “proprietà”
      di nessuno.
  
    Premettiamo che una “parola eterna”, come quella del Cristo,
  
  
    non ha necessità di evolversi ed adeguarsi ai tempi storici,
  
  
    snaturerebbe il concetto stesso di “Parola eterna”, che per sua
      natura travalica il tempo.
  
  
    Non solo
  
  
    ma proprio il “Padre Nostro”, tra tutti i brani evangelici,
      “raccontati”
  
  
    è la parola diretta del Cristo.
👇
    Una parola che lui stesso ha insegnato come preghiera (Matteo 6:5-15;
      Luca 11:1-13 )
  
  
    e ha messo in pratica nell’orto degli ulivi,
  
  
    dove il “Padre” mette alla prova anche il Cristo stesso
  
  
    (mette alla prova il passaggio divino attraverso la natura umana,
  
  
    “introduce” la natura divina in quella umana).
  
  
    E lui stesso nell’orto dell’ulivo, chiede di non “Indurlo”
  
  
    (di non metterlo alla prova, di non introdurlo nella prova, “passi da me questo calice!”).
  
  
    La prova è necessaria per la scelta spirituale, per il cammino di fede e
      di consapevolezza.
  
  
    Perché Bergoglio vuole rendere il Padre Nostro più accettabile ?
  
  
     Più new-age ? Più laico ?
  
  
    2000 anni di papi non si sarebbero mai sognati di cambiare proprio le
      parole di Cristo.
  
  
    «
      Quando pregate, pregate cosi.
      »
  
    Il concetto di “abbandono” non esiste nel piano di Dio,
  
  
    per cui la parola è assolutamente fuori luogo e satanica,
  
  
    dà l’idea che Dio abbia la facoltà di abbandonare,
  
  
    di uno che gioca e può essere distratto e si dimentica !
  
  
    Niente di più lontano e falso, di ciò che è invece un Dio
      Onnisciente.
  
  
     Dio nella sua onnipotenza e nella sua Onnipresenza non abbandona
      mai
  
  
    tutto è in se, anche le prove più difficili per le sue creature.
  
  
    Per cui l’introduzione di questo termine è fortemente forviante, per non
      dire deragliante.
  
    L’idea che Dio lascia operare il male per la nostra conversione e per la
      nostra prova
  
  
    non può essere vista come “abbandono” e solo dalla parte razionale
      umana,
  
  
    che vuole un dio a comando delle volontà umane.
  
    L’abbandono non esiste nel piano divino,
  
  
    c’è perfino una possibilità di redenzione per Lucifero se si pente e si
      converte.
  
    La sostituzione della parola “indurre” con “abbandonare” è
      un falso problema,
  
  
    anzi da all’uomo l’idea, che sia tutto un fatalismo,
  
  
    come se Dio giocasse, ad essere distratto
  
  
    e abbandona qualcuno al male come una sorta di lotteria.
  
    Nessuno viene messo alla prova,
  
  
    se Dio non sa, che questa possa essere superata dalla sua creatura.
  
  
    Il Dio, nella gnosi cristiana, sa perfettamente che il male è funzione al
      bene.
  
  
    Il male viene concesso di esistere per le prove,
  
  
    non perché Dio è distratto e abbandona.
  
  
    Per cui il “non indurre in tentazione” è più tosto una richiesta
      di:
  
  
    “non farmi passare questa prova se non sono pronto spiritualmente per
        superarla
      !"
  
    La richiesta quindi non è pensare di lasciare a Dio la possibilità di
      abbandonarci
  
  
    che è fuori dalla natura divina stessa, ma satanica, ma piuttosto
  
  
    “
      fammi passare la prova materiale solo quando sono pronto
        spiritualmente
      !”
  
  
    La prova va comunque passata !
  
    La prova provata, ce la dà Cristo stesso nell’orto degli ulivi
  
  
    quando lui stesso chiede al Padre di non “indurlo in tentazione”
  
  
    ( passi da me questo Calice ).
  
  
    L’uomo che vuole diventare come Cristo
  
  
    (nella maniera Paolina,
      non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me).
  
  
     Deve essere sottoposto alle prove del male per scegliere il bene
      !
  
  
    Del resto il Cristo, oltre quella del Getsemani, aveva già ricevuto tre
      tentazioni.
  
  
    Non c’è stato nessun abbandono !
  
    Le stesse parole che Cristo grida prima di morire
  
  
    “
      Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato
      ? ”
  
  
    dimostra l’estrema ed ultima visione sul piano materiale della vita
      terrena e umana del Cristo.
  
  
    Nel momento della morte del corpo
  
  
    c’è la condizione “razionale” dell’abbandono. Indotta da Satana.
  
  
    Ma il Cristo Risorge !
  
  
    Il significato del Cristianesimo si compie con la resurrezione
  
  
    che distrugge l’idea di Abbandono. Infatti ritorna il Cristo risorto
      !
  
    Dio custodisce non abbandona, permette la prova ma poi riprende !
  
  
    Del resto il Cristo stesso disse:
  
  
    "
      non sono venuto a cambiare nemmeno uno Yota, del vecchio
          testamento
      "
  
  
    - ed erano solo profeti -
  
  
    figuriamoci a cambiare proprio le parole dirette del Cristo
  
  
    che insegna come pregare il Padre.
  
    La questione più grave è la rottura della
        Eggregora
        del Padre nostro
  
  
    generata in secoli e secoli di preghiera nelle case e nelle chiese.
  
  
    Le Eggregore per loro natura
  
  
    hanno bisogno oltre che della forte emozionalità e intenzionalità
  
  
    anche della precisa ripetizione rituale !
  
  
    Già la Eggregora del Padre nostro è fortemente indebolita
  
  
    per la minore recitazione della preghiera specialmente in occidente
  
  
    ora, addirittura
      la modifica della parola indurre con abbandonare,
  
  
    rompe la ritualità
  
  
    e indirettamente diminuisce la potenza sacrale delle chiese in cui
        viene recitata.
  
    C’è una precisa intenzionalità e responsabilità di chi ha fatto questa
      scelta ?
  
  
    La domanda è d’obbligo !
  
    “ Pregare come Gesù ci ha insegnato ! ”
  
- Giuseppe Turrisi -
  Ricercatore indipendente
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