Le Leggi della Stupidità
Carlo M. Cipolla è stato un insigne studioso di storia
economica,
famoso tra il grande pubblico per il pamphlet
Le leggi fondamentali della stupidità umana
(edito in Italia col titolo Allegro non troppo).
Tra i tanti modi per classificare le persone, quello di Cipolla aiuta a
imparare dall’esperienza,
evitando di subire danni e disperdere energie in rapporti con le persone
sbagliate.
Cipolla classifica le persone in quattro categorie, basandosi sul loro
comportamento
e su come questo risulti vantaggioso o dannoso per sé stessi e per gli
altri:
· Gli Intelligenti agiscono in modo vantaggioso sia per sé stessi
che per gli altri
· I Banditi agiscono in modo vantaggioso per sé stessi a danno
degli altri
· Gli Sprovveduti agiscono in modo vantaggioso per gli altri e
dannoso per sé stessi
· Gli Stupidi agiscono in modo dannoso sia per sé stessi che per
gli altri.
Nel velleitario ma suggestivo tentativo di offrire una visione
quantitativa dei vantaggi e svantaggi di un comportamento, Cipolla rappresenta le
proprie categorie in un piano cartesiano, ponendo sull’asse delle ascisse
il danno/vantaggio per sé stesso e su quello delle ordinate il
danno/vantaggio per gli altri. Un dato comportamento corrisponde a un
punto su questo grafico e le quattro categorie corrispondono ai quattro
quadranti in cui gli assi dividono il piano.
Dunque
una persona stupida è una persona che causa un danno a un’altra persona
o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé
o addirittura subendo una perdita. Questa è nota come Terza legge fondamentale della stupidità, ma
è in realtà la definizione stessa di stupidità, su cui si fonda tutta la
teoria di Cipolla. Le altre quattro leggi della stupidità dicono
che:
· 1. Sempre e inevitabilmente
ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
· 2. La probabilità che una certa persona sia stupida
è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
· 4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale
nocivo delle persone stupide.
· 5. La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che
esista.
Dunque le prime due leggi mettono in guardia sul fatto che la stupidità sia un fenomeno esteso e pervasivo; le altre due mettono
in guardia sulla sua gravità.
Fermiamoci ancora un attimo sul grafico.
La diagonale che passa per l’origine
e taglia a metà i quadranti degli sprovveduti e dei banditi
suddivide queste categorie ulteriormente in Sprovveduti-intelligenti e
Sprovveduti-stupidi
(secondo che si autoinfliggano meno o più danno
di quanto sia il vantaggio che generano per gli altri),
Banditi-intelligenti e Banditi-stupidi
(secondo che facciano meno o più danno agli altri
di quanto sia il vantaggio che generano per se stessi).
Gli Sprovveduti perfetti e i Banditi perfetti stanno sulla
diagonale
e sono neutri alla stabilità del sistema,
nel senso che globalmente generano tanto vantaggio quanto è il danno che
producono.
Viceversa, chiunque stia sopra la diagonale tende a migliorare il
sistema
e chiunque stia sotto tende a peggiorarlo.
Tanto più lontano un punto si trova dalla diagonale tanto più migliora o
peggiora il sistema.
Osservando che il quadrante degli stupidi occupa la zona più distante
dalla diagonale
si spiega il significato della quinta legge
e della pericolosità degli stupidi rispetto alle altre categorie.
Certo uno stupido poco stupido può essere meno nocivo di un bandito molto
bandito,
ma globalmente gli stupidi restano la categoria più temibile.
Anche perché, come insegna la quarta legge,
mentre i banditi si individuano abbastanza facilmente
e ci mettono naturalmente sulla difensiva,
è altrettanto naturale la tendenza a sottovalutare la pericolosità
degli stupidi.
Ora smettiamo con la teoria e veniamo a noi.
Naturalmente tutti amano pensare a sé stessi come intelligenti.
D’altra parte la prima legge ci dice che molti inesorabilmente si
sbagliano.
Pensiamoci un attimo:
quante delle nostre azioni sono vantaggiose sia per noi che per gli altri
?
non ci è mai capitato di far danni senza ricavarne niente ?
Lo stupido in realtà è dentro tutti noi, basta solo che non sia prevalente
per salvarci da noi stessi e forse renderci intelligenti, almeno un poco.
Quindi è importante capire quale sia il nostro carattere prevalente
e soprattutto quale sia quello delle persone con cui abbiamo a che
fare.
Lo sprovveduto spesso si definirà altruista per non ammettere la propria
debolezza.
Il bandito si definirà giusto e fiero di difendere i propri
interessi,
spesso perché incapace di vedere e rispettare quelli degli altri.
Tutto sommato apprezzo e rispetto di più il bandito che sa e ammette di
essere tale,
almeno si assume le proprie responsabilità e non somma ipocrisia al
banditismo.
Ma lo stupido è… stupido.
Quindi non gli passerà mai per la testa di esserlo.
La stupidità assume molte forme
ma discende molto spesso da una visione parziale e preconcetta del
mondo.
Lo stupido non decide che fare considerando cause e effetti del suo
comportamento,
ma lo fa secondo schemi predeterminati, sulla base di sacri e inviolabili
principi
dei quali è fermamente convinto.
Quindi è impermeabile al ragionamento e al confronto dialettico.
Cambiare idea non è un’opzione, lo farebbe sentire immediatamente
sprovveduto
se non – orrore ! – stupido.
Pertanto
confrontarsi con uno stupido è sempre un gioco in perdita:
non ne ricaveremmo nulla di buono e forse subiremmo qualche danno,
senza recar giovamento né a lui né agli altri.
Insomma,
se lo facessimo ci comporteremmo come degli stupidi !
Che fare dunque ?
Lo stupido va evitato, ma non è sempre possibile farlo.
Se non si può evitare va neutralizzato,
impedendogli per quanto possibile di nuocere a sé e agli altri.
Ma neanche questo è sempre facile o possibile.
Allora bisogna almeno tentare di limitare i danni.
Tanto più saremo capaci di limitarli e di volgere la situazione in
positivo, per noi e per gli altri,
tanto più dimostreremo di essere intelligenti.
La forza degli intelligenti
sta quindi nella capacità di arginare lo strapotere degli stupidi.
C’è da tener presente un altro fatto però.
I banditi tendono a sfruttare gli sprovveduti e strumentalizzare gli
stupidi per il loro vantaggio.
E dato il numero e il potenziale distruttivo degli stupidi (prima e
quinta legge),
questo innesca una miscela davvero esplosiva,
sulla quale si basano molte delle tragedie della storia.
Solo quando gli intelligenti sapranno tener testa all’esercito degli
stupidi capitanato dai banditi
potremo sperare in un sistema in miglioramento.
Insomma, forse si spiega perché le cose non vanno tanto bene.
Half an hour
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