Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

mercoledì 25 settembre 2024

L'inconsolabile

L'inconsolabile

da Dialoghi con Leucò
- Cesare Pavese -

Il dialogo esprime il dramma di Orfeo che ha ben compreso
come la morte di Euridice rappresenti il definitivo concludersi di un’epoca. Riportarla in vita non ha alcun senso, perché quanto è perduto lo è per sempre. Per questo Orfeo scelse di voltarsi, quando già intravedeva il barlume del giorno.

Il sesso, l’ebbrezza e il sangue richiamarono sempre il mondo sotterraneo
e promisero a più d’uno beatitudini ctonie.
Ma il tracio Orfeo, cantore, viandante nell’Ade
e vittima lacerata come lo stesso Dionisio, valse di più.
( Parlano Orfeo e Bacca )


« Io cercavo, piangendo, non più lei ma me stesso »

Dopo l’esperienza nell’Ade
Orfeo voleva tornare alla vita, ma da solo.
Si sentiva felice per il barlume di luce e il mondo dei vivi
mentre non gli importava più nulla di Euridice che ormai apparteneva ad un altro mondo.
Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti… non vale la pena.
Secondo le Baccanti Orfeo pensa troppo alla morte
mentre loro si godono la festa. Ma egli replica:
É necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno.
L’orgia del mio destino è finita nell’Ade
finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte.

Anche Pavese è sceso più volte nell’inferno, non ha mai condiviso la gioia di vivere degli altri
e ha cantato per tutta la vita l’amore che gli mancava
e la solitudine che non ha mai smesso di morderlo.

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