Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

martedì 1 ottobre 2024

Diritto al silenzio

Diritto al silenzio


Tutto ciò che si sentiva era il rumore della legna bagnata che bruciava nel camino.
In lontananza poteva distinguere il grido stridente di un'aquila di passaggio
intenta a volteggiare per individuare la sua prossima cena.
Il silenzio era assordante. Di quelli che lasciano emergere la frenesia interiore.
 Pensieri, progetti, ansia, rancori, sogni ad occhi aperti
cominciarono a sfilare nella sua mente.
Dopotutto, il silenzio non è mai quello che sembra.


Provava un'ansia sottile e un lieve panico all'idea che dove si trovava,
in cima a quella montagna, non aveva alcuna via d'uscita
che potesse funzionare come una " zona di comfort "...
nessuna possibilità di fuga o frammentazione, nessun segnale mobile,
nessuna accesso alla televisione o al computer.
Nessuna via di fuga dal suo tumulto interiore.
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Dopo aver girato più e più volte i cinquanta metri quadrati di legno della casetta
e ispezionato con l'occhio instancabile del vecchio notaio ogni minimo dettaglio e imperfezione
( quante imperfezioni c'erano... ! )
e dopo aver visionato, secondo la sua mente consumistica socialmente programmata,
( quasi tutta IKEA era condensata dentro quella casetta in un paese da sogno )
tutto pareva bello e ricco, senza decadimento, senza disarmonia,
un misto di Sims e Barbie in campagna,
con vicini sorridenti e impegnati in attività naturali di coltivazione e autoconsumo.
Alla fine... esausto... rinunciò all'ispezione.
Non c'era modo che potesse organizzare esteriormente quel caos
a meno che non avesse potuto contare su dei superpoteri magici
... come quello di avere Topolino assistente mago !

Si accomodò esausto in un angolo del divano
e percepì quella quiete avvolgerlo minacciosamente.
 Per quasi mezzo secolo
figlio di una città che ribolle, ringhia, strilla e stride,
era naturale per lui sentirsi quanto meno a disagio
in un ambiente dove anche il suono di un'ape fende l'aria con l'impetuosità di un aereo !
Cosa poteva fare, infine, perché quelle ore passassero in fretta
per poter correre come il figliol prodigo verso la sua rumorosa sicurezza ?

Poi... decise di fare un patto con sé stesso: " sedersi sulle mie uova " per un po'
smettendo di inseguire il controllo sulle cose, sulle persone,
sulle sue idee su come dovrebbe essere la vita.
Sedersi senza fare altro che ascoltare i suoni interiori ed esteriori senza giudicarli,
senza sceglierli né caratterizzarli, senza rifiutare nulla né aggrapparsi a nulla.

L'immagine che gli venne in mente proveniva da un esempio di meditazione buddista Zen.
La storia diceva che il senso di rilassamento che dovrebbe accompagnare la meditazione
è come un fascio d'erba strettamente legato a cui tagliamo la corda
e si rilassa e si stende sbuffando di sollievo.
Bella immagine davvero !
Così provò ad ascoltare, immaginandolo, il suono che avrebbe fatto un fascio d'erba sciolto.

~ ~ ~ ~ ~
Consideriamo per un momento l'espressione greca del "sedersi sulle mie uova".
Con quanta comodità e delicatezza le galline e le oche si siedono sulle loro uova...
Ecco come dovremmo sederci nelle nostre menti occupate: dolcemente, delicatamente,
con accettazione, con conforto e affetto.
Se ci sediamo così, sempre più qualcosa di buono verrà fuori... !
Il suono del silenzio non è sempre lo stesso.
Il silenzio può diffondersi dentro di te all'improvviso, nel cuore del trambusto.
Diciamo... nel centro del mercato all'aperto di Salonicco.

Il silenzio è entrare in contatto con il proprio io più profondo,
dove le acque del lago si calmano e diventano blu...
Allo stesso modo, il silenzio può portare con sé la commozione più assordante.

Pensieri e impulsi disposti a casaccio, idee con l'impronta dell'urgenza
che piombano dal nulla sulle nostre teste, e all'improvviso
ci ritroviamo a preoccuparci delle cose più improbabili rigurgitate e dimenticate,
di vecchi arretrati, di costruzioni mentali ritardate o retrodatate
che impongono indiscriminatamente la loro presenza dentro le nostre menti,
ogni volta che sediamo in silenzio.

Il percorso dalla quiete al silenzio è l'unico percorso spirituale personale di ognuno di noi.
Può seguire i sentieri impervi e tortuosi del mondo.
Ma è percorso da ciascuno di noi da solo.
~ ~ ~ ~ ~

Così, mentre si sedeva, si rese conto di quanto l'ovvio gli sfuggiva sistematicamente:
nella società moderna siamo costantemente circondati da una raffica di rumori,
suoni discordanti e sgradevoli.
Le città, le strade, i parchi, le automobili, i centri commerciali, i luoghi di lavoro
 e persino le case (con lavatrici, frigoriferi, computer, telefoni, radio, televisori)
vibrano costantemente come un alveare minaccioso.

Ricordò di aver letto sulla stampa quotidiana
gli effetti dannosi del rumore eccessivo sulla salute.
Solo che " ...ci siamo talmente abituati 24 ore su 24
che ormai consideriamo normale svegliarci e dormire con questo brusio."
( La città è silenziosa soltanto intorno all'alba ).

~ ~ ~ ~ ~
Qui sta il segreto comune della nostra disintegrazione e incoscienza collettiva.
I rumori che ci circondano continuamente "coprono" il nostro rumore interiore
e quindi non dobbiamo affrontarlo se non in casi eccezionali di crisi.
 Per la maggior parte della nostra vita
viviamo coperti dal cuscino protettivo dei rumori,
una sorta di airbag mentale che ci isola dagli spigoli vivi delle nostre emozioni negative.

Siamo addestrati fin dalla giovane età ad essere bravi in ​​questo:
come evitare di affrontare il nostro rumore interiore
che fa eco al nostro dolore.
Come ogni volta che soffriamo consciamente o inconsciamente
per essere distratti premendo un pulsante, veniamo "dimenticati"
in un mondo immaginario televisivo oppure on-line,
lasciando il nostro tumulto interiore sopraffatto da un agguato assordante. Sicuramente ci vuole molto coraggio
per riuscire a spegnere la televisione e sedersi in meditazione...
per "chiudere la scissione"
e ascoltare la chiarezza e la prontezza che emanano dall'interno.

È solo un caso che tutti i monasteri, tutti gli eremi di tutte le tradizioni
si trovino lontano dalle città, sulle cime delle montagne
o nel profondo del deserto ?
I monaci dicono che “... è necessario il silenzio
affinché la voce di Dio possa essere ascoltata dentro di voi ”.
 Ma finché non raggiungi il silenzio, finché non ascolti la voce di Dio,
devi affrontare faccia a faccia, senza esitazione, senza sensi di colpa e senza attaccamento,
la cacofonia della tua immaturità egocentrica.
" Dio " non può essere udito quando domina l'Ego.
~ ~ ~ ~ ~

Forse si era addormentato, o forse aveva perso la cognizione del tempo.
Quando si rialzò per accingersi a partire
aveva allargato dentro di sé uno spazio di silenzio vasto come il cielo.

Avviò il motore della jeep
e per la prima volta gli sembrò di udire una melodia reale !
Man mano si avvicinava a quel mostruoso miscuglio di cemento,
onde elettromagnetiche e nevrosi collettive che convenzionalmente chiamiamo "la città"
quello spazio cominciò gradualmente a scomparire.
 Quando arrivò a casa,
la televisione programmata trasmetteva notizie stressanti a tutto volume...
la lavastoviglie programmata stava centrifugando le lenzuola
mentre il telefono cercava attenzione squillando incessantemente ogni tre minuti.

Si rimboccò le maniche e appese i vestiti.
Solo allora realizzò
che oltre i diritti del cittadino, dell'uomo, dei rifugiati, delle nazioni e tanti altri...
c'è anche il diritto al silenzio e alla pace !

~ ~ ~ ~ ~
Quel diritto è universale, inalienabile, ma non è costituzionalmente garantito.

Possiamo rivendicarlo soltanto noi stessi.

È una questione di scelta personale ... e resistenza spirituale consapevole.

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