Diritto al silenzio
  Tutto ciò che si sentiva era il rumore della legna bagnata che bruciava nel
    camino.
  In lontananza poteva distinguere il grido stridente di un'aquila di
    passaggio
  intenta a volteggiare per individuare la sua prossima cena.
  Il silenzio era assordante. Di quelli che lasciano emergere la frenesia
    interiore.
   Pensieri, progetti, ansia, rancori, sogni ad occhi aperti
cominciarono a sfilare nella sua mente.
Dopotutto, il silenzio non è mai
    quello che sembra.
Provava un'ansia sottile e un lieve panico all'idea che dove si
      trovava,
  
    in cima a quella montagna, non aveva alcuna via d'uscita
  
  
    che potesse funzionare come una " zona di comfort "...
  
  
    nessuna possibilità di fuga o frammentazione, nessun segnale
      mobile,
  
  
    nessuna accesso alla televisione o al computer.
  
  
    Nessuna via di fuga dal suo tumulto interiore.
  
  
    Dopo aver girato più e più volte i cinquanta metri quadrati di legno
      della casetta
  
  
    e ispezionato con l'occhio instancabile del vecchio notaio ogni minimo
      dettaglio e imperfezione
  
  
    ( quante imperfezioni c'erano... ! )
  
  
    e dopo aver visionato, secondo la sua mente consumistica socialmente
      programmata,
  
  
    ( quasi tutta IKEA era condensata dentro quella casetta in un paese da sogno )
  
  
    tutto pareva bello e ricco, senza decadimento, senza disarmonia,
  
  
    un misto di Sims e Barbie in campagna,
  
  
    con vicini sorridenti e impegnati in attività naturali di coltivazione e
      autoconsumo.
  
  
    Alla fine... esausto... rinunciò all'ispezione.
  
  
    Non c'era modo che potesse organizzare esteriormente quel caos
  
  
    a meno che non avesse potuto contare su dei superpoteri magici
  
  
    ... come quello di avere Topolino assistente mago !
  
    Si accomodò esausto in un angolo del divano
  
  
    e percepì quella quiete avvolgerlo minacciosamente.
  
  
     Per quasi mezzo secolo
  
  
    figlio di una città che ribolle, ringhia, strilla e stride,
  
  
    era naturale per lui sentirsi quanto meno a disagio
  
  
    in un ambiente dove anche il suono di un'ape fende l'aria con
      l'impetuosità di un aereo !
  
  
    Cosa poteva fare, infine, perché quelle ore passassero in fretta
  
  
    per poter correre come il figliol prodigo verso la sua
      rumorosa sicurezza ?
  
    Poi... decise di fare un patto con sé stesso: "
      sedersi sulle mie uova " per un po'
  
  
    smettendo di inseguire il controllo sulle cose, sulle persone,
  
  
    sulle sue idee su come dovrebbe essere la vita.
  
  
    Sedersi senza fare altro che ascoltare i suoni interiori ed esteriori
      senza giudicarli,
  
  
    senza sceglierli né caratterizzarli, senza rifiutare nulla né aggrapparsi
      a nulla.
  
    L'immagine che gli venne in mente proveniva da un esempio di meditazione
      buddista Zen.
  
  
    La storia diceva che il senso di rilassamento che dovrebbe accompagnare
      la meditazione
  
  
    è come un fascio d'erba strettamente legato a cui tagliamo la corda
  
  
    e si rilassa e si stende sbuffando di sollievo.
  
  
    Bella immagine davvero !
  
  
    Così provò ad ascoltare, immaginandolo, il suono che avrebbe fatto un
      fascio d'erba sciolto.
  
  ~ ~ ~ ~ ~
  Consideriamo per un momento l'espressione greca del "sedersi sulle mie uova".
  Con quanta comodità e delicatezza le galline e le oche si siedono sulle
    loro uova...
  Ecco come dovremmo sederci nelle nostre menti occupate: dolcemente,
    delicatamente,
  con accettazione, con conforto e affetto.
  Se ci sediamo così, sempre più qualcosa di buono verrà fuori... !
  Il suono del silenzio non è sempre lo stesso.
  Il silenzio può diffondersi dentro di te all'improvviso, nel cuore del
    trambusto.
  Diciamo... nel centro del mercato all'aperto di Salonicco.
  Il silenzio è entrare in contatto con il proprio io più profondo,
  dove le acque del lago si calmano e diventano blu...
  Allo stesso modo, il silenzio può portare con sé la commozione più
    assordante.
  Pensieri e impulsi disposti a casaccio, idee con l'impronta
    dell'urgenza
  che piombano dal nulla sulle nostre teste, e all'improvviso
  ci ritroviamo a preoccuparci delle cose più improbabili rigurgitate e
    dimenticate,
  di vecchi arretrati, di costruzioni mentali ritardate o retrodatate
  che impongono indiscriminatamente la loro presenza dentro le nostre
    menti,
  ogni volta che sediamo in silenzio.
  Il percorso dalla quiete al silenzio è l'unico percorso spirituale
    personale di ognuno di noi.
  Può seguire i sentieri impervi e tortuosi del mondo.
  Ma è percorso da ciascuno di noi da solo.
  ~ ~ ~ ~ ~
    Così, mentre si sedeva, si rese conto di quanto l'ovvio gli sfuggiva sistematicamente:
  
  
    nella società moderna siamo costantemente circondati da una raffica di
      rumori,
  
  
    suoni discordanti e sgradevoli.
  
  
    Le città, le strade, i parchi, le automobili, i centri commerciali, i
      luoghi di lavoro
  
  
     e persino le case (con lavatrici, frigoriferi, computer, telefoni,
      radio, televisori)
  
  
    vibrano costantemente come un alveare minaccioso.
  
    Ricordò di aver letto sulla stampa quotidiana
  
  
    gli effetti dannosi del rumore eccessivo sulla salute.
  
  
    Solo che " ...ci siamo talmente abituati 24 ore su 24
  
  
    che ormai consideriamo normale svegliarci e dormire con questo
        brusio."
  
  
    ( La città è silenziosa soltanto intorno all'alba ).
  
  
  ~ ~ ~ ~ ~
  Qui sta il segreto comune della nostra disintegrazione e incoscienza
    collettiva.
  I rumori che ci circondano continuamente "coprono" il nostro rumore
    interiore
  e quindi non dobbiamo affrontarlo se non in casi eccezionali di
    crisi.
   Per la maggior parte della nostra vita
  viviamo coperti dal cuscino protettivo dei rumori,
  una sorta di airbag mentale che ci isola dagli spigoli vivi delle nostre
    emozioni negative.
  Siamo addestrati fin dalla giovane età ad essere bravi in questo:
  come evitare di affrontare il nostro rumore interiore
  che fa eco al nostro dolore.
  Come ogni volta che soffriamo consciamente o inconsciamente
  per essere distratti premendo un pulsante, veniamo
    "dimenticati"
  in un mondo immaginario televisivo oppure on-line,
  lasciando il nostro tumulto interiore sopraffatto da un agguato assordante.
    Sicuramente ci vuole molto coraggio
  per riuscire a spegnere la televisione e sedersi in meditazione...
  per "chiudere la scissione"
  e ascoltare la chiarezza e la prontezza che emanano dall'interno.
  È solo un caso che tutti i monasteri, tutti gli eremi di tutte le
    tradizioni
  si trovino lontano dalle città, sulle cime delle montagne
  o nel profondo del deserto ?
  I monaci dicono che “... è necessario il silenzio
  affinché la voce di Dio possa essere ascoltata dentro di voi
    ”.
   Ma finché non raggiungi il silenzio, finché non ascolti la voce di
    Dio,
  devi affrontare faccia a faccia, senza esitazione, senza sensi di colpa e
    senza attaccamento,
  la cacofonia della tua immaturità egocentrica.
  " Dio " non può essere udito quando domina l'Ego.
  ~ ~ ~ ~ ~
    Forse si era addormentato, o forse aveva perso la cognizione del
      tempo.
  
  
    Quando si rialzò per accingersi a partire
  
  
    aveva allargato dentro di sé uno spazio di silenzio vasto come il cielo.
  
  
    Avviò il motore della jeep
  
  
    e per la prima volta gli sembrò di udire una melodia reale !
  
  
    Man mano si avvicinava a quel mostruoso miscuglio di cemento,
  
  
    onde elettromagnetiche e nevrosi collettive che convenzionalmente
      chiamiamo "la città"
  
  
    quello spazio cominciò gradualmente a scomparire.
  
  
     Quando arrivò a casa,
  
  
    la televisione programmata trasmetteva notizie stressanti a tutto
      volume...
  
  
    la lavastoviglie programmata stava centrifugando le
      lenzuola
  
  
    mentre il telefono cercava attenzione squillando incessantemente ogni tre
      minuti.
  
  
    Si rimboccò le maniche e appese i vestiti.
  
  
    Solo allora realizzò
  
  
    che oltre i diritti del cittadino, dell'uomo, dei rifugiati, delle
      nazioni e tanti altri...
  
  
    c'è anche il diritto al silenzio e alla pace !
  
    ~ ~ ~ ~ ~
  
  Quel diritto è universale, inalienabile, ma non è costituzionalmente garantito.
  Possiamo rivendicarlo soltanto noi stessi.
  È una questione di scelta personale ... e resistenza spirituale consapevole.

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