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sabato 9 novembre 2024

Oltre l'invisibile

Oltre l'invisibile

Dove scienza e spiritualità si uniscono


“ I moderni scienziati riscoprono solo antiche verità.
Religione e scienza, nell’antichità, erano collegate più strettamente di due gemelli.
Con attributi reciprocamente convertibili, la scienza era spirituale e la religione era scientifica. L’intuizione spirituale era pronta a supplire i limiti dei sensi fisici.
Una volta separate, la scienza esatta rifiuta l’aiuto della voce interiore,
mentre la religione diviene una semplice teologia dogmatica;
e ognuna è solo un cadavere senz’anima” - H.P. BLAVATSKY, Iside svelata

Nel mondo d’oggi,
la scienza si occupa della realtà esteriore e la spiritualità della realtà interiore.
I loro scopi e le loro visioni sono talmente differenti che c’è un abisso a dividerle.
 Infatti, la maggior parte dei fisici
considera la realtà interiore un epifenomeno, cioè un’illusione,
e quindi non la ritiene nemmeno un problema degno di studio.
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La spiritualità
si basa su esperienze unitive che cambiano radicalmente il senso della propria vita,
la relazione tra sé e l’universo e la concezione della realtà fisica.
L’esperienza di unione tra il mondo esteriore e quello interiore
crea un forte bisogno di comprendere la natura della realtà più profonda,
che si rivela in un vissuto straordinario.

Le religioni sono dottrine e pratiche di vita
basate su filosofie e dogmi che hanno una forte connessione con la spiritualità,
perché spesso fondate da persone ispirate da profonde esperienze spirituali.
Le religioni si occupano del bisogno spirituale delle persone mediante dogmi e riti,
che raramente conducono a quelle esperienze trasformative che ne sono all’origine.
Esse hanno poco in comune con la scienza,
e la mancanza di una base esperienziale ne rende pressoché impossibile l’unione.

Albert Einstein ha detto che
“... la scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca”.
Ma in realtà egli credeva nel determinismo
in cui non c’è posto né per il libero arbitrio né per la coscienza.
E quindi la sua affermazione ha più valore poetico che scientifico.

I padri della fisica quantistica, Plank, Schrodinger, Heisenberg, Pauli, von Neumann e altri
avevano intuito invece che la coscienza era un aspetto fondamentale della realtà,
connesso con la natura dell’osservatore.
Purtroppo
non essendo mai riusciti a trovare la connessione precisa tra la coscienza e la fisica quantistica
questa intuizione è rimasta sterile.

L’introduzione dell’IA nella quotidianità della nostra vita,
e il recente aumento di esperienze di risveglio,
hanno fatto sì che molti siano diventati consapevoli
del bisogno di integrare scienza, spiritualità e religioni
in una visione coerente e inclusiva che vada oltre il materialismo e lo scientismo.

L’unione di cui parlo riguarda l’interiorità con l’esteriorità, il soggettivo con l’oggettivo,
il semantico con il simbolico, l’intuitivo con il razionale, l’emotivo con l’intellettuale,
l’introverso con l’estroverso, il determinismo con l’indeterminismo e l’astratto con il concreto.

Credo che solo una visione unitaria potrà illuminare e guidare il cammino dell’umanità
“...verso una nuova aurora (Giordano Bruno).
Cammino che sarà particolarmente arduo
in questo secolo dominato dal consumismo materialista e da uno scientismo militante.

- prof. Federico Faggin -
Oltre l’Invisibile - pg. 260/261
Scienza, spiritualità e religioni

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