Quotidianità bancarie
    Volete sapere cosa avviene in ogni Banca ogni giorno ?
  
  Io lo so, perché ci ho lavorato 32 anni. Adesso ve lo dico.
    Dopo il trattato di Maastricht, con le privatizzazioni, ogni filiale di
      Banca è diventata una SPA
  
  
    e le sue filiali sono state progressivamente trasformate
  
  
    e ridenominate in sportelli commerciali o finanziari.
  
  
    Si tratta quindi di veri e propri negozi
  
  
    che tutti i giorni DEVONO vendere prodotti ai clienti, con tanto di
      poster sulle vetrine.
  
  
    Da quel momento il loro unico scopo è diventato quello di remunerare gli
      azionisti.
  
  
    Infatti, spero abbiate notato, che le banche non offrono più
      servizi.
  
  
    Per quelli ci sono l’home banking e gli ATM ultra sofisticati
  
  
    che fanno tutte le operazioni che prima erano eseguite da front e back
      office.
  
  
    Il cliente non deve interagire con il personale
  
  
    se non nel momento in cui deve sottoscrivere l’acquisto di qualche
      prodotto commerciale
  
  
    che la Banca desidera vendergli.
  
    Adesso, tutti i giorni,
  
  
    il personale di Banca riceve delle disposizioni dalla direzione
      commerciale,
  
  
    sotto forma di circolari, di e-mail e di telefonate e, in base ad
      esse,
  
  
    deve sollecitare la clientela
  
  
    ad acquistare quei prodotti che la direzione commerciale della
      Banca
  
  
    ha scelto che debbano essere collocati.
  
  
    I prodotti preferiti sono: i fondi comuni, i PAC, le gestioni
      patrimoniali, le polizze assicurative,
  
  
    i prestiti personali erogati da finanziarie partner, i mutui ipotecari e
      le carte di credito.
  
  
    Il pressing psicologico, su cui si basa questo modello di vendita
  
  
    che è imposto ai dipendenti di rete, è devastante.
  
  
    Anche io lo subivo tutti i giorni e ho rischiato di impazzire.
  
  
    Il ricatto è sempre sottinteso, ma garantito:
  
  
    il trasferimento punitivo presso filiali scomode, il demansionamento, l’umiliazione.
  
  
    Questo è assurdo perché senza nessun vincolo di sottostante,
  
  
    le banche possono creare dal niente tutti i soldi che vogliono. E lo
      fanno.
  
  
    Quando lavoravo in Banca, venivo pressato dal cosiddetto
      "budget"
  
  
    ovvero la necessità della Banca di guadagnare.
  
  
    Gli "obiettivi commerciali", dicevano, urlavano !
  
  
    Un qualcosa di assolutamente ridicolo e patetico.
  
    La Banca, che può creare i soldi dal nulla,
  
  
    chiede ai suoi dipendenti di lavorare di più per aumentare i guadagni
      della Banca ?
  
  
    È come se il TEMPO chiedesse agli orologiai di dargli più ore.
  
  
    Ma in realtà, per quanto folle e insensato, è proprio così:
  
  
    perché questo sistema rende possibile il funzionamento del gioco truccato
      !
  
  
    Ed ogni gioco ha le sue regole !
  
Molti non lo sanno, ma tutti i dipendenti di Banca
  
    sono sottoposti ad una valutazione annuale che viene calcolata dai
      responsabili.
  
  
    Questo è il momento in cui molto spesso
  
  
    avviene che il responsabile che è stato a sua volta “trombato” si
      può vendicare,
  
  
    scaricando la sua inettitudine sui propri sottoposti.
  
  
     Durante la fase delle valutazioni
  
  
    emerge tutto il minuscolo spessore (tranne pochissime eccezioni)
  
  
    di una categoria umana che ho imparato a conoscere per 32 anni,
  
  
    girando oltre 160 filiali in tutta Italia,
  
  
    quando mi occupavo delle acquisizioni di sportelli meglio conosciute come
      Risiko Bancario.
  
    Non è tanto la remunerazione (o l’eventuale bonus)
  
  
    a stimolare i dipendenti alla solerzia commerciale,
  
  
    ma la costante paura di non vendere abbastanza e di essere quindi
      puniti.
  
  
    Un sistematico trattamento vessatorio quotidiano allucinante !
  
    Per questo il dipendente di Banca, letteralmente terrorizzato,
  
  
    farà sempre l’interesse della Banca e non l’interesse del cliente.
  
  
    Ormai ne sono fuori, ecco perché lo posso dire.
  
  - Andrea Cecchi - Autore - Radiocentromadonie

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