Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

T. de Chardin :
" Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "

SAPERE AUDE ! ET SI OMNES EGO NON
Quando hai a che fare con un arrogante, tieni ben presente che quello è il primo sintomo della sua ignoranza !

sabato 10 maggio 2025

Pene animiche e virtù

Pene animiche e virtù


In virtute posita est vera felicitas.
Nella virtù è posta la vera felicità.
Seneca - De vita beata, XVI, 1


Giunto al compimento del suo atto essenziale, un ente è completamente felice.
Nell’uomo,
composto di animo, anima e corpo, si riduce tutto all’animo, il vero essere permanente.
La pena che l’anima sperimenta è la “pena di esistere”, dello stare fuori dall’Essere,
nella quale è presente la tensione, il moto psichico alla ricostituzione nell’Essere.
Questa pena non è quiete, ma inquietudineè esperienza del limite psichico,
della finitudine dell’attività dell’anima,
della mancanza della piena fruizione della Luce del Vero, dell’Essere Divino.
Da questa privazione nasce la “ tristitia ” fondamentale.
Le diverse religioni, che procedono dalle origini paradisiache
e conservano la memoria della perdita della perfezione,
hanno costituito le diverse vie per il recupero della beatitudine integrale dell’anima,
consentendole di liberarsi dalla soggezione alla malia della dimensione psichica distintiva
e dalla pena della esistenza.
La società postmoderna
è il prodotto finale dell’alienazione dell’anima dall’Essere Divino
e dalla vita religiosa che conduce ad Esso,
perciò non può che produrre l’annientamento dell’anima
nell’inquietudine abissale della materia tenebrosa,
il cui desiderio, completamente vuoto e vano,
porta al non essere e all’illusione cosmica integrale.

Nessun commento: