La faccia occulta della Storia
Sono ben pochi, anche fra le persone più colte,
coloro che si soffermano a considerare cosa significhi in termini di
potere
la possibilità di imporre ad un popolo una certa visione della
storia.
Prospettare un certo cammino dell'umanità invece di un altro significa
indicare delle mete,
e quindi stabilire parametri di giudizio, scale di valori e, di
conseguenza, comportamenti.
Ciò è tanto vero che in epoca moderna ogni regime,
nazionalsocialista, fascista o comunista, nazionalista o
liberal-democratico,
ha delineato una propria specifica interpretazione della storia
dando luogo a diverse concezioni di giusto e ingiusto, di bene e
male.
Ben consapevole di ciò, George Orwell, nel suo "profetico" romanzo
"1984"
pone come una delle basi fondamentali dello stato da incubo da lui
preconizzato,
nel quale persino il pensiero e le emozioni sono sotto il controllo del
"Grande Fratello",
il motto "Chi controlla il passato controlla il futuro"
e immagina un ministero in cui, all'insegna appunto della "mutevolezza del passato",
vengono riscritti i giornali e i libri delle epoche anteriori.
Va peraltro rilevato che tutte le cennate concezioni della storia,
al di là delle loro anche stridenti diversità, poggiano su un fondamento comune:
la dottrina romantica e spenceriana del progresso e della
modernità,
e cioè la dottrina secondo cui l'umanità sarebbe in perpetua e
infallibile marcia ascensionale,
onde il presente, il "moderno", sarebbe sempre necessariamente migliore del passato
e il futuro, del pari ineluttabilmente, migliore del presente.
Ne segue che il passato, l'antico, viene giudicato tanto più
favorevolmente
quanto più è simile al moderno e lo prepara,
e tanto più negativamente quanto più se ne discosta e gli si
contrappone.
È evidente quanto una simile visione della vicenda umana,
che assurdamente bandisce il concetto di decadenza delle civiltà,
sia funzionale a qualsiasi regime che detenga attualmente il
potere,
perché esso, in questa prospettiva hegeliana della storia,
appare sempre come un legittimo punto di arrivo,
un necessario gradino della scalinata del progresso.
[...]
È invero sotto gli occhi di tutti il dato di fatto
che lo stato centralizzato figlio della Rivoluzione Francese,
sbandierando a ogni momento una libertà che invece combatte in radice
aggredendola nelle intelligenze,
impone propri standardizzati e rimaneggiati programmi scolastici in ogni
disciplina,
ma in particolare appunto in storia e in filosofìa,
unificate all'insegna della citata dottrina hegeliana e romantica
ma anche spenceriana e comtiana, e quindi positivistica, del progresso
infallibile,
correlata a sua volta e supportata, sul piano naturalistico,
dall'evoluzionismo darwiniano.
[...]
I rivolgimenti epocali
tumultuosamente accavallatisi a velocità crescente in questi ultimi
quarant’anni,
la sovversione della bimillenaria scala dei valori che aveva ispirato e
costruito la nostra civiltà, l'improvvisa autoliquidazione dello sterminato
e minaccioso impero bolscevico
e l'immediatamente successivo fenomeno della globalizzazione
con la progressiva abrogazione su scala mondiale delle leggi in materia
doganale
e di quelle che limitavano i trasferimenti internazionali di
capitali,
le bibliche migrazioni di decine di milioni di persone, agevolate, anche in
Italia,
da opportune, miratissime modifiche legislative in materia di pubblica
sicurezza,
dovrebbero aver pur destato qualche sospetto...
[...]
È pertanto il caso di chiedersi fino a quando
sarà possibile scrivere e documentarsi su questi spinosi argomenti,
politicamente scorretti e sgraditissimi agli eurocrati
e in genere agli "architetti" del Nuovo Ordine Mondiale.
Estratto dall'introduzione del
libro:
Massoneria e Sette segrete.
La faccia occulta della storia
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