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T. de Chardin :
" Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "

SAPERE AUDE ! ET SI OMNES EGO NON
Non è che Lorsignori e i loro delegati le cose non le dicono, ma lo fanno senza farti mai comprendere quale sia il loro VERO interesse.

martedì 21 ottobre 2025

Benedizione

Benedizione

- Cherles Baudelaire -
da: I fiori del male

Allorquando,
per un decreto de le potenze supreme, il Poeta appare in questo mondo annoiato,
sua madre spaventata e gonfia di bestemmie stringe i pugni verso Dio, che la compiange:

“ Ah! perché non ho procreato tutto un viluppo di serpi,
piuttosto che alimentare questa derisione!
Maledetta sia la notte dai fuggevoli piaceri in cui il mio ventre ha concepito la mia espiazione!
“ Poiché mi hai scelta fra tutte le donne per essere la nausea del mio povero marito,
e non posso gettare a le fiamme, come una lettera d’amore, questo mostro raggrinzato,
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“farò schizzare il tuo odio che m’opprime su l’istrumento maledetto delle tue perversità,
e torcerò così bene questo misero albero, che non potrà mettere i suoi germogli appestati!”

Ella torna così ad inghiottire la schiuma del suo odio, e, non comprendendo li eterni disegni,
si prepara in fondo a la Gehenna i roghi consacrati ai delitti materni.
Tuttavia, sotto l’invisibile tutela d’un Angelo, il Bambino diseredato s’inebria di sole,
e in tutto ciò che beve e mangia ritrova l’ambrosia e il nettare vermiglio.

Egli scherza col vento, parla con la nube e cantando s’inebria del suo calvario;
e lo Spirito che lo segue nel suo pellegrinaggio
piange vedendolo allegro come un uccello dei boschi.

Tutti quelli che vuole amare l’osservano con timore, oppure, incoraggiati da la sua tranquillità,
fanno a gara a chi sa strappargli un lamento, e provano su di lui la loro ferocia.

Nel pane e nel vino destinati a la sua bocca mescolano cenere con sputi impuri;
con ipocrisia respingono ciò che egli tocca,
e si fanno una colpa d’aver posto il piede su l’orme de’ suoi passi.
Sua moglie va gridando nelle pubbliche piazze:
“Poiché egli mi trova abbastanza bella per adorarmi, io farò il mestiere degli idoli antichi,
e al par di loro mi farò dorar di nuovo;

“e mi ubriacherò di nardo, d’incenso, di mirra, di genuflessioni, di carne e di vino,
per sapere se posso in un cuore che mi ammira usurpare scherzando gli omaggi divini!

“E quando mi annoierò di queste empie commedie, poserò su di lui la mia fragile e forte mano;
e le mie unghie, uguali alle unghie de le Arpie, sapranno aprirsi una via fino al suo cuore.

“Come un uccellino appena nato che trema e palpita,
io strapperò quel cuore sanguinante dal suo seno, e, per saziare la mia bestia favorita,
glielo getterò a terra con disprezzo!”

Verso il Cielo,
dove l’occhio suo scorge un trono splendido, il Poeta sereno alza le pie braccia,
e i vasti lampi del suo lucido spirito gli nascondono l’aspetto dei popoli furiosi:

“Siate benedetto, o mio Dio,
che date il patimento come un divino rimedio a le nostre impurità
e come la migliore e la più pura essenza che prepara i forti a le voluttà sante!

“Io so che ne le schiere beate de le sante Legioni serbate un posto al poeta,
e che l’invitate a l’eterna festa dei Troni, de le Virtù, de le Dominazioni.

“Io so che il dolore è la nobiltà unica a cui non morderanno mai la terra e gli inferni,
e che bisogna, per intrecciare la mia mistica corona, imporre tutti i tempi e tutti li universi.

“Ma i gioielli perduti de l’antica Palmira, li sconosciuti metalli,
le perle del mare, incastonati da la vostra mano,
non basterebbero a questo bel diadema abbagliante e splendido;

“perché non sarà fatto che di pura luce, attinta al focolare santo dei raggi primitivi,
di cui li occhi mortali nel loro pieno splendore, non sono che specchi offuscati e piangenti!”


Riassumibile come... la via iniziatica della (sua) sofferenza.

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