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mercoledì 21 maggio 2014

Atene : 370 a.C.

Atene : 370 a.C.

https://www.youtube.com/watch?v=B5fN6ekycm8

Quando la città retta a democrazia
si ubriaca di libertà confondendola con la licenza,
con l’aiuto di cattivi coppieri
costretti a comprarsi l’immunità con dosi sempre massicce d’indulgenza
verso ogni sorta di illegalità e di soperchieria;

quando questa città si copre di fango
accettando di farsi serva di uomini di fango
per potere continuare a vivere e ad ingrassare nel fango;
quando il padre si abbassa al livello del figlio
e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio;
quando il figlio si mette alla pari del padre
e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità;
quando il cittadino accetta che, di dovunque venga,
chiunque gli capiti in casa,
possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato;
quando i capi tollerano tutto questo
per guadagnare voti e consensi
in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine;
c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto
e che dappertutto nasca l’anarchia
e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle ?
👇
In un ambiente siffatto
in cui il maestro teme ed adula gli scolari 
e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri;
in cui tutto si mescola e si confonde;
in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più,
di mettersi al servizio di chi è comandato
e ne lusinga, per sfruttarli, tutti i vizi;
in cui i rapporti tra gli uni e gli altri
sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze
nelle reciproche tolleranze;
in cui la demagogia dell’uguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione,
ed anzi costringe tutti a misurare il passo delle gambe su chi le ha più corte;
in cui l’unico rimedio contro il favoritismo
consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori;
in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici;
in un ambiente siffatto,
quando raggiunge il culmine dell’anarchia e nessuno è più sicuro di nulla
e nessuno è più padrone di qualcosa perché tutti lo sono,
anche del suo letto e della sua madia a parità di diritti con lui
e i rifiuti si ammonticchiano per le strade
perché nessuno può comandare a nessuno di sgombrarli;

in un ambiente siffatto, dico,
pensi tu che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà,
quella libertà, dal pericolo dell’autoritarismo ?

Ecco, secondo me, come nascono le dittature.
Esse hanno due madri.
Una è l’oligarchia
quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia
L’altra è la democrazia quando,
per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi,
precipita nella corruzione e nella paralisi.
Allora la gente
si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro
e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi,
poi con la violenza che della dittatura è pronuba e levatrice.
Così la democrazia muore: per abuso di se stessa.
E prima che nel sangue, nel ridicolo.

- Platone -
La Repubblica Cap. VIII
Atene 370 A. C.


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