Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

giovedì 5 maggio 2016

Il 5 Maggio

Ei fu.
Siccome immobile,/ dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore / orba di tanto spiro,
così percossa, attonita / la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima / ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile / orma di piè mortale
la sua cruenta polvere / a calpestar verrà.

Lui folgorante in solio / vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,/ cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito / mista la sua non ha:
vergin di servo encomio / e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito / sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico / che forse non morrà.

Dall'Alpi alle Piramidi, / dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine / tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai, / dall'uno all'altro mar.

Fu vera gloria ? Ai posteri / l'ardua sentenza :
 nui chiniam la fronte / al Massimo Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito / più vasta orma stampar.

La procellosa e trepida / gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile / serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio / ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria / maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria, / la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere, / due volte sull'altar.

Ei si nomò : due secoli,/ l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero, / come aspettando il fato;
ei fè silenzio, ed arbitro / s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio / chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia / e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio / e d'indomato amor.

Come sul capo al naufrago / l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero, / alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere / prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo / delle memorie scese.

Oh quante volte ai posteri / narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine / cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito / morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei, / le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono / l'assalse il sovvenir !

E ripensò le mobili / tende, e i percossi valli,
e il lampo dè manipoli,/ e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio / e il celere ubbidir.

Ahi ! Forse a tanto strazio / cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida / venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere / pietosa il trasportò;
e l'avviò, pei floridi / sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio / che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre / la gloria che passò.

Bella Immortal ! Benefica / Fede ai trionfi avvezza !

Scrivi ancor questo, allegrati; / ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota / giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri / sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita, / che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice / accanto a lui posò.

- Alessandro Manzoni -

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