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L'inviolabile sonno di chi non è più è lo stesso dovunque
... ed è sacro.
È a voi
... anime sconosciute e violate ...
che dedico ad ammenda il riporto di parole non mie
scritte in altro luogo e in altro tempo da uno spirito sensibile
a dimostrazione che ciò che veramente conta
a dimostrazione che ciò che veramente conta
è sempre la persona in quanto tale e ciò che alberga nel suo animo.
Sia essa governante o governato.
Riposate in pace.
Riposate in pace.
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A un cimitero di Castilia
Recinto di morti tra poveri muri
Fatti dello stesso fango,
Povero recinto dove la falce non miete,
Solamente una croce nella deserta campagna
Indica a che cosa sei destinato !
Vicino a quei muri cercano protezione
Dalle sferzate dell’aquilone le pecore,
Quando passano in gregge al trasmigrare.
E su quei muri si rompono della vana storia
Come le onde i vani rumori.
Come intorno a un isolotto in giugno
Si stende il mare dorato
Delle spighe che ondeggiano alla brezza
E canta al di sopra l’allodola il canto
Del raccolto.
Quando scende nella pioggia il cielo sulla campagna,
Scende anche sulla santa erba
Che la falce non tocca, del tuo spiazzo,
Povero recinto di morti.
Essi sentono nelle loro ossa il richiamo
Dell’irrigazione della vita.
Superano le tue barriere di pietre e di fango
Gli alati semi
Ove li portano con pietà gli uccelli
E crescono nascosti papaveri,
Garofani campestri, spighe, eriche, cardi
(Tra croci abbandonate)
Che solo servono di libero pasto agli uccelli.
Scavano solamente tra le tue erbe incolte,
Sacro recinto,
Per seminare il grano
Di un’anima che soffrì nel mondo,
Poi su questa semina
Si lascia riposare la terra a lungo.
Vicino a te è la strada dei vivi
Non come te, tra muri, chiusa.
Su di essa vanno e vengono i viventi
Or ridendo, or piangendo
Interrompendo con le loro risa o pianti
Il silenzio immortale del tuo spazio chiuso !
Dopo che lento il sole è sceso a terra
E sale verso il cielo la deserta landa,
All’ora dei ricordi,
allo scampanio della preghiera e del riposo,
La rozza croce di pietra
Dei tuoi muri di fango,
Rimane come guardiano che mai dorme
A vigilare il sonno della campagna.
Non vi è croce sulla chiesa dei vivi
Intorno alla quale dorme la borgata;
La croce, come cane fedele, protegge il sonno
Dei morti riuniti nel recinto per andare al cielo.
E dal cielo notturno Cristo,
Il Pastore Sovrano,
con innumerevoli occhi scintillanti
Riconta le pecore del gregge !
Povero recinto di morti tra muri
Fatti dello stesso fango
Solo per una croce si distingue ciò a cui sei destinato
Nella deserta comunione della campagna !
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