Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

sabato 10 dicembre 2016

Da Omero ai Vangeli

La rivelazione greca
- Simone Weil -
Adelphi, 2014

 Capita in questi scritti, composti tra il 1936 e il 1943,
che a volte la semplicità coincida con la profondità
... non casualmente ...
alcuni testi erano stati concepiti per avvicinare « le masse popolari alla poesia greca »
lei, la Weil, il mondo operaio volle conoscerlo dal di dentro
facendosi assumere nelle fabbriche della Renault.
La letteratura tragica ( Sofocle, perlopiù ) e l’epos omerico
in Weil vengono ricondotti alle loro ragioni originarie :
il bene, il male, la forza, il destino, il dolore, le domande essenziali sul senso
e il loro rinvio inevitabile a un piano metafisico.
La filosofa non cerca chiavi filologiche.
[...]
La scommessa della Weil
consiste insomma nel cercare nella Grecia i segni originari del Cristianesimo.
La forza incombe, ma nessuno ne è entusiasta, come se anche i forti la subissero.
Ché la forza riduce l’uomo a cosa : non vi è nulla di esaltante in essa.
In Omero è solo una scure che si abbatte sugli uomini
anche quando ne sembrerebbero i più esagitati interpreti.
Tutti alla fine vi soccombono.
Laddove Nietzsche vedrebbe il migliore tipo umano della storia,
la Weil scruta una trama di afflizioni aperte verso la trascendenza
in un percorso che attraversa metafisica e mistica
un’idea di Grecia che parte da Omero,
attraversa gli orfici, i tragici, Platone e arriva ai Vangeli.
[...]

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Il fuoco di Cristo e di Prometeo

Già Kierkegaard
sosteneva che Platone fosse stato il san Giovanni Evangelista di Socrate.
Ma la filosofa ebrea e mistica Simone Weil,
comunista antistalinista e cristiana "fuori della chiesa", si spinse oltre :
nella raccolta di saggi La rivelazione greca ( appena ripubblicata da Adelphi )
non esita affatto a ritenere Platone profeta ed evangelista di un Cristo tanto venturo
quanto già presente e noto alle manifestazioni più pure dello spirito antico.
" La quantità di testi meravigliosamente belli e oggi totalmente incomprensibili
contenuti nel Nuovo Testamento
mostra con chiarezza
che una parte infinitamente preziosa della dottrina cristiana è scomparsa "
questo perché c'è stata una chiusura dogmatica
dovuta a quello che riteneva essere uno sciagurato asse Gerusalemme - Roma :
" Sia i romani sia gli ebrei hanno creduto di essere sottratti alla comune miseria umana,
i primi in quanto nazione scelta dal destino per dominare il mondo,
i secondi per il favore del loro Dio e nella misura esatta in cui gli obbedivano."
 Invece
" ... il Vangelo è l'ultima e meravigliosa espressione del genio greco, 
come l'Iliade ne è la prima."
Ripercorrendo i poemi omerici in cui
" ... i momenti in cui gli uomini trovano la propria anima sono quelli in cui amano "
le tragedie attiche, i frammenti pitagorici e soprattutto i dialoghi platonici,
l'attenzione della Weil dà letteralmente la caccia
ai costanti, espliciti o impliciti riferimenti a un figura enigmatica,
connessa col fuoco, col vino, con la luna che offusca il suo splendore,
e che compare anche nella platonica
Trinità dell'Operaio, il Modello della Creazione e l'Anima del Mondo. 
Quest'ultima difatti viene letteralmente crocifissa al momento della creazione,
accostandosi così
" a Prometeo, a Dioniso, all'Amore, all'uomo perfettamente giusto della Repubblica ",
tutti intercessori che patiscono una sofferenza redentrice.
L'Amore in Platone " ha voluto nascere figlio della Miseria "
e " ... povero e vagabondo, uso a giacere al suolo, sulla nuda terra ..."
fa pensare a san Francesco.
Ma ancor prima di san Francesco, il Cristo era povero e vagabondo
e " ... non aveva ove posare il capo."
Quello stesso Cristo che si diceva " venuto a portare un fuoco sulla terra "
proprio ciò di cui si accusava Prometeo incatenato,
il cui nome " significa letteralmente Provvidenza " e che è davvero per la Weil
l'agnello biblico misteriosamente " sgozzato fin dalla fondazione del mondo "
I greci dunque sapevano che tra la sofferenza umana e la gloria divina
esiste qualcuno cui si riferiscono le diverse espressioni 
via, espediente, strumento, proporzione ", ma soprattutto " mediazione ",
ed è appunto così
che la Weil proponeva di tradurre il celebre incipit proprio del Vangelo giovanneo,
" in principio era la Mediazione ".
I greci tale Mediazione già la conoscevano,
ed erano " perseguitati dal pensiero che faceva piangere un santo del medioevo "
" Il pensiero che l'Amore non è amato ...
non è forse qualcosa di estremamente forte poter dire a tutti gli increduli :
senza l'assillo della Passione sarebbe mai nata quella civiltà greca
da cui attingete tutti i pensieri, senza eccezione ? "
Come noterà altrove
" la Passione doveva ancora avvenire.
Oggi essa è un evento del passato. Il passato e il futuro sono simmetrici ".
Influenzato da Israele e Roma,
" ... il cristianesimo ha introdotto nel mondo questa nozione di progresso,
e tale nozione, diventata il veleno del mondo moderno, lo ha scristianizzato.
Se si vuole trovare l'Eternità, occorre disfarsi della superstizione della cronologia. "

da : IL FOGLIO
Il fuoco di Cristo e di Prometeo.
La rivelazione greca secondo Simone Weil

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